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Elon Musk è direttamente collegato alla liberazione di Cecilia Sala, detenuta per 21 giorni nel carcere di Evin a Teheran? A dirlo è il “New York Times”, secondo cui il patron di Tesla avrebbe avuto un ruolo chiave nel caso della giornalista italiana arrestata in Iran.
Elon Musk avrebbe contattato l’ambasciatore dell’Iran all’ONU, Amir Saeid Iravani, facendo sì che venissero accelerati i tempi di liberazione di Cecilia Sala. Inoltre, ha affermato che gli USA non avrebbero esercitato nessuna pressione sull’Italia per estradare l’ingegnere Mohammad Abedini, arrestato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti e poi rilasciato il 12 gennaio.
Il quotidiano statunitense ha riferito che a confermare la notizia sono stati due ufficiali iraniani, a conoscenza dei fatti, mentre il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghaei, ha provveduto a smentire tale notizia.
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Il legame tra Elon Musk e il caso di Cecilia Sala
Il “New York Times” ricostruisce la vicenda: “Cecilia Sala è stata arrestata in Iran a dicembre, il suo fidanzato a casa temeva che potesse restare in prigione per anni. Così, mentre si vociferava che Iran e Italia stessero negoziando uno scambio di prigionieri che coinvolgeva gli Stati Uniti ha deciso di provare a far arrivare un messaggio a qualcuno che avrebbe potuto essere in grado di aiutarla. Il nome? Elon Musk”.
Il quotidiano riporta che Daniele Raineri, compagno di Cecilia Sala, aveva cercato l’aiuto di Elon Musk attraverso un suo intermediario in Italia, ossia Andrea Stroppa: “Quando la premier Giorgia Meloni ha visitato Mar-a-Lago, il fidanzato di Sala, Daniele Raineri, aveva già chiesto l’aiuto di Musk tramite un intermediario”.
Inoltre, il “NYT” cita un’intervista in cui Raineri ha detto di “aver inviato un messaggio il 29 dicembre” ad Andrea Stroppa “per chiedere se poteva portare il caso di Sala all’attenzione di Musk e chiedere il suo aiuto”. Quest’ultimo, in un’altra intervista, ha dichiarato che il magnate “aveva preso atto della richiesta, ma che non sapeva se fosse stato coinvolto nel caso”.
Inoltre, scrive ancora il “New York Times”, “l’ambiguità evidenzia il ruolo insolito che Musk ha svolto mentre sedeva al fianco del signor Trump, sostenendo i partiti di estrema destra in Europa, mentre continuava a promuovere i suoi interessi commerciali all’estero”.
Caso Cecilia Sala, la risposta di Italia, USA e Iran sul coinvolgimento di Elon Musk
Il “NYT” sottolinea un altro punto: “Come Musk, un attore sempre più attivo, seppur non accreditato, sulla scena mondiale dopo la vittoria di Trump, sia arrivato a sposare la causa del giornalista resta poco chiaro”. Inoltre, viene specificato che Musk “è vicino al primo ministro italiano, Giorgia Meloni, che si è recata a Mar-a-Lago, la tenuta di Trump in Florida dove il signor Musk è un cliente abituale, e ha incontrato il presidente eletto il 4 gennaio”.
La premier italiana, Giorgia Meloni, seppur condividendo una grande amicizia e stima con il patron di Tesla, nella conferenza stampa di inizio anno ha escluso il suo coinvolgimento nel rilascio di Cecilia Sala: “Se ha avuto un ruolo, non ne sono a conoscenza”.
Non solo la presidente del Consiglio Meloni, anche un alto funzionario dell’amministrazione di Biden, John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, e come si legge ancora su “NYT”, ha rivelato che il Governo USA non è stato interpellato per i negoziati: “Il governo americano non era stato consultato sui negoziati, non era stato informato in anticipo dei rilasci e disapprovava l’accordo”.
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Inoltre, stando alle parole di John Kirby, l’accordo è stata una “decisione completamente italiana”. Per il momento né Elon Musk né il nuovo presidente neoeletto Donald Trump hanno commentato la notizia rilasciata dal “NYT”, mentre l’Iran ha smentito categoricamente.
Infatti, secondo quanto riporta l’agenzia ISNA, il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghaei, ha definito l’articolo “un’invenzione dei media e una fantasia”.
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