Non avveniva da almeno 33 anni, cioè da quando sono disponibili i dati. Nel 2024 gli incidenti sono diminuiti del 13,1 per cento rispetto i due anni precedenti e ne è diminuita anche la gravità. Merito dell’introduzione di Città 30?
Ad un anno di distanza dall’introduzione del discusso limite di velocità di trenta chilometri orari in molte zone della città, l’amministrazione comunale di Bologna ha diffuso i primi risultati e sono a dir poco incoraggianti.
Meno incidenti, meno gravi. I dati
L‘analisi comparativa con il biennio 2022-2023 evidenzia una diminuzione del 13,1% degli incidenti, con 371 casi in meno. Il bilancio registra anche una riduzione di 269 persone ferite e un calo importante della mortalità: 10 vittime totali, che rappresentano 8 decessi in meno rispetto al 2023 e 11 in meno rispetto al 2022. Si è osservata inoltre una diminuzione di 60 unità nel numero di pedoni coinvolti in incidenti.
Particolarmente rilevanti sono i dati forniti dal 118, che mostrano una consistente riduzione del 31% degli incidenti più gravi (codice rosso), mentre si registra un incremento dell’8,3% degli interventi in codice verde, quelli di minore gravità. La Polizia locale ha inoltre evidenziato come la riduzione degli incidenti sia stata particolarmente significativa nelle strade radiali dei quartieri, gli assi principali che collegano le zone periferiche al centro città.
Più bici e meno auto?
L‘analisi evidenzia soltanto due elementi in controtendenza rispetto al quadro generale: un aumento dei casi in prognosi riservata, saliti a 17 contro una media di 12,5 nel biennio precedente, e una crescita degli incidenti che coinvolgono ciclisti, passati da 409 a 433. Quest’ultimo dato va tuttavia contestualizzato alla luce del significativo incremento dell’utilizzo delle biciclette: le rilevazioni mostrano infatti un aumento del 10% dei passaggi nei tre punti di osservazione, con 140mila transiti aggiuntivi per un totale di 1,58 milioni di passaggi complessivi.
Piuttosto a noi preoccupa il dato che riguarda i motociclisti, che come già notato in precedenza vede la mortalità in aumento.
Per quanto riguarda i flussi di traffico, il 2024 ha registrato una diminuzione del 5%, equivalente a circa 11mila veicoli in meno nei giorni feriali, secondo i dati raccolti dai sensori agli incroci. L’amministrazione comunale interpreta questi numeri come indicativi di un cambiamento nelle abitudini di mobilità dei cittadini, con una progressiva transizione verso modalità di spostamento più sostenibili, privilegiando il trasporto pubblico e la bicicletta rispetto all’automobile. Va inoltre considerato che la presenza diffusa di cantieri per la costruzione della rete tranviaria, particolarmente concentrati nelle aree centrali, potrebbe aver contribuito alla riduzione degli incidenti attraverso un rallentamento generale della circolazione.
Merito della Città 30?
L‘amministrazione comunale bolognese attribuisce questi miglioramenti quale effetto del progetto Città 30. La correlazione appare plausibile ma sarà necessario condurre analisi più approfondite per confermare scientificamente il legame tra i nuovi limiti e la riduzione degli incidenti. Però dobbiamo anche dire che i risultati di Bologna si allineano con le esperienze di altre città europee che hanno già adottato il limite dei 30 km/h, come Berlino, Barcellona, Bruxelles e Parigi. Queste “città 30”, pur ognuna con alcune peculiarità, hanno dimostrato che la riduzione dei limiti di velocità, se accompagnata da adeguati investimenti in mezzi di trasporto alternativi, non comporta un allungamento dei tempi di percorrenza ma contribuisce a fluidificare il traffico urbano. Probabilmente non ci servirebbero neppure i dati per vederlo con i nostri occhi: se la gente va con i mezzi pubblici o con la bici non va in auto. Però come sappiamo dal dire al fare c’è di mezzo l’attuazione, la disponibilità di vie ciclabili progettate correttamente e di un trasporto pubblico efficiente.
Finora le principali critiche al progetto di Bologna sono venute dai partiti di destra, all’opposizione nel capoluogo emiliano, e da alcune associazioni di categoria, che hanno paventato un aumento degli ingorghi e delle multe agli automobilisti. Tuttavia, nel primo anno di applicazione, la Polizia locale ha privilegiato un approccio educativo rispetto a quello sanzionatorio, concentrandosi principalmente sulla sensibilizzazione dei cittadini. Il dato sulle contravvenzioni non è ancora stato diffuso e sarebbe utile sapere se sono effettivamente aumentate o meno anche per cogliere come la popolazione bolognese abbia effettivamente recepito i cambiamenti.
I partiti di opposizione (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) hanno promosso un’iniziativa referendaria che, non avendo raggiunto il numero necessario di firme nella prima fase, ha ripreso la raccolta delle adesioni dall’11 gennaio.
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