Isee, la franchigia sui titoli di stato resta lettera morta

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È passato un anno, ma siamo ancora agli annunci. La grande novità relativa all’Isee, anche nel 2025, resta quella prevista dalla legge di bilancio 2024 e mai attuata. La franchigia sui titoli di stato. Messa di nuovo in vetrina nelle ultime ore, è ancora lettera morta e nessuno sa dire al momento attuale per quanto resterà tale. Siamo fermi al titolo (o ai titoli, di Stato e dei giornali). A quando lo svolgimento?

La misura

La misura introdotta in legge di bilancio 2024 prevedeva l’esclusione dalla determinazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, fino a un massimo di 50mila euro, del valore dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio (con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato), come i BoT, i CTz, i BTp, i CcT, i buoni postali fruttiferi e i libretti di risparmio postale. Una bella novità, attesa da molti. Dimenticata dopo la lunga – e inutile – attesa dei decreti attuativi.

Nelle ultime ore a riaccendere le luci della ribalta su questa misura è stata la notizia della firma, da parte della presidente del consiglio, Giorgia Meloni, del Dpcm di modifica relativo alle “Modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n.159”, che fissa le regole per la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Isee. Dpcm che ora – precisano i dispacci di agenzia – sarà inviato alla Corte dei conti per la registrazione e la sua successiva pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Tanto è bastato perché la notizia tornasse “di moda” nel circo mediatico e negli specchietti riassuntivi a uso dei social sulle novità dell’anno.

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“In realtà – ci ha spiegato Federico Toccacieli del Consorzio nazionale dei Caaf della Cgil – purtroppo né l’Inps né il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sono in grado di dirci quando entrerà in vigore il nuovo algoritmo di calcolo. L’Inps sta aspettando l’ok da parte del ministero che arriverà solo se sollecitato dalla politica”. Nessuno, insomma, ha certezza della data in cui questa misura sarà di fatto operativa e c’è chi, tra gli analisti, dice che potranno passare anche dei mesi prima che ci siano passi avanti concreti, con perdita di tempo e di soldi per i cittadini che, di fatto, saranno costretti ad attivarsi più volte nel corso dell’anno per avere un Isee aggiornato.

Cosa sappiamo

Nel momento in cui pubblichiamo questo articolo, è bene specificarlo per chi cerca risposte, “non è ancora chiaro – spiegano i Caaf Cgil – se l’Inps si limiterà ad aggiornare l’algoritmo di calcolo una volta che il decreto sarà pubblicato, senza modificare la modulistica DSU, oppure se si attenderà un ulteriore decreto interministeriale, la cui pubblicazione in Gazzetta Ufficiale potrebbe avvenire solo nei prossimi mesi”. È in questo quadro, dicono voci di corridoio tutte da confermare, che la misura, nuova solo sulla carta, potrebbe dover attendere altri tre mesi per diventare efficace.

Il rischio per le famiglie

“Nonostante le attese e l’urgenza manifestata dalle famiglie – sintetizza Federico Toccacieli –, l’applicazione della franchigia sui titoli di Stato e sugli strumenti di risparmio garantiti, misura prevista dalla legge di bilancio 2024, è bloccata dall’inazione dei ministeri competenti. A oltre un anno dall’approvazione della norma, infatti, l’assenza di un decreto attuativo necessario all’entrata in vigore sta generando gravi ricadute operative, che peseranno direttamente sui cittadini”.

L’incertezza normativa costringerà i titolari della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) – il documento necessario per il calcolo dell’Isee – “a dover presentare nuovamente una DSU aggiornata nel corso del 2025 per beneficiare della franchigia. Un aggravio di oneri, tempi e costi – denunciano i Caaf Cgil –, a maggior ragione considerando che tali famiglie avevano diritto, fin da subito, a una semplificazione prevista dalla legge di Bilancio dello scorso anno”.

Una misura che avrebbe avuto un peso importante nel bilancio delle famiglie se si considera che “la franchigia, che esclude dal calcolo dell’Isee i patrimoni fino a 50 mila euro detenuti in titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio, si applica all’intero nucleo e non ai singoli componenti. Questo dettaglio, che rappresenta un’importante agevolazione economica, rischia però – sottolinea il dirigente del Consorzio nazionale – di restare inefficace fino all’effettiva entrata in vigore delle nuove regole”.

Le responsabilità del ritardo

Per i Caaf Cgil, il ritardo nell’adozione del decreto attuativo è “emblematico di una gestione ministeriale inefficiente che, pur avendo avuto oltre un anno di tempo, non è riuscita a rispettare le scadenze necessarie. Tale inerzia rischia di generare un paradosso: le famiglie che potrebbero beneficiare fin da subito della franchigia saranno invece costrette ad affrontare costi e complicazioni aggiuntive per ottenere una nuova attestazione Isee”.

Un’occasione mancata

“L’applicazione tardiva della franchigia – denuncia Federico Toccacieli – rappresenta un’occasione mancata per fornire un supporto immediato e concreto alle famiglie italiane, che si trovano già a dover affrontare numerose difficoltà economiche in un contesto caratterizzato da inflazione, aumento dei costi e stagnazione dei redditi. La misura, nata per semplificare il calcolo dell’Isee e alleggerire il carico fiscale per i nuclei familiari con risparmi in titoli di Stato, rischia invece di trasformarsi in un ulteriore aggravio burocratico e di costi per i cittadini”.

La responsabilità, per il Consorzio, è da attribuirsi all’inerzia dei ministeri coinvolti, che, “nonostante abbiano avuto oltre un anno di tempo per predisporre i necessari decreti attuativi, non hanno rispettato le scadenze previste. Questo ritardo non solo compromette l’efficacia della norma, ma genera un clima di incertezza e disorientamento tra le famiglie, che dovranno sobbarcarsi l’onere di richiedere nuove attestazioni Isee nel corso del 2025, con potenziali costi aggiuntivi presso i centri di assistenza fiscale e ulteriori perdite di tempo”.

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Iviglia: “Un’altra promessa non mantenuta”

Monica Iviglia, presidentessa del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil

C’è di più ed è connesso con questi tempi di grandi cambiamenti anche nell’universo della burocrazia. È una sensazione che nasce dal ruolo sempre più centrale del digitale nel rapporto tra cittadini e istituti e da un sentimento sempre più diffidente dei cittadini nei confronti della politica. “In un momento storico in cui la fiducia nelle istituzioni è cruciale per il buon funzionamento del sistema di welfare – dichiara Monica Iviglia, presidentessa del Consorzio nazionale dei caaf Cgil – l’assenza di una gestione tempestiva e trasparente su una misura di tale importanza rappresenta un segnale negativo. È urgente un intervento risolutivo da parte delle autorità competenti, che devono non solo accelerare l’adozione del decreto attuativo, ma anche prevedere strumenti compensativi o modalità semplificate per permettere alle famiglie di accedere ai benefici senza ulteriori complicazioni”.

“Un’informazione chiara e puntuale da parte dell’Inps e degli organi ministeriali sarà fondamentale per spiegare ai cittadini i motivi del ritardo nell’introduzione della franchigia, già percepito come un ulteriore esempio di promesse non mantenute. Solo attraverso una comunicazione efficace – conclude Monica Iviglia – sarà possibile trasformare questa misura in un concreto strumento di sostegno economico e semplificazione per le famiglie italiane”.



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