Cucina italiana: eccellenza nel Mondo

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L’Italia è identificata nel mondo come il Paese dalle millenarie tradizioni storico culturali, per le sue bellezze architettoniche e naturali, e non da meno per la sua buona tavola. Senza ombra di dubbio la cucina italiana è considerata una delle migliori al mondo, una risorsa incredibile fatta di tradizioni, alimenti, ricette e pietanze uniche.

Prestigio confermato anche dalle ultime classifiche annuali dei TasteAtlas Awards in cui emerge che l’Italia è a livello globale un’eccellenza del food a 360°. Nell’ultimo decennio, inoltre, la cucina italiana e l’enogastronomia hanno acquisito una crescente centralità nel turismo nazionale. Dato che si delinea nell’ultimo «Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano» redatto da Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’OCSE.

TasteAtlas Awards 2024/25: l’Italia si conferma ai primi posti mondiali

La cucina italiana, da sempre riconosciuta come un fiore all’occhiello, rappresenta un marchio di garanzia a fuoco del Belpaese. Gli ultimi Awards 2024/25 di TasteAtlas, “atlante mondiale della gastronomia”, la incoronano eccellenza globale del cibo, un punto di riferimento planetario per gli amanti della buona tavola. Quest’anno con solo 0,01 punti in meno della Grecia, il Belpaese si piazza al 2° posto della classifica delle 100 migliori cucine nel mondo. Seguita al 3° posto da quella messicana, e al 4° e 5° rispettivamente da quella spagnola e da quella portoghese.

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Nella classifica dei 100 migliori piatti nel mondo lo Stivale occupa ben 13 posizioni e si piazza al 2° gradino del podio con la pizza napoletana. Preceduta dalla lechona colombiana e seguita dalla picanha brasiliana. Nella classifica delle 100 migliori regioni alimentari nel mondo si aggiudica, invece, 15 posizioni. Piazzandosi al 1° posto con la Campania, al 3° con l’Emilia-Romagna, al 8° con la Toscana e al 12° con la Sicilia.

L’Italia brilla, inoltre, nella classifica dei formaggi più buoni al mondo e si piazza al 1° posto con il parmigiano reggiano, e al 4° posto con la mozzarella di bufala. Tutta italiana, inoltre, la classifica, dal 1° al 5° posto, dei piatti di pasta con in testa la pasta ‘ncasciata. Si piazza, invece, al 5° posto della classifica del miglior pane del mondo, il pane di Altamura. Mentre tra i migliori panini del globo si aggiudica la 2° posizione, il panino con il polpo.

Ma è nella classifica delle 100 migliori città gastronomiche nel mondo che l’Italia spicca il volo con 20 posizioni occupate, di cui 6 nelle prime dieci. Il podio si tinge interamente Tricolore con Napoli al 1° posto, scortata da Milano e Bologna. Rispettivamente seguite da Firenze al 4° posto, Roma al 6° e Torino al 9°.

La connessione tra turismo e cucina italiana

Stando a quanto sostenuto da Garibaldi, autrice del «Rapporto Turismo Enogastronomico Italiano 2024», da mera componente accessoria dell’esperienza di viaggio, la cucina italiana e l’enogastronomia sono divenute negli anni elementi ricercati ed apprezzati dai turisti italiani e non. Nell’ultima edizione del rapporto , infatti, viene a galla che il “turista”, nel corso del viaggio, è alla costante ricerca di esperienze gastronomiche.

Il palato, il vino e il cibo della cucina italiana diventano il motivo per fare la valigia e partire. Lo confermano i dati: un +12% sul 2023 e un +49% sul 2016 di chi è andato in vacanza per scoprire e degustare vino, olio e altri prodotti tipici. L’impatto economico e sociale del turismo enogastronomico in Italia risulterebbe significativo: 40,1 miliardi di euro nel 2023, di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto.

La cucina italiana, oltre a rappresentare un importante patrimonio culturale, può divenire un volano per l’economia del Paese. Una vera e propria mecca per gli amanti del buon cibo. Un tesoro nazionale che attrae milioni di visitatori ogni anno e che impatta positivamente sull’economia locale dei piccoli borghi. Sostiene le piccole imprese agricole e alimentari, crea posti di lavoro e promuove la valorizzazione dei prodotti tipici.



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