Il boom di Red Note contro il bando a TikTok

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La recente decisione del Governo americano di bandire TikTok ha scatenato una reazione sorprendente da parte di milioni di utenti, soprattutto giovani, che hanno abbandonato la piattaforma per migrare verso Rednote, un’app di origine cinese che sta rapidamente guadagnando popolarità: è la prima app più scaricata in USA negli ultimi 15 giorni. Questo esodo digitale – 700.000 utenti migrati in pochi giorni – rappresenta un atto di ribellione contro le politiche del Governo statunitense e una testimonianza dell’insoddisfazione generale verso il controllo sulla libertà digitale.

Il Governo Usa ha motivato il ban di TikTok con preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale, temendo possibili intrusioni dei servizi segreti cinesi. Ne abbiamo parlato su Insideover in un approfondimento dal titolo: “Perchè TikTok preoccupa gli Stati Uniti”.

Molti utenti hanno visto il ban come una mossa protezionistica mascherata da preoccupazioni per la privacy, evidenziando l’ironia del fatto che altre piattaforme americane raccolgano dati in modo simile senza subire restrizioni. Così sono diventati i “TikTok refugees”. I rifugiati americani di TikTok che sbarcano in Cina.

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La censura di Internet e dei social media nella Repubblica popolare cinese viene effettuata in base a varie leggi e regolamenti amministrativi promossi dal Governo fino dal 1996. Per permettere l’applicazione di una censura rigorosa, la Cina ha costruito un firewall chiamato “Great firewall of China” in grado di filtrare i contenuti che vengono pubblicati. Si stima inoltre che il comparto che lavora al firewall di internet in Cina abbia circa 30.000 membri operativi, addetti al controllo dei contenuti.

A causa del Great Firewall, l’accesso ai social network occidentali, come Google, Facebook, X, YouTube, è stato limitato. Per ognuno dei social più utilizzati in occidente sono stati creati dei gemelli cinesi: Google è stato rimpiazzato da Baidu, Facebook da RenRen, X da Weibo. E al posto di Whatsapp Pechino ha fornito un app sostitutiva chiamata WeChat. 

Rednote, sviluppata da una startup tecnologica cinese, è un’app di social media che combina brevi video, musica e funzionalità di messaggistica in uno stile che ricorda TikTok. Il nome dell’app è un riferimento alla rivoluzione culturale cinese, citando il “Libro Rosso” di Mao Zedong, ma la sua interfaccia moderna e le sue funzionalità innovative hanno da sempre catturato l’attenzione del pubblico più giovane.

La migrazione a Rednote è vista come una “ironia drammatica”: giovani americani, arrabbiati con il Governo che ha limitato la loro libertà digitale, stanno ora scegliendo una piattaforma cinese come simbolo di resistenza. “Consegniamo i nostri dati ad una piattaforma cinese in maniera volontaria” hanno urlato migliaia di utenti nei video di abbandono da TikTok.

Quello che utenti cinesi e utenti americani non si aspettavano è accaduto appena gli utenti USA sono sbarcati in massa sull’app cinese. Milioni di creator americani sono stati accolti in maniera calorosa dai coetanei cinesi. Ne è nato uno scambio culturale di vasta portata. Emblematica è la scelta di un utente cinese che in un video annuncia: “Ho preso 10 giorni di ferie da lavoro per raccontarvi usi e cultura cinese in maniera approfondita”. Ma non solo. Tantissimi ragazzi, dialogando, hanno scoperto dettagli come il costo della vita in Cina e USA, le tasse universitarie, il costo dei biglietti dei trasporti.

Nel video in basso, per esempio, diversi ragazzi cinesi e americani si confrontano sulle rispettive tasse, affitti, bollette meravigliandosi dell’altissimo costo della vita negli Stati Uniti rispetto ai racconti dei coetanei cinesi. Una ribellione nella ribellione.

Diversi utenti hanno definito questo fenomeno come “l’esperienza di scambio culturale più interessante della storia”.

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In un commento più in basso, l’utente MIMI MOMENTS racconta, da New York, ad un utente cinese della sua cultura africana sul tema del matrimonio.

La crescita di Rednote negli Stati Uniti non è passata inosservata. Esperti geopolitici avvertono che la diffusione dell’app potrebbe accentuare le tensioni tra Stati Uniti e Cina. Alcuni critici sostengono che il successo di Rednote dimostri come il divieto di TikTok abbia avuto l’effetto contrario, rafforzando la posizione delle piattaforme cinesi piuttosto che indebolirle.

Inoltre, l’adozione di Rednote ha riacceso il dibattito sulla necessità di regolare le piattaforme social in modo trasparente e non discriminatorio. La domanda principale è se la sicurezza nazionale sia davvero in gioco o se il divieto sia semplicemente un’arma politica.

Fino ad ora, il Governo non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali riguardo a Rednote, ma alcuni analisti prevedono che potrebbero essere presi provvedimenti simili a quelli adottati contro TikTok.

Il ban di TikTok e l’ascesa di Rednote rappresentano uno spartiacque nel panorama digitale globale. Da una parte, evidenziano l’importanza della libertà di scelta per gli utenti; dall’altra, sollevano interrogativi sull’intersezione tra tecnologia, geopolitica e diritti civili. Che questa migrazione verso Rednote sia una moda passeggera o l’inizio di un cambiamento più profondo, una cosa è chiara: i giovani americani stanno utilizzando i social media non solo come intrattenimento, ma come strumento di protesta e autodeterminazione.

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