Olbia approva il PAI definitivo

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Olbia. Un passo decisivo verso un futuro più sicuro e sostenibile: grazie all’approvazione della variante al Piano di assetto idrogeologico (Pai), ufficializzata nel Buras n. 1 del 2 gennaio 2025, Olbia potrà guardare ai fenomeni climatici estremi con occhi più sereni. Questo aggiornamento rappresenta la risposta concreta alle necessità di una città ancora segnata dalle devastazioni dell’alluvione del 2013, che causò numerose vittime e danni per milioni di euro.

Il ricordo dell’alluvione che sommerse Olbia nel 2013 è ancora vivo nella memoria collettiva. Piogge torrenziali e il conseguente straripamento dei principali corsi d’acqua misero in luce le gravi criticità del territorio, evidenziando l’urgenza di un piano di messa in sicurezza strutturale. Dopo un iter lungo e complesso, caratterizzato da numerosi studi, progetti (e bocciature), la città può finalmente contare su una pianificazione idraulica e urbanistica aggiornata.

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Durante la conferenza pubblica del 16 gennaio intitolata “Il nuovo Pai di Olbia: sicurezza e sviluppo per la città”, il sindaco Settimo Nizzi e Simone Venturini, direttore tecnico di Technital, hanno illustrato l’importanza di questo traguardo. Grazie al nuovo Pai, le aree classificate come Hi4 (ad alta pericolosità idraulica) sono state ridotte da 7,5 km² a 2,4 km², aprendo nuove possibilità per l’edilizia e la pianificazione urbana.

“Con la firma del decreto da parte della presidente della Regione Alessandra Todde è diventato attuativo il PAI vigente. Quello che andiamo ad illustrare oggi è frutto di un lavoro di anni, un lavoro duro e stupendo; siamo punto di riferimento anche per moltissime altre amministrazioni a livello nazionale. Aver potuto redigere un piano cosî difficile ed articolato ci pone oggi nelle condizioni di essere orgogliosi di presentare un piano facilmente leggibile e comprensibile per tutti i cittadini. Tutto il lavoro svolto è propedeutico a redigere il progetto delle opere che porteranno il territorio del Comune di Olbia a realizzare infrastrutture che porteranno il rischio che abbiamo oggi a livello H0; quando tutte le opere verranno realizzate e collaudate arriveremo a rischio zero” ha dichiarato il sindaco Nizzi.

Il piano integra interventi strutturali fondamentali, inclusi nel progetto “Olbia e le sue acque”:

  • Primo canale scolmatore: deviazione delle acque del Rio Seligheddu verso il Padrongianus.

  • Secondo canale scolmatore: intercettazione del Rio San Nicola per ridurre il rischio di alluvioni nella zona di Cabu Abbas.

  • Adeguamenti urbani: miglioramento di canali e ponti per garantire una maggiore capacità di deflusso.

Il Pai è già in procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via), con le ultime osservazioni in fase di analisi. La Conferenza di Servizi ha già dato il via libera, e i pareri degli enti interessati sono stati acquisiti. Entro 20 giorni, la Commissione Via si riunirà per approvare definitivamente il piano, avviando i lavori sui tre grandi comparti del progetto.

L’aggiornamento del Pai apre la strada a una revisione del Piano Urbanistico Comunale (Puc), consentendo costruzioni in zone prima vincolate, come Porto Rotondo e San Pantaleo. “Oggi si può costruire anche in aree a rischio limitato, presentando un progetto edilizio e una relazione idraulica”, ha spiegato il sindaco Nizzi. Tuttavia, permangono restrizioni, tra cui il divieto di realizzare piani interrati nelle nuove costruzioni.

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La riduzione delle aree ad alta pericolosità idraulica è significativa: circa il 70-80% delle aree precedentemente vincolate sarà ora considerato edificabile, liberando spazi in quartieri chiave come il centro storico e le zone turistiche di pregio. L’impatto è stato calcolato considerando le più recenti normative e modelli matematici avanzati, che tengono conto della vulnerabilità della popolazione, dei livelli di allagamento e della velocità delle acque.

Ed a proposito degli espropri annunciati, il primo cittadino sottolinea: “non vogliatecene se abbiamo forzato un po’ la mano con gli espropri per rendere possibile la realizzazione dei progetti che andranno ad essere approvati a breve ma per noi è troppo importante il bene comune; abbiamo troppo a cuore la sicurezza di tutti per far finta che il dolore di un amico a cui si porta via un pezzo di terreno sia più rilevante. Un pezzo di terreno portato via al singolo, che crea beneficio all’intera comunità, può dirsi un danno? L’acqua va dall’alto verso il basso, laddove non sia possibile deviarla, gli espropri sono necessari”.

 





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