Vuoi aderire a una comunità energetica? Ecco come fare

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Uno strumento importante per la transizione ecologica, per la cittadinanza attiva e per l’economia solidale. Istituite nel decreto Milleproproghe del 2019, ci sono voluti quattro anni perché il modello della CER, la comunità energetica, diventasse oggetto dei contributi del PNRR, di cui il Governo italiano ha pubblicato il decreto che definisce criteri e modalità delle richieste. Facciamo un passo indietro: che cos’è una CER? Una Comunità Energetica Rinnovabile è un soggetto giuridico i cui soci  condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti a fonte rinnovabile alias gruppi di autoconsumo diffuso

In Italia il numero di Comunità Energetiche Rinnovabili, le CER, è in rapida crescita. Secondo l’Electricity Market Report 2024 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, aggiornato a maggio 2024, sono 168 le iniziative individuate per la costituzione di configurazioni per l’autoconsumo su territorio nazionale, con un incremento dell’89% rispetto al 2023. Solo 46 di queste al momento risultano effettivamente attive, mentre le altre 121 sono ancora in fase progettuale.

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Un’ulteriore analisi condotta da Maps Group e pubblicata a luglio 2024 evidenzia una crescita ancora più imponente: il totale delle comunità sembra essere salito a 405, con un incremento del 135%. Il numero di consumatori rispetto all’anno precedente è quadruplicato, raggiungendo i 15.837, mentre i produttori sono diventati 462, con una potenza fotovoltaica complessiva di 142 MW, e i prosumer sono arrivati a 4.200, con una potenza fotovoltaica complessiva di 183 MW.

Pannelli solari. Foto tratta da Pixabay

Queste divergenze nei dati possono derivare da differenti metodologie di rilevazione: resta il fatto che il numero di CER è in continua evoluzione, grazie anche agli incentivi e alle politiche promosse per favorire l’autoconsumo e la produzione di energia da fonti pulite. Come si legge su Rinnovabili, in termini quantitativi, ossia di numero di comunità energetiche rinnovabili attive, le regioni più virtuose sono il Piemonte, il Lazio, la Sicilia e la Lombardia, che insieme rappresentano quasi la metà del totale delle iniziative su territorio nazionale.

COME ADERIRE

Tutti possono partecipare a una CER: all’interno di una comunità energetica ci sono i prosumer, ossia i soggetti che installano l’impianto e che producono quindi l’energia per il proprio consumo e la condivisione con gli altri membri della comunità, e i consumer, chi fruisce dell’energia autoprodotta. Aderire a una comunità energetica già esistente è semplice. Per prima cosa occorre verificare la presenza di una CER nella propria zona di residenza e identificarla.

Per l’utente non c’è bisogno di fare cambi di gestore, cambi di bolletta o siglare nuovi contratti

Ogni territorio è suddiviso in zone di cabine elettriche primarie e attraverso la mappa interattiva si possono localizzare le aree sottese alle 2.107 cabine presenti sul territorio nazionale. Dal momento che le CER operano su base locale, è importante trovarne una vicino casa o poco distante dal proprio ufficio: si possono consultare i registri ufficiali, cercare online o mettersi in contatto con le aziende che supportano la creazione e la gestione delle CER.

Dopodiché bisogna valutare i requisiti di adesione. Ogni CER ha un regolamento interno che definisce chi può aderire e le modalità di partecipazione. Nei requisiti specifici possono esserci la vicinanza geografica, il tipo di consumatore e altri elementi. Una volta individuata la CER “giusta”, quindi nella propria area di residenza, si contattano i referenti.

A questo punto rimane solo da formalizzare l’adesione per iniziare a far parte ufficialmente della CER scelta. «Si associa virtualmente il proprio numero di contatore, il POD, all’impianto e quindi alla comunità energetica in questione. Ora basta semplicemente fare richiesta scritta di diventare membro: all’utente verranno chiesti alcuni dati presenti in bolletta e si avvia l’affiliazione virtuale alla comunità», spiega Elena Putti, presidente della Comunità Energetica Rinnovabile SOle – SOlidale, Libera ed Ecologica, la prima della Liguria.

comunità energetica
L’impianto  fotovoltaico da 19,6 kwp di CER SOle a Genova

È fatta! A partire dal giorno dell’affiliazione infatti si diventa ufficialmente membri della CER. «Sottolineo che per l’utente non c’è bisogno di fare cambi di gestore, cambi di bolletta o siglare nuovi contratti», puntualizza Putti. «L’unica cosa da fare è associarsi alla comunità energetica scelta e versare una quota associativa: nel caso di CER SOle, che è un’associazione di promozione sociale, si tratta di una cifra simbolica di 10/20 euro all’anno».

Nel caso di comunità energetiche solidali, i benefici economici che si ottengono vengono direttamente inoltrati all’associazione, che poi li redistribuisce a supporto di progetti sociali e ambientali sul territorio di riferimento. L’intento di chi si associa è quello di generare un impatto positivo anche dal punto di vista economico e questo sicuramente è un obiettivo che le CER centrano in pieno, come ha spiegato la collega Elisa Cutuli, in un recente articolo proprio sui vantaggi delle comunità energetiche.

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«Se invece non c’è una comunità energetica nei dintorni della propria residenza e si sta riflettendo sul costituirne una il discorso si fa più complesso perché bisogna valutare in quanto tempo rientra l’investimento dell’impianto, che sarebbe poi il costo principale», mi ha spiegato Andrea Cavalleroni di Cittadini Sostenibili, community manager di CER SOle. Una volta scelto e collocato l’impianto, associarsi alla CER ha un costo abbastanza irrisorio. «Per la nostra esperienza, il consiglio tecnico che possiamo dare è quello di cercare di installare l’impianto vicino a un grande consumatore di elettricità, come per esempio un piccolo esercizio commerciale [la comunità energetica si trova vicino a una pizzeria, ndr]: in questo modo ci sarà un risparmio diretto che verrà poi scalato dalla bolletta».

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Pannelli solari. Foto tratta da Pixabay

Se invece un cittadino ha già un impianto di produzione di energia rinnovabile, come ad esempio dei pannelli solari in terrazzo, bisogna per prima cosa verificare la compatibilità con il sistema della comunità energetica e in ogni caso potrebbe essere necessario installare un contatore bidirezionale per monitorare l’energia immessa e prelevata dalla rete.

I VANTAGGI

Le CER favoriscono l’autosufficienza energetica perché riducono la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali e da fornitori esterni. Si stimola l’economia del territorio creando nuove opportunità di lavoro, sostenendo le imprese locali e riducendo le importazioni di energia e si contribuisce allo stesso tempo a trattenere ricchezza all’interno della comunità. E poi c’è il lato positivo della resilienza della propria rete: le comunità energetiche sono meno vulnerabili ai blackout o agli aumenti dei prezzi dell’energia a livello nazionale o internazionale. Entrare in una CER rafforza il senso di collaborazione e la responsabilità condivisa verso un futuro sostenibile: è un’opportunità per imparare di più sull’energia rinnovabile, l’efficienza energetica e il ruolo che ciascuno di noi può avere nella transizione ecologica.



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