Alto Adige, picchiano un ragazzo e lo insultano: ”Sporco italiano”. Bianchi: “Ci sono partiti, abili a intercettare i giovani, che soffiano sul fuoco dell’intolleranza”

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BOLZANO. L’aggressione con annesso pestaggio ai danni di Alex, un giovane studente – lavoratore di 18 anni, avvenuta all’esterno del Forum di Bressanone durante il “Maturaball”, ha fatto il giro d’Italia. Il ragazzo è stato malmenato a sangue, riportando un trauma cranico, la frattura del setto nasale e la frattura del pavimento orbitario.

 

Ne hanno parlato i Tg e le maggiori testate nazionali con l’Alto Adige che è finito in “prima pagina” per un’aggressione a sfondo etnico con quattro ragazzi di madrelingua tedesca che hanno pestato un coetaneo di madrelingua italiana: e, mentre lo colpivano con calci e pugni, nonostante Alex fosse inerme a terra, lo apostrofavano dandogli del “dreckwalscher“, che in gergo altoatesino significa “sporco italiano”.

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Un gravissimo episodio di razzismo, figlio di una tensione che in alcune zone della Provincia, le più periferiche (anche se il fatto è avvenuto in uno dei centri più importanti e popolosi dell’Alto Adige), esiste ancora tra la popolazione di etnia italiana e chi, invece, si considera esclusivamente tirolese e austriaco. Con una popolazione italiana che è sempre più minoranza sia numerica che dal punto di vista dell’accettazione sociale e che oggi necessita di un’attenzione, anche politica, crescente essendoci in consiglio provinciale movimenti e partiti dell’estrema destra ‘tedesca’ che sono impegnate a dividere, sempre di più, la popolazione e i due gruppi etnici. 

 

La questione tiene banco abitualmente sui banchi del consiglio provinciale di Bolzano e le esagerazioni non mancano con forze politiche che reclamano il diritto all’autodeterminazione per il popolo sudtirolese e un dichiarato ritorno tra le braccia del popolo austriaco (che però, va detto, non sempre si dimostrano così aperte e pronte ad accogliere i nostri concittadini di lingua tedesca).

 

“Non bisogna generalizzare perché non tutte le persone di madrelingua tedesca si comportano così, ci mancherebbe – commenta Christian Bianchi, assessore provinciale altoatesino alle opere pubbliche, valorizzazione del patrimonio, libro fondiario e demanio, eletto alle scorse elezioni provinciali con la Lega –, ma certamente quanto accaduto deve far scattare un campanello d’allarme, sia per la gravità del gesto che per il fatto che a compierlo siano stati dei ragazzi molto giovani. Situazioni d’intolleranza e odio ci sono sicuramente, soprattutto in realtà periferiche rispetto ai grandi centri abitati. Purtroppo, e lo dico con amarezza, ci sono partiti che s’ispirano all’estrema destra tedesca che alimentano la questione, soffiando sul fuoco in provincia di Bolzano e lo vediamo praticamente anche ad ogni consiglio provinciale con documenti e mozioni contro l’Italia e la bandiera italiana. Tali forze politiche sono poi molto abili a veicolare questi messaggi utilizzando strumenti moderni e così “arrivano” molto facilmente ai giovani. Penso ai contenuti su Youtube o Tik Tok. E’ preoccupante che si cerchi d’influenza il pensiero dei giovani, delle nuove generazioni, che dovrebbero essere il futuro dell’Alto Adige”.

 

Assessore Bianchi, siamo nel 2025: è veramente possibile che ancora si parli di altoatesini “italiani” e altoatesini “tedeschi” in una delle province d’Italia in cui si vive meglio, ammirata e apprezzata praticamente in tutto il mondo?

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“Attenzione un conto è il benessere, il Pil, la qualità della vita. Un’altra cosa è l’identità culturale. Tanti, quasi tutti i partiti che siedono in consiglio provinciale lavorano per promuovere i valori della coesistenza, dell’integrazione e della tolleranza però, ribadisco, c’è anche chi ha tutt’altre idee e diffonde messaggi che sono pericolosissimi. Il nostro lavoro deve essere continuo e mirato ad isolare chi, ogni giorno, diffonde proclami legati al fatto che l’Alto Adige non sia italiano. Le comunicazioni distorte ci sono e sono il male del nostro territorio. Non possiamo nemmeno pensare e accettare che una piccola parte delle nuove generazioni ragionino in questo modo”.

 

C’è veramente un problema così marcato riguardo le nuove generazioni?

“Beh capita sovente di trovare famiglie dove i nonni di 80 anni parlano molto bene anche l’italiano oltre al tedesco, i figli di 40 idem, mentre i più giovani non spiccicano parola in italiano perché all’interno del nucleo familiare comunicano in tedesco, frequentano le scuole dove parlano esclusivamente in tedesco, svolgono attività sportivo – ricreative e comunicano in tedesco e frequentano coetanei con cui parlano in tedesco. Ci sono ragazzi che arrivano alle medie e non hanno una minima nozione di geografia italiana, mentre sanno tutto dell’Alto Adige, del Tirolo e dell’Austria. Ai miei tempi c’era la leva obbligatoria e l’anno trascorso lontano da casa con ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia era certamente un “plus” nel percorso di formazione. I giovani altoatesini che, dopo le superiori, sceglievano di frequentare l’università andavano a Trento, Verona, Bologna, Milano, Padova. Adesso non è più così, perché i ragazzi scelgono di andare a Vienna, Innsbruck e Monaco di Baviera e poi non fanno più rientro in Alto Adige”.

 

Il quadro è preoccupante, così descritto.

“La differenza è che, per le persone di etnia italiana, il bilinguismo è diventato un valore aggiunto, una straordinaria opportunità e oggi praticamente tutti lo sono, mentre non è così per una parte – sottolineo per l’ennesima volta “una parte”, perché non bisogna fare di tutta l’erba un fascio – del mondo di lingua tedesca, i cui riferimenti si sono spostati verso l’Austria”.

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La politica cosa può e cosa deve fare?

“Ci tengo a precisare che la situazione non è mai stata e mai sarà sottovalutata e, come ho già detto, la stragrande maggioranza dei partiti è attenta a promuovere e far rispettare i valori importanti, della convivenza e tolleranza. Purtroppo c’è chi, invece, alimenta questa differenza e l’abbiamo visto anche nel consiglio provinciale che si è concluso oggi (ieri, ndr) con la proposta da parte di talune forze politiche di far rimuovere la bandiera tricolore dagli uffici provinciali. Ecco, noi dobbiamo isolare e combattere – con gli strumenti politici che abbiamo a disposizione – chi promuove idee che sono divisive”.





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