Crowfunding, a Napoli la prima piattaforma autorizzata del Mezzogiorno

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È la napoletana EquyCrowd, la prima e unica piattaforma di crowdfunding autorizzata nel Mezzogiorno.

Il Sud Italia in maniera ormai consolidata è ai primi posti per StartUp e PMI innovative in rapporto alla popolazione ed in rapporto alle altre imprese, ma è agli ultimi posti per raccolta tramite campagne di equity crowdfunding. 

«L’obiettivo è quello di contribuire a invertire questa tendenza facilitando l’accesso al crowdfunding. – spiega l’amministratore delegato Michele Di Salvo – Contando sulla limitrofità, ma soprattutto su una rete di professionisti e realtà con cui abbiamo stretto rapporti di collaborazione e supporto per far conoscere e affrontare insieme le sfide di questa forma innovativa di finanziamento per le imprese».

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«Nel contesto della nuova realtà europea e di una maggiore competizione spesso riservata e concentrata su realtà già consolidate e su raccolte di capitale elevato – continua Di Salvo – EquyCrowd punta a supportare “i piccoli”, in un percorso strutturato e di crescita reale e sostenibile».

L’AZIENDA

Equity & Crowdfunding nasce dall’idea di quattro professionisti campani per sostenere le StartUp e PMI innovative nel loro processo di crescita.

«Con un’attenzione particolare alle realtà del centro-sud, EquyCrowd si concentra in particolare su progetti pre-seed con valorizzazione iniziale premoney intorno al milione di euro per una prima campagna equity. – affermano dall’azienda – L’obiettivo è valorizzare e accompagnare le StartUp e PMI innovative in un processo di adeguamento normativo, di valutazione e valorizzazione prudenziale, di allargamento della compagine sociale e di conoscenza verso il largo pubblico». 

Una missione che si intreccia trasversalmente con le professionalità dei soci fondatori: Michele Di Salvo, amministratore delegato, consulente in ristrutturazione e internazionalizzazione di impresa; Adelia Landolfo, avvocato civilista, con particolare attenzione al diritto di impresa; Fabio Ronco, dottore commercialista, esperto di finanza agevolata; Clemente Arvonio, consulente d’impresa e di progettazione.

EQUITY CROWFOUNDING

L’equity crowdfunding è una forma di finanziamento collettivo che permette a un’azienda di raccogliere capitali da un gran numero di piccoli investitori attraverso piattaforme online specializzate. In cambio del loro investimento, gli investitori ricevono una quota del capitale dell’azienda. Questo significa che diventano azionisti e possono beneficiare della crescita e del successo della StartUp.

«A differenza del crowdfunding tradizionale, dove i sostenitori ricevono ricompense o servizi, l’equity crowdfunding offre una partecipazione diretta nel capitale dell’impresa. – spiega Di Salvo – È un modo per “democratizzare” l’investimento, rendendo possibile per chiunque, non solo per i grandi investitori istituzionali, partecipare alla crescita delle StartUp».

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IL NUOVO SCENARIO EUROPEO

L’Italia è stato il primo Paese europeo a regolamentare l’equity crowdfunding. Negli scorsi anni c’è stato un fiorire di piattaforme e un susseguirsi di campagne di raccolta che hanno raccontato storie di innovazione (non proprio sempre) e fatto sognare centinaia di investitori e founder.  Poi è arrivato il Nuovo Regolamento Europeo.

Una delle cose che sono cambiate è il numero delle piattaforme operative e il fatto che oggi non c’è più una distinzione netta fra lending ed equity considerando che il nuovo regolamento permette a un portale di poter fare sia la parte di equity sia la parte di debito. Oggi è più corretto parlare di crowdinvesting

Dopo una corsa all’autorizzazione, il nuovo regolamento ha previsto valutazioni più stringenti in ambito governance e patrimonio.

Attualmente le piattaforme sono scese da circa 70 a circa 30 (di cui una decina estere) e continua un trend di fusione che si muove in questo senso in tutta Europa, per poter resistere a un mercato sempre più competitivo. Mercato che oggi permette di operare in Italia anche a portali internazionali.

I portali sono chiamati a vigilare sul rispetto delle regole, alla tutela degli investitori, e sono vigilati sia da Consob che da Banca d’Italia secondo gli stessi standard di banche e SIM. Per questo motivo una piattaforma autorizzata è innanzitutto un partner nel processo di adeguamento normativo e di una corretta valorizzazione delle imprese. Solo dopo è anche lo strumento per raccogliere capitali. In questo senso siamo alternativi e competitivi rispetto sia alle banche tradizionali sia ai finanziamenti pubblici.





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