«Spezzare legame patologico delle correnti»

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«Non sarà contento solo Berlusconi ma anche Giuliano Vassalli. E poi è il mio sogno da trent’anni». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è più che soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti, quando in Transatlantico commenta il via libera della Camera al ddl costituzionale per la separazione delle carriere. Il primo sì è arrivato oggi: sono stati 174 i voti a favore, 92 i contrari e 5 gli astenuti. Si tratta del primo dei passaggi parlamentari necessari per l’ok al testo che modifica il titolo IV della Costituzione per separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti.

Separazione delle carriere, cosa prevede

Il disegno di legge prevede due Csm: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente.

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Ulteriori novità sono i componenti dei Csm estratti a sorte e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Contro la riforma, Md propone che, nelle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario, i magistrati abbandonino l’aula quando parlerà il rappresentante del Guardasigilli. 

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Nordio: «Grande successo della mia storia personale»

«La separazione delle carriere è un grande successo del nostro governo e della mia storia personale», le sue parole al Question Time al Senato. «Io comprendo che le cose che ho scritto negli ultimi 30 anni possono essere non completamente realizzate, ma la madre delle riforme, che è la separazione delle carriere e soprattutto l’istituzione dell’Alta Corte e il sorteggio dei magistrati, avrà a seguire conseguenze positive per la stessa magistratura. Oggi la magistratura è indipendente dal potere esecutivo deve esserlo e lo resterà, ma non è affatto dipendente da se stessa. I magistrati oggi dipendono dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela. In questo modo li svincoleremo e spezzeremo questo legame patologico che unisce elettore ed eletto e trova la sua manifestazione più patologica nella sezione disciplinare», conclude. 

«La madre delle riforme, che è la separazione delle carriere, e soprattutto l’istituzione dell’Alta Corte di Giustizia, e il sorteggio dei magistrati avrà a seguire tutta una serie di conseguenze positive per la stessa magistratura. La magistratura oggi è indipendente dal potere esecutivo, e deve esserlo e lo resterà ma non è affatto indipendente da se stessa. I magistrati dipendono oggi dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela. In questo modo noi li svincoleremo e spezzeremo questo legame patologico che unisce elettore ed eletto e che trova la sua manifestazione più patologica nell’ambito della sezione disciplinare. Finché ci sarà un giudice che è composto da persone elette dai giudicandi questa cosa resterà così, noi cerchiamo di averla spezzata».

Anm: la riforma toglie garanzie a tutti i cittadini italiani

«Ribadiamo la nostra profonda preoccupazione per una riforma costituzionale che mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura – dice l’Associazione nazionale magistrati in una nota -. Una riforma sbagliata che non migliora sotto alcun punto di vista il servizio giustizia ma che agisce solamente sulla magistratura e toglie garanzie a tutti i cittadini italiani. La separazione delle carriere determina l’isolamento del pm e ne mortifica la funzione di garanzia. Nel pieno rispetto delle scelte del legislatore vogliamo lanciare nuovamente l’allarme per i rischi che questa riforma porterà con sé».

«L’Anm è un sindacato rispettabilissimo, come tutti gli altri sindacati – replica Nordio -. Personalmente ho anche buoni rapporti personali con i suoi componenti, a cominciare dal presidente Santalucia. Tutti hanno il diritto e il dovere di esprimere le loro opinioni anche se dissenzienti. Auspico che vi sia una argomentazione razionale dei pro e contro spiegata semplicemente non in termini polemici o apodittici. E tanto meno con processi alle intenzioni, come si è fatto dicendo che la riforma prima o dopo sottoporrà il pm all’esecutivo, cosa che è radicalmente esclusa». 

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