Questa mattina, nonostante il tempo incerto, gli ambulanti di piazza del Popolo si sono riuniti nella centralissima piazza Italia e senza slogan o striscioni sono rimasti lì in attesa che gli inquilini di palazzo San Giorgio gli concedessero udienza.
Obiettivo di questa pacifica manifestazione era quello di cercare di avere un confronto con le istituzioni e proporre un’alternativa alla decisione, annunciata dall’amministrazione cittadina, di cambiare la destinazione d’uso della storica piazza.
Una decisione che ha visto quale primo atto ufficiale la delibera n. 3 del 15 gennaio 2025 con la quale, la giunta stabilisce la sospensione dell’attività mercatale sino a giugno 2025.
Nel documento viene ribadita la “temporanea” sospensione dell’attività che non si esclude possa essere ripresa previa, verifica delle condizioni di regolarità dei venditori ambulanti. Ovviamente, l’intenzione del Comune – come più volte ribadito – è quello di trovare un’altra zona nella quale far spostare i commercianti che sono in regola con i pagamenti, e utilizzare così piazza del Popolo per altre attività.
Le motivazioni date dal Comune, per avvalorare la tesi di un “necessario intervento di riqualificazione” della piazza si basano sui dati, verificati in questi anni, di un effettivo proliferare di “abusivi” che utilizzavano lo spazio pubblico senza alcun diritto; mentre dei venditori, effettivamente autorizzati e in regola con permessi e pagamenti, ne risultavano solo due su quarantotto postazioni utili.
Pertanto, si difende l’Amministrazione comunale, il mercato non ha più senso lasciarlo in uno spazio cosi ampio; in più, a far forte le motivazioni di questa scelta ci sono i costi esosi di pulizia quotidiana della piazza al termine del mercato che incidono sulle casse cittadine.
Gli ambulanti respingono al mittente le accuse dell’Amministrazione
Tutte queste motivazioni, ovviamente vengono respinte al mittente le accuse di irregolarità e di responsabilità del degrado della piazza. La maggior parte di essi, infatti, oltre a ribadire che “quella è l’unica fonte di guadagno che hanno e che, già da gennaio hanno molte difficoltà a sbarcare il lunario”, replicano all’Amministrazione che li accusa di essere non in regola, “tutti noi abbiamo partecipato al bando indetto nel 2018 e siamo vincitori di bando dall’amministrazione non ci è mai stato assegnato il posto. Siamo andarti più volte a chiedere fino a quando, non si sa come siamo stati informati che tale bando era stato annullato”.
Lo stesso dichiara la signora Anna Logiudice: “Noi – dice – siamo vincitori del bando ed è dal 2018 che paghiamo l’Inps. Dicono che ci sono solo due persone autorizzate, ma se non segnano i posti noi cosa paghiamo? Abusivismo, sporcizia, non è di nostra competenza ma dell’Amministrazione, loro avrebbero dovuto vigilare e togliere chi non era autorizzato. Abbiamo tre figli, è la nostra unica fonte di reddito, cosa dovremmo fare, come li campiamo i figli se non ci fanno lavorare?”. È la domanda che tutti si fanno e che rivolgono al sindaco.
L’avvocato Francesco Nucara, che sta seguendo alcuni venditori ambulanti, sostiene la mancata comunicazione tra le due parti; inoltre “è bene ricordare che quello che questi venditori riescono a recuperare è davvero poco e basta solo per acquistare merce e beni di prima necessità. La maggior parte dei venditori che sono in graduatoria dicono di non aver mai ricevuto alcun documento di revoca dei permessi. Questa situazione è ovviamente da chiarire e per questo chiederemo l’accesso agli atti per verificare quanto detto dall’amministrazione”.
Ciò che dicono tutti, è che quella era anche un’area di ritrovo, di socializzazione oltre che di commercio e, chiudere un pezzo di storia della città è ingiusto, soprattutto se le motivazioni sono queste.
Giulio, uno degli ambulanti storici del mercato di piazza del Popolo, ha anche avanzato una proposta che potrebbe mettere d’accordo tutti: “Quella di utilizzare a metà la piazza. Nelle ore mattutine gli ambulanti in regola posso continuare a svolgere le loro attività e il resto della piazza essere utilizzato come parcheggio”.
“Senza il lavoro non mi resta nulla”: i motivi dietro il drammatico gesto dell’ambulante di piazza del Popolo: l’intervista
Nel corso della giornata, due rappresentati degli ambulanti non iscritti ad alcun sindacato, il segretario generale Sul Calabria Aldo Libri (che rappresenta alcuni degli ambulanti) e la responsabile Sul Migranti, Izza Jaanane, hanno incontrato l’assessore alle attività produttive Marisa Lanucara e il capo di gabinetto Antonio Ruvolo.
Al termine dell’incontro gli animi si sono scaldati tra il rappresentate sindacale e gli ambulanti a causa dei diversi punti di vista. Secondo Aldo Libri, “l’incontro con l’assessore è stato soddisfacente e si è trovato un punto d’incontro, dato che, come proposto da noi, c’è la possibilità di individuare altre zone, sempre nelle vicinanze di Tremulini, che potrebbero essere adibite ad area mercatale”.
Ovviamente, la maggior parte dei presenti non hanno preso bene la cosa, e accusato il sindacalista di non aver tutelato gli interessi dei lavoratori e che lui, come i “politici” non “sanno cosa voglia dire no a tuo figlio se ti chiede un pezzo di pane”.
Una volta placati gli animi, la maggior parte dei venditori, ha spiegato che per loro, questa opzione, ovvero quella di spostare in altre zone il mercato “non è assolutamente accettabile” e si è detta “profondamente delusa dall’incontro con l’amministrazione, la quale, non si mette assolutamente nelle condizioni di ascolto delle istanze dei lavoratori e della possibilità di utilizzare per metà l’area”. Nel frattempo è stata anche avviata una raccolta fondi per tentare di regolarizzare i pagamenti degli ambulanti morosi.
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