Egregio professor Marco Dell’Isola, detto in sincerità, non interessa più di tanto conoscere come finirà la vicenda giudiziaria dei noti personaggi travolti dallo scandalo dei concorsi Tfa all’Università di Cassino. Chi è stato messo ai domiciliari, come pure gli indagati a piede libero, si difenderà e, con una certa probabilità, ne uscirà fuori senza eccessive complicazioni nella vita pubblica. Altra cosa saranno i conti con la propria coscienza, sempre difficili da chiudere, per chiunque. Anche per chi non viola il codice penale o la deontologia della propria professione.
Ma importa, e molto, sapere o comunque ipotizzare come ne uscirà l’immagine e, soprattutto, il percorso di ripresa che l’Università di Cassino aveva imboccato dopo la vicenda del buco da 44 milioni di euro, per mancati versamenti di contributi previdenziali (che, scoperto nel 2017, segnerà i bilanci d’ateneo almeno fino al 2029). Sì perché lo scandalo di questi giorni – finito su tutti i media nazionali – non lo si può chiudere dicendo – come pur s’è lasciato sfuggire lei, esimio Rettore, che peraltro non c’entra nulla con l’inchiesta – che “non si può far di tutta l’erba un fascio”. Soprattutto perché non sappiamo ancora che estensione abbia l’area infestata da mettere nella balla di piante da estirpare. Il fatto è che l’inchiesta è limitata ad una annualità concorsuale 2022-2023, mentre il giro di esami, corsi e introiti da Tfa copre un arco di tempo di quasi 5 anni e investe cifre importanti per gli stessi bilanci Unicas. Complessivamente qualche addetto ai lavori ha stimato un valore di circa 35 milioni di euro. Le pratiche corruttive e degradanti, oltre che truffaldine, denunciate dall’accurata e documentata indagine della Guardia di Finanza – un dossier che non deve essere stato semplice portare avanti con tranquillità – sono quelle cristallizzate nell’ordinanza? O ci sono filoni ulteriori che riguarderanno anche concorsi precedenti e quelli in via di espletamento? Insomma quant’è grande e profonda effettivamente la “ferita”?
I contorni dell’indagine. Prof sostituiti. Il direttore si mette in aspettativa
Lei, professor Dell’Isola, in una nota rassicura “che il lavoro dell’Università continua con scrupolo e rinnovata attenzione, soprattutto per evitare ai corsisti e agli studenti ulteriori disagi”. Aggiunge che “i docenti per i quali la magistratura ha chiesto un provvedimento sospensivo sono stati prontamente sostituiti senza alterare in alcun modo lo svolgimento delle attività didattiche già programmate (calendario delle lezioni e degli esami)”. Va ricordato, inoltre, che il legale ha consigliato al direttore dell’Area Risorse Umane di mettersi in aspettativa: quindi anche il numero 2 della filiera burocratica d’Ateneo dovrà essere sostituito. Probabilmente, nei suoi panni, professore, non si sarebbe potuto aggiungere altro. Ma non è che una storia del genere, vissuta in quello che è il tempio della meritocrazia, della fatica e dell’eccellenza, possa esaurirsi nel lavoro degli ottimi uomini della Finanza e del magistrato inquirente della Procura. Resterebbe un problema di fondo che ha a che fare con la fiducia stessa nell’istituzione. Emerge da una sfilza di intercettazioni telefoniche, di messaggi WhatsApp, conversazioni fra i protagonisti captate da cimici. Al di là del triste elenco di candidati e delle relative dazioni di denaro. Con anticipi a volte restituiti – come si fa con le caparre per acquistare immobili – quando l’operazione non andava in porto, perché gli interessati dimenticavano le imbeccate che arrivavano loro sui vari argomenti d’esame.
Non è una vicenda da chiudere con frasi fatte o cambiando fattispecie
Ora nel concreto di cosa parliamo? Virgolettiamo: “Il massimo dei punteggi nelle prove scritte e orali ai candidati che gli venivano segnalati, a prescindere dalla correttezza del contenuto dei relativi elaborati”. … “Alterare l’esito del concorso modificando il voto inizialmente attribuito alla candidata nella prova scritta, innalzandolo da 26 a 30, consentendole così di occupare una posizione in graduatoria tale da garantirle il superamento del concorso”. … “Si faceva consegnare la lista delle domande da cui sarebbero stati sorteggiati i test somministrati in sede di prova selettiva”. … “otteneva la lista delle domande da cui sarebbero stati sorteggiati i test somministrati in sede di prova preselettiva, nonché gli argomenti oggetto della prova scritta…”. Frasi che ci spiattellano l’istantanea di come il merito e la buona fede siano stati truffati e l’incognita di posti di insegnamento attribuiti a persone che li hanno sottratti a chi ne aveva diritto. Per non parlare degli effetti sulla qualità del servizio formativo destinato a persone con disabilità. Insomma, che si tratti di corruzione o di “scambio di favori”, come sembra lei abbia precisato nel corso dell’incontro con i corsisti Tfa – riferendosi alle accuse ai due docenti – poco cambia nella entità del “vulnus” subito da Unicas.
Il danno all’Ateneo è un attacco al futuro di tutto il Lazio meridionale
Se è difficile recuperare in pieno la fiducia di un amico o di un parente dopo un tradimento, lo è ancora di più nei confronti dell’opinione pubblica e dei giovani che guardano all’Ateneo di Cassino e del Lazio meridionale con la speranza di chi cerca un futuro che concretizzi le proprie competenze, aspirazioni, qualità. Unicas individuerà le cose da correggere e gli organigrammi da rivedere. Magari qualche sostituzione indotta dalla magistratura poteva essere fatta prima. Ma è chiaro che dovrà riprendere il percorso di rilancio, che il progressivo risanamento dei conti stava favorendo, compiendo uno sforzo ulteriore.
Caro Rettore Dell’Isola, siamo certi che il corpo docente e gli amministrativi avranno ancora la fiducia dei giovani e dei tanti che conoscono il valore indiscusso di quanti – insieme a lei – producono alta formazione, ricerca e trasferimento di esperienze innovative al mondo produttivo. Ma d’ora in poi avrete da parte di molti una “fiducia condizionata”, in attesa di conferme che la “lezione” Tfa porti a superare superficialità e inefficienze organizzative, a neutralizzare gli effetti distorsivi di parentele e amichettismi. Ne va del ruolo e del futuro di Unicas e quindi di tutto il Lazio meridionale. Una partita troppo importante per essere magari messa a rischio da una cupoletta di bramosi don Chisciotte.
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