Il giallo di Meloni da Trump. “Ma dovrebbe andare”. A Roma Nordio si iscrive a FdI

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Palazzo Chigi ancora non conferma la presenza della premier all’Inauguration day di lunedì a Washington, unica leader europea. Sarebbe un inedito per l’Italia. E intanto Arianna Meloni convince il Guardasigilli a iscriversi al partito


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Da Palazzo Chigi, con una certa dose di sadico mistero, rispondono così: “50 per cento secco, appena scioglieremo la riserva lo comunicheremo”. C’è da scoprire se Giorgia Meloni lunedì sarà a  Washington, unico capo di stato  e di governo europeo, alla cerimonia di inaugurazione della presidenza Usa di Donald Trump. Mille invitati sul prato, una geopolitica della sedia. Si potrebbe fare testa o croce, dunque. Da cosa dipenderebbe l’incertezza? “Problema di agenda”, spiegano ancora dal governo. Vabbè. “Non ho ancora deciso”, fa sapere la premier riservatamente ai curiosioni del suo partito che la tampinano sull’aereo che l’ha riportata a Roma, dopo la missione ad  Abu Dhabi. Per dare forza a questo mistero, destinato a esaurirsi oggi, c’è il mitico “punto interrogativo sull’agenda meloniana a proposito dell’inizio della prossima settimana.   Tuttavia chi la conosce molto bene dice che “dovrebbe” andare. Con un prudente ma suggestivo condizionale che spalanca le ali al terzo incontro in un mese mezzo fra Giorgia e Donald: prima la cerimonia di riapertura di Notre-Dame a Parigi, poi il blitz a Mar-a-Lago i primi di gennaio per sbloccare la carcerazione in Iran della giornalista del Foglio Cecilia Sala. 

Scavando nella memoria delle feluche italiane di lungo corso sarebbe  un evento raro, se non unico, la partecipazione di un presidente del Consiglio italiano  a questa cerimonia, solitamente riservata a corpi diplomatici, delegazioni politiche (ci saranno anche Carlo Fidanza, vicepresidente di Ecr e il segretario Antonio Giordano) o a cariche dello stato, come per esempio i presidenti delle Camere. 

Del protocollo, come è noto, a Trump importa il giusto, o quasi niente, visto che è stato lui a invitare Meloni personalmente. Questo lo ha confessato d’altronde la premier in conferenza stampa, alludendo al rapporto “privilegiato” con il neo inquilino della Casa Bianca. Da qui il ruolo di ponte con l’Europa che accarezza la leader di Fratelli d’Itali. Anche perché il primo ministro ungherese  Viktor Orbán, che ha brindato con la vodka all’elezione di Trump, ha smentito di aver ricevuto un “invito ufficiale” per l’Inauguration day. E, a proposito di Europa, non è stata invitata neanche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, reduce da complicati e misteriosi problemi di salute.
Tutto il Transatlantico si interroga su questa missione transatlantica. Dentro Fratelli d’Italia le bocche sono cucite, tra millanteria e prudenza. I parlamentari romani, nati e cresciuti politicamente all’ombra della leader fanno ragionamenti preoccupati: “Non so se andrà, ma se dovesse decidere di esserci, e ne sarei fiero, immagino la macchina imponente della sicurezza. Lunedì a Washington potrebbero esserci le due persone più politicamente potenti del mondo: Donald e Giorgia”, ragiona l’onorevole Luca Sbardella, che è anche responsabile della logistica dei grandi eventi di FdI.

Si sa che all’evento saranno presenti sul palco d’onore una serie di vip globali: dal presidente argentino Javier Milei a Elon Musk, passando per Bezos e Zuckerberg. Gli unici francesi presenti saranno il politico anti-immigrazione, Zemmour, e la sua compagna, la legislatrice europea Sarah Knafo, esponente del partito di estrema destra Reconquête. Ci sarà poi una delegazione dell’estrema destra tedesca Alternativa per la Germania (AfD), guidata dal coleader del partito Tino Chrupalla. Presenti infine l’ex premier polacco Morawiecki – da poco eletto leader dei conservatori europei – Santiago Abascal del partito ultranazionalista spagnolo Vox, e il portoghese André Ventura, leader della destra populista Chega. Non è difficile immaginare che  la “donna fantastica”, per dirla trumpianamente, leghi la propria presenza a una visita privata il giorno dopo con il neo presidente (rompendo la consuetudine con i premier britannici). “Non abbiamo ancora deciso”, ripetevano ieri sera da Palazzo Chigi. Troppe le subordinate. Di sicuro da oggi Meloni torna operativa con due novità. La prima riguarda il possibile rinvio a giudizio per la periclitante ministra Daniela Santanchè. E la seconda è l’iscrizione a Fratelli d’Italia del Guardasigilli Carlo Nordio su richiesta e spinta di Arianna Meloni. Si possono dividere le carriere dei magistrati, ma non il destino politico delle sorelle d’Italia. 
 





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