Tassa turistica nel Moesano, Roveredo prova a spezzare l’impasse

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Era il 2020 quando la Conferenza dei sindaci, sensibilizzata dall’Ente turistico regionale (Etrm) e in accordo con l’Ufficio cantonale dell’economia e del turismo, aveva sostenuto a larga maggioranza l’introduzione di una tassa turistica in tutti i 12 Comuni del Moesano. Un invito che da allora non ha tuttavia fatto breccia, eccezion fatta per Calanca che l’ha adottata nel 2021, aggiungendosi alla lista dei quattro enti locali – Mesocco, Soazza, Santa Maria e Rossa – che già riscuotevano le tasse per chi pernotta, chi è proprietario di case secondarie o strutture ricettive e chi svolge attività che traggono vantaggio dalla presenza di visitatori sul territorio. Troppo poco nell’ottica dell’Etrm, che fin dalla sua costituzione nel 2011 auspica che tutti i Municipi portino in Consiglio comunale le proposte per l’adozione dei regolamenti. Se oggi i Comuni già lo sostengono con un contributo finanziario annuo, l’Ente fa valere il fatto che le tasse turistiche gli consentirebbero, attraverso l’incasso di una parte dei prelievi comunali, di avere maggiori risorse per lo sviluppo del settore, ad esempio per la promozione del territorio, manutenzioni, rete dei sentieri, segnaletiche, conservazione dei beni culturali. Un’altra fetta dei proventi è invece destinata agli enti locali per marketing e infrastrutture sempre legate al turismo, eventi e manifestazioni.

Con tempistiche decisamente più lunghe rispetto a quanto annunciato nel 2020 – le aspettative erano che tutti i Comuni votassero i regolamenti entro la fine di quell’anno –, il Municipio di Roveredo ha ora elaborato una proposta, che sarà trattata durante la prossima seduta del Consiglio comunale, verosimilmente nel mese di febbraio. Decio Cavallini, vicesindaco e membro del Consiglio di amministrazione dell’Etrm, spera che il messaggio possa essere approvato e che sia da precursore per l’adesione di altri enti locali. «Va detto che si sta avanzando molto lentamente, ma nell’ottica dell’Ente del turismo rimane l’obiettivo che tutti i Comuni si dotino di un regolamento». Per Cavallini, ciò che rende difficile l’accettazione dei Municipi, è legato «in generale ai timori per l’introduzione di nuove tasse. In particolare – prosegue –, c’è un po’ di resistenza per quanto riguarda le imprese e le aziende soggette alla tassa (comprese banche, bar, negozi, ditte di costruzione, aziende agricole, locali notturni, negozi di alimentari, ndr) che non intravedono un vero beneficio dalla promozione turistica. Il grande movimento nella nostra regione è concentrato a San Bernardino. È vero che l’Etrm deve promuovere anche la bassa valle, dove però il potenziale è decisamente più debole. Tuttavia la tassa potrebbe permettere di creare e realizzare qualcosa, oppure sostenere maggiormente l’organizzazione di eventi e manifestazioni. C’è poi l’aspetto di poter compensare la quota che ogni Comune è già tenuto a versare all’Etrm». Per Cavallini il problema sta anche a monte. A differenza del Ticino, il Canton Grigioni non ha infatti una legge cantonale che impone la riscossione di una tassa del turismo, lasciando dunque libertà ai Comuni di introdurla o meno. Una legge cantonale era stata approvata dal Gran Consiglio nel 2012, ma in seguito respinta in votazione popolare con il 65,4% dei voti. Nel Moesano, nei tre Circoli della Mesolcina i ‘no’ erano stati 289 a fronte di 173 ‘sì’, in Calanca 159 ‘no’ e 70 ‘sì’.

A Rorè adesione comunque in bilico

Il regolamento proposto a Roveredo si allinea in sostanza a quelli già in vigore negli altri enti locali della regione. Vengono indicate le disposizioni per la tassa di promozione turistica (applicata a tutti i proprietari di hotel, pensioni, ostelli, campeggi, case in affitto e di qualunque attività commerciale che tragga beneficio dalla presenza di turisti), la tassa per ospiti (applicata a chi pernotta in strutture ricettive e case in affitto) e la tassa forfettaria (unicamente a carico dei proprietari di case secondarie). Partendo dalla tassa di promozione turistica, le tariffe (annue) sono così definite: 20 franchi per letto a carico di alberghi, pensioni e abitazioni in affitto; 10 franchi per letto a carico di capanne alpine, alloggi collettivi, dormitori e camere a partire da quattro letti; da 500 a 1’000 franchi per i campeggi; 50 franchi per aziende artigianali, agricole, commerciali e di servizi; 50 franchi per negozi, banche, immobiliari e assicurazioni; 50 franchi per ristoranti e bar fino a 30 posti a sedere, 100 franchi da 31 a 60 posti e 200 franchi per oltre 60 posti. Per quanto riguarda la tassa per gli ospiti, le tariffe prevedono tre franchi al giorno a persona (esonerati i bambini fino ai 12 anni) per ogni pernottamento in alberghi, pensioni, case, appartamenti e camere di vacanza, e due franchi al giorno per ogni ospite in alloggi collettivi, campeggi, ostelli della gioventù e capanne alpine. Da ultimo, la tassa forfettaria annua a carico di proprietari, usufruttuari e affittuari di case secondarie, appartamenti o camere di vacanza, come pure di roulotte che sono stazionate per più di due mesi. I proprietari dovranno versare un forfait in base al numero di locali: 80 franchi da uno fino a tre locali e mezzo; 130 franchi per quattro o più locali; 80 per le cascine ai monti servite da strade forestali o agricole e 60 per cascine ai monti non servite da strade forestali o agricole; da 200 a 300 franchi per camper o roulotte; da 120 a 240 per le tende. Un sistema diverso da quello applicato in Ticino dove il forfait annuale (70 franchi per ogni posto letto) è calcolato in base al numero di letti indipendentemente dalla grandezza dell’immobile. Se in Ticino i forfait vengono prelevati dalle organizzazioni turistiche regionali, nel Moesano questo compito spetta ai Comuni.

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Cavallini non nasconde che la votazione del Consiglio comunale a Roveredo «appare comunque in bilico». Un’approvazione «sarebbe importante per magari smuovere qualcosa negli altri Comuni, che al momento stanno un po’ alla finestra. Se si muove il Comune più grande della regione, forse qualcuno lo seguirà. A Roveredo, a partire dal periodo post pandemico, si è assistito a una maggiore presenza di turisti, soprattutto svizzeri. Negli ultimi due anni abbiamo constatato ad esempio il raddoppio dei Bed and Breakfast in varie zone del paese. Segno che vi è una certa richiesta per questo tipo di alloggio».



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