Un razzo Starship di SpaceX, la compagnia spaziale di Elon Musk, è esploso a pochi minuti dal lancio nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 gennaio nel corso del settimo test. Il vettore, pur danneggiato, è riuscito a rientrare. Il lancio è avvenuto alle 16:37 locali (le 23:37 italiane) dalla base in Texas. Stando alla ricostruzione della società, il contatto radio sarebbe stato perso circa otto minuti e mezzo dopo il lancio. Tutti i rottami sarebbero caduti nell’area di sicurezza designata. “Il successo è incerto, ma il divertimento è garantito” ha twittato Elon Musk su X commentando l’accaduto. “Serve come promemoria per ricordare che i test condotti in fase di sviluppo sono per definizione imprevedibili” ha aggiunto SpaceX in una nota. A causa dei detriti, il traffico aereo commerciale sarebbe stato deviato sopra il golfo del Messico. Un video girato da un aeroplano mostra lo scoppio. L’episodio pone il problema della sicurezza dei lanci spaziali, nel momento in cui il numero di operazioni sta aumentando, e queste devono necessariamente incrociarsi con il normale traffico passeggeri e cargo dei velivoli. Nei giorni scorsi, la compagnia australiana Qantas aveva annunciato di essere stata costretta a ritardare i propri voli in diverse occasioni proprio per la presenza di spazzatura spaziale sulle rotte.
Come un fumetto
Chi l’avrebbe mai detto che i razzi di SpaceX (società che fa capo a Elon Musk) avrebbero costretto gli aerei a fare lo slalom? Eppure è quello che sta succedendo nei cieli tra l’Australia e il Sudafrica, dove l’imprenditore è nato e dove, secondo la stampa locale, Qantas si trova costretta a ritardare regolarmente i suoi voli per evitare la caduta di detriti spaziali. Uno scenario che sembra uscito da un fumetto di Asterix e Obelix, dove il capo del villaggio dei due galli aveva paura che il cielo gli potesse cadere in testa. Solo che per la compagnia aerea australiana è diventato un rischio reale e quotidiano, almeno sulla rotta Sydney-Johannesburg. “Riceviamo notifiche last-minute dal governo americano riguardo al rientro dei razzi e dobbiamo posticipare le partenze per motivi di sicurezza“, ha dichiarato Ben Holland, capo delle operazioni di Qantas. E la situazione sta peggiorando mese dopo mese.
Le ragioni di un problema
Il problema, infatti, è destinato solo a crescere a causa delle politiche espansioniste delle aziende che gestiscono i lanciatori e che stanno guidando l’attuale fase di rapida espansione del mercato spaziale. SpaceX è passata da 33 lanci nel 2021 a ben 134 nel 2024, un aumento vertiginoso che riflette l’esplosione del mercato spaziale commerciale. La compagnia di Elon Musk ha scelto l’Oceano Indiano meridionale come zona di rientro per i suoi razzi proprio per la sua relativa “solitudine”. Peccato che proprio lì passino le rotte aeree che collegano l’Australia meridionale con il Sudafrica. Non sono tantissimi voli, almeno rispetto alle rotte atlantiche o a quelle del Pacifico: si può stimare che ci siano almeno 20-25 collegamenti settimanali tra i due paesi, con la possibilità di un numero ancora maggiore durante i periodi di picco. Sono tuttavia più di 15mila persone che tutte le settimane viaggiano da una città all’altra. E basterebbe un unico incidente per fare una strage.
E non si può neanche chiedere a SpaceX di cambiare strategia perché scaricare spazzatura spaziale a terra è un aspetto ineludibile delle sue operazioni. Infatti, i numeri fanno capire la scale del fenomeno. Ogni razzo Falcon 9 lascia in orbita uno stadio superiore di 3,5 tonnellate che prima o poi deve rientrare nell’atmosfera. Non tutto brucia durante la caduta: nel 2015 un pezzo di 10 metri per 4 è stato ritrovato sulle coste britanniche delle Isole Scilly. Nel 2022 altri frammenti sono stati scoperti persino sulle Snowy Mountains del Nuovo Galles del Sud, in Australia.
La situazione è così seria che SpaceX ha dovuto istituire una hotline dedicata per chi trova pezzi dei suoi razzi. “Se credete di aver identificato un detrito spaziale, non toccatelo“, avverte l’azienda, chiedendo invece di segnalare la posizione. L’Aerospace Corporation stima che ogni anno cadano sulla Terra tra i 200 e i 400 pezzi di spazzatura spaziale abbastanza grandi da essere tracciati. E sono destinati ad aumentare. C’è anche chi li studia e addirittura, ritenendo che il problema diventerà molto più grande, ha creato una società per prevenire questo tipo di incidenti: è Privateer, cofondata da Steve Wozniak (il socio di Steve Jobs per la nascita di Apple) e altri due soci, secondo i quali oggi abbiamo 27mila oggetti nello spazio, e la maggior parte sono satelliti inattivi.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link