Il governo israeliano ratifica la tregua. 8 ministri contrari

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di Lino Sasso





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L’accordo sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi è stato approvato dal governo israeliano al termine di una lunga giornata di trattative e riunioni, conclusasi all’una della scorsa notte. Dopo sette ore di discussioni, il piano, siglato a Doha, è stato votato da 24 ministri a favore e 8 contrari e entrerà in vigore domenica 19 gennaio, con il cessate il fuoco previsto per le 12:15 locali (11:15 in Italia). L’ufficio del primo ministro Netanyahu ha confermato che il primo rilascio avverrà alle 16:00.
Secondo l’accordo, nella prima fase saranno liberati 33 ostaggi, tra cui donne, bambini e anziani, mentre Israele rilascerà oltre 1.700 detenuti palestinesi. Di questi, 95 saranno liberati domenica: la maggior parte sono donne, incluso un minore condannato per omicidio. Tra i rilasciati figura anche Khalida Jarrar, parlamentare palestinese. Inoltre, 65 ostaggi restano a Gaza, insieme ai corpi di almeno 36 vittime. Hamas fornirà un rapporto sullo stato degli ostaggi sette giorni dopo l’inizio della tregua. Nonostante l’approvazione, il piano ha incontrato forti resistenze, in particolare da parte dei ministri ultranazionalisti Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che si oppongono al rilascio di detenuti palestinesi, considerandolo un rischio per la sicurezza. Ben Gvir, pur ribadendo il sostegno al governo Netanyahu, ha definito l’accordo “pericoloso” e ha avvertito che i detenuti rilasciati potrebbero tornare a compiere atti terroristici. Il ministro della Difesa Israel Katz ha annullato gli ordini di detenzione amministrativa per i coloni israeliani, una decisione che ha suscitato polemiche nello Shin Bet ma intende sostenere il progetto di insediamento nei territori occupati. Netanyahu ha rassicurato il suo governo, affermando di avere il pieno sostegno degli Stati Uniti per un ritorno alle operazioni militari qualora la seconda fase dell’accordo fallisse. Intanto, una copia dell’accordo trapelata sui media mostra che la seconda fase prevede il rilascio di tutti gli ostaggi in cambio della fine del conflitto e accordi sulla ricostruzione di Gaza. Tuttavia, Netanyahu insiste affinché l’Idf mantenga il controllo del corridoio Filadelfia tra Egitto e Striscia almeno fino al 50° giorno dell’intesa.


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