coprono il 41,2% della domanda elettrica, ma ancora pochi nuovi impianti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Il gestore della rete nazionale di trasmissione elettrica, Terna, ha pubblicato oggi i dati relativi all’ultimo anno che mostrano un risultato da record per le energie rinnovabili: nonostante i consumi siano aumentati del 2,2% rispetto al 2023 (a quota 312.285 GWh), le rinnovabili hanno registrato il dato più alto di sempre di copertura della domanda arrivando al 41,2% (rispetto al 37,1% del 2023).

Il valore è in aumento grazie al contributo positivo, in particolare, della produzione idroelettrica (che ha beneficiato della piovosità 2024) e fotovoltaica (grazie ai molti, ma prevalentemente piccoli, nuovi impianti connessi alla rete).

Più nel dettaglio, la domanda di energia elettrica italiana nel 2024 è stata soddisfatta per l’83,7% con produzione nazionale e per la quota restante (16,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta (264 miliardi di kWh) è in aumento del 2,7% e mostra una crescita a due cifre della produzione idroelettrica (+30,4%) e fotovoltaica (+19,3%), mentre sono in flessione la fonte eolica (-5,6%) e geotermica (-0,8%). In calo rispetto al 2023 anche la fonte termica (-6,2%), con la forte riduzione della produzione a carbone (-71%), ormai sostanzialmente azzerata a eccezione della Sardegna, la stessa Regione che ha deciso però di rendere idoneo agli impianti rinnovabili appena l’1% del proprio territorio.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Si tratta di un esempio locale di un problema più generale, fomentato dalla scarsa propensione del Governo Meloni a dare sufficiente spazio ai nuovi impianti rinnovabili, che di fatti arrancano. Secondo le rilevazioni di Terna, considerando tutte le fonti rinnovabili, nel 2024 l’incremento di capacità in Italia è stato pari a 7.480 MW, valore superiore di 1.685 MW (+29%) rispetto al 2023. Al 31 dicembre in Italia si registrano 76,6 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui, nel dettaglio, 37,1 GW di solare e 13 GW di eolico.

Rispetto a quanto previsto dal decreto Aree idonee (21 giugno 2024), il target fissato per il quadriennio 2021-2024 di nuove installazioni è stato superato di 1.609 MW, ma c’è poco da rallegrarsi. Per rispettare i target di decarbonizzazione e sicurezza energetica prevista dal RePowerEu servirebbero circa +12 GW l’anno al 2030, mentre anche il 2024 si è fermato molto al di sotto di tale soglia, aumentando così il gap da colmare nel periodo di tempo rimasto. A dirlo non sono “solo” gli ambientalisti ma anche Elettricità futura, ovvero l’associazione confindustriale che rappresenta il 70% del mercato elettrico nazionale e che ha presentato – con l’apprezzamento del ministro Pichetto – un piano d’investimenti per arrivare al 2030 a produrre l’84% di elettricità da fonti rinnovabili.

Assecondando i cambiamenti in corso nel mercato elettrico, a partire dal superamento del Prezzo unico nazionale (Pun) che fa da riferimento per le bollette, le Regioni che avranno una maggiore presenza d’impianti rinnovabili sul proprio territorio saranno le prime ad avvantaggiarsi in termini di minori costi, ma tutto il Paese potrebbe trarne beneficio: basti osservare che se nell’ultimo quadriennio l’Italia avesse investito sulle rinnovabili quanto la Germania avrebbe risparmiato 49,4 miliardi di euro sui prezzi elettrici, mentre prendendo a riferimento Spagna e Portogallo si arriva a ben 74 miliardi di euro. Abbiamo invece deciso di continuare a puntare sul gas fossile, che solo per l’import ci è costato nell’ultimo anno 20,6 mld di euro (più altri 21,2 per l’importazione di petrolio).

Altrettanto fondamentale è investire sul fronte delle infrastrutture e degli accumuli. Per quanto riguarda questi ultimi, Terna segnala che da gennaio a dicembre 2024, la potenza nominale degli accumuli in esercizio è aumentata di 2.113 MW. Nel 2024 si registrano in Italia circa 730.000 installazioni che corrispondono a 12.942 MWh di capacità e 5.565 MW di potenza nominale, di cui 1065 MW utility scale. La crescita della capacità di accumulo è stata guidata per quanto riguarda i piccoli impianti dalle politiche incentivanti di carattere fiscale, per gli impianti utility scale, invece, l’aumento è il risultato dei meccanismi di contrattualizzazione a termine previsti dal capacity market.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Source link