Il fondo olandese rilancia (dieci milioni in più) e si aggiudica i nove cinema di Massimo Ferrero, Adriano incluso

Bye bye Adriano. E Atlantic. E Reale. Nove sale cinematografiche — leggendarie alcune — passano di mano per decisione del Tribunale. L’asta giudiziaria varata un anno fa premia il fondo olandese (senza nome al momento) che con un rilancio di dieci milioni è riuscito ad aggiudicarsi migliaia di metri quadri ben posizionati tra centro storico e quartieri prestigiosi della Capitale. Metri quadri in disuso con poche eccezioni, giacché la crisi aveva desertificato molte strutture (e penalizzato molte imprese). 

Chi compra può spendere. Ma per fare cosa? Questo non è oggetto di discovery commerciale al momento. Dunque si vedrà. L’assegno staccato alla vecchia proprietà, l’indebitatissima Eleven Finance che fa capo a Massimo Ferrero, è di 42 milioni di euro. Soddisfatti i creditori. Perplessi molti altri. Sono alcuni altri cinema cittadini che se ne vanno? Servirà tempo per capirlo. E informazioni. Al momento tutto quel che sappiamo del fondo — i cui rappresentanti hanno chiesto e ottenuto che l’udienza in Tribunale fosse a porte chiuse — è che è dotato di gran liquidità. Il prezzo base d’asta era di 31 milioni 935 mila euro che, oltre al cinema di piazza Cavour, includevano le sale di piazza Sonnino (Reale e Roma), il Royal di via Emanuele Filiberto, a pochi passi da piazza Vittorio, l’Ambassade di via Accademia degli Agiati, l’Atlantic di via Tuscolana, l’Empire di viale Regina Margherita e l’Excelsior di piazza Beata Vergine del Carmelo (Mostacciano) più l’unico cinema di Bracciano, il Virgilio. 

La crisi, accelerata dal Covid, aveva portato la Eleven Finance ad accedere al concordato preventivo. I debiti erano ormai stratificati. Gli investitori di Amsterdam hanno avuto modo di misurare de visu gli spazi pesando la vocazione imprenditoriale delle sale in questione dal momento che il Tribunale si è reso disponibile a effettuare alcune visite guidate. Quindi, quando è stata resa pubblica la notizia che era in corso un’asta giudiziaria, si è optato per un rilancio milionario. Segno che l’affare era troppo interessante per correre il rischio di perderlo.
In verità ci si attendeva che qualcuno sul fronte istituzionale battesse un colpo, perlomeno per il vincolato edificio di piazza Cavour le cui mura sono sottoposte a tutela dello Stato. Così non è stato e difficilmente sarà ora che l’accordo giudiziario è in via di perfezionamento (in linea teorica il ministero dei Beni culturali ha tempo fino al 31 gennaio per esercitare il diritto di prelazione ma la domanda, a questo punto, è dove troverà il denaro necessario ad accontentare i creditori tutelati di Ferrero?).

I garanti della procedura, ovvero i commissari giudiziali — avvocati Federica Marziale e Anna Rossi e il dottor Francesco Giustiniani — hanno espresso soddisfazione per il traguardo raggiunto con l’aggiudicazione da parte del fondo olandese il 14 novembre scorso.
C’è tuttavia chi si definisce perplesso se non preoccupato. Da Italia Nostra, che segue le molte storie riguardanti cinema abbandonati o in via di dismissione, fanno sapere che la questione è urgente seppure inascoltata a livello istituzionale: «Siamo preoccupati per questo cambiamento radicale del tessuto culturale cittadino. Ci siamo attivati da ormai cinque anni per sollecitare al ministero dei Beni culturali un vincolo architettonico sui tre edifici morandiani Africa, Embassy e Maestoso. Nulla pare muoversi».

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