Derby vietato ai tifosi riminesi, gli antagonisti di Forlì diventano amici per un giorno: «Disertiamo gli spalti per solidarietà»

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di
Enea Conti

Trasferta del 19 gennaio considerata a rischio dalla prefettura. Scoppia la polemica politica: sindaco e parlamentari schierati con le tifoserie

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Sport in campo, rivalità sugli spalti: un binomio che genera reazioni di ogni tipo, da una parte i cori, le coreografie, gli sfottò, talvolta ben orchestrati , dall’altra, spesso, violenze ed episodi che poco hanno a che fare con l’agonismo e la sana competizione. 

L’assuefazione alle vicissitudini calcistiche, dentro e fuori dal campo è nota, ma c’è un’Italia del basket in continuo fermento, dove quel binomio genera le stesse reazioni. In Romagna, Unieuro Forlì e Rbr Rimini, militano in A2 e da sempre il campanilismo sportivo domina i rapporti tra le tifoserie, che contano migliaia di affezionati ai colori, che per altro sono gli stessi, il bianco e il rosso sia con vista mare che collina. Senza dare adito a retoriche considerazioni, è accaduto che quell’accesa rivalità si sia trasformata in ferma solidarietà tra tifoserie nemiche: domenica 19 gennaio è in programma il match di ritorno tra la squadra rivierasca, capolista e con un seguito altissimo di tifosi, anche in trasferta, e i “cugini” d’entroterra. A Forlì però la Prefettura è stata inflessibile: la vendita dei biglietti è stata vietata ai riminesi e i forlivesi hanno protestato annunciando che diserteranno gli spalti di casa.




















































«Se vietare è la vostra soluzione – hanno scritto in una nota i tifosi forlivesi – restare fuori è la nostra decisione. Il derby per noi inizia all’uscita dei calendari, quando ancora non sai nemmeno chi saranno gli americani o chi vestirà la tua maglia per questa stagione. Il dito scorre veloce fino a quella partita e il nostro derby inizia lì». E ancora: «Notti insonni a preparare coreografie, striscioni, sfottò. Mesi di attesa per 40 minuti che per noi valgono se non la stagione almeno una buona metà». L’invito degli ultras forlivesi è stato poi esteso a tutti i tifosi attesi al palasport cittadino, anche quelli degli altri settori. E in un’altra nota, quest’ultima a sfondo politico, a prendere posizione è stato anche il parlamentare della Lega Jacopo Morrone, già segretario della sezione romagnola del partito. «Ci sono altre soluzioni per impedire l’azione di pochi facinorosi piuttosto che vietare l’ingresso a un intero settore tifosi senza distinguo».

A premessa di qualsiasi riflessione, vanno infatti riportate le cronache recenti. Era il novembre scorso quando, dopo il derby di andata giocato a Rimini tra Rbr e Unieuro Forlì, la Questura di Rimini notificava a tre tifosi ultras riminesi, di 18, 19 e 47 anni, il provvedimento del Daspo preventivo per un anno. Stando agli accertamenti compiuti la polizia, nel pomeriggio del 27 ottobre, giorno del match avrebbe impedito con un intervento diretto, violenti scontri anche fisici, a cui i tre avrebbero partecipato. A pesare, però, c’è soprattutto un episodio avvenuto a Bellaria, il 2 novembre. Un vero e proprio blitz degli ultras riminesi in un bar vicino ad una parrocchia ritrovo di ultras locali, che però sostengono la squadra forlivese. Un 31enne fu preso a bastonate e ricoverato con il cranio fratturato e un’emorragia, un’auto distrutta e proprio adiacente ad una parrocchia, quella di Santa Margherita a Bellaria, in via San Mauro Mare, fu devastato a colpi di spranga. Tutti all’inizio, comprese le forze dell’ordine, avevano collegato il blitz al tifo calcistico ma le indagini avrebbero chiarito che le cose erano andate diversamente.

Il caso però ha addirittura indotto il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad ad intervenire in difesa dei tifosi del bakset della sua città. « Non mi interessa alimentare polemiche politiche, ma quello che sta accadendo nel mondo dello sport italiano, in particolare negli ultimi tempi e dalle nostre parti, merita una riflessione con un’appendice preoccupata», ha attaccato. «La decisione della Prefettura di Forlì di vietare la trasferta ai tifosi di Rbr per lo storico derby della Romagna dei canestri è solo l’ultimo episodio di una serie che comincia a essere non sporadica». Il riferimento è al “divieto di trasferta” già imposto in passato dalla prefettura di Pesaro in occasione del derby con la squadra riminese. «Il futuro dello sport, e dico di una società intera, non può essere ascritto alla logica del coprifuoco, del tutti a casa”. Sono ancora vive nella mia memoria le trasferte alle quali io stesso partecipai verso Vigevano, Cesena, Forlì, Pesaro, Bologna».

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