Juventus-Milan risultato 2-0: Mbangula e Weah lanciano Thiago Motta nello scontro diretto per l’Europa

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di
Alessandro Bocci, inviato a Torino

Due reti nella ripresa lanciano la Juventus contro il Milan: a segno Mbangula (con deviazione di Emerson Royal) e Weah, i bianconeri tornano al successo

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I segnali di crescita si erano visti a Bergamo e trovano conferma contro il pallido Milan di Conceicao. La Juventus torna a vincere un mese dopo l’ultima volta e prova a mettersi alle spalle la sgradevole sindrome da pareggio che l’ha affossata sino adesso. Il 2-0 con cui strapazza i rossoneri matura nel secondo tempo e segna un’inversione di tendenza: sino adesso il Diavolo, con il nuovo allenatore, era sempre venuto fuori alla distanza tranne che con il Cagliari. E la prima volta lo aveva fatto proprio nella notte di Riad, annichilendo la squadra di Thiago. Adesso Motta si prende la rivincita.

La cronaca di Juventus-Milan

La Juve gioca la miglior partita del campionato, ma sino all’intervallo il Milan aveva tenuto botta, serrando le fila e tentando qualche ripartenza. Ma nella ripresa, la terra di Sergio, la squadra si dissolve e si consegna agli avversari. Due gol in cinque minuti: sblocca il risultato Mbangula, l’unico cambio rispetto a Bergamo, anche se è decisiva la deviazione maligna di Emerson Royal. Il raddoppio lo firma Weah, quinta rete, entrato al posto dell’infortunato Yildiz (adduttore), che si era fatto male sprecando l’occasione migliore del primo tempo. Stavolta la Juve non si fa rimontare. La crescita è evidente. Quarta per una notte in attesa della Lazio. Serviranno conferme e il calendario non dà tregua: Bruges e Napoli sono trasferte pericolose.




















































Conceicao ha lo sguardo torvo. Il Milan perde lo spareggio per la Champions e fa un deciso passo indietro. È la prima sconfitta per il portoghese di ferro, che ha imposto nuove regole e una disciplina da caserma. Un po’ poco per risolvere i problemi profondi della sua creatura. I risultati, stando almeno al campionato, sono modesti. Il primo scontro diretto si trasforma in una delusione profonda. Il migliore del Milan è Maignan, tre parate vere sullo 0-0. Il portiere francese allunga la vita al Diavolo, che però è troppo pigro, lento, inconcludente. La Juve nel secondo tempo ha più ritmo, geometrie, velocità e travolge i rivali, surclassandoli a centrocampo.

Thiago rinuncia a Vlahovic, come a Bergamo, ma modifica lo scacchiere. In casa dell’Atalanta ci aveva provato con un 4-2-4 in cui Koopmeiners e McKennie cercavano di non dare punti di riferimento agli avversari. Stavolta, nel 4-3-3 speculare a quello dei rivali, Mc Kennie fa il terzino destro, l’incerto Koop gioca a centrocampo e Nico Gonzalez è il falso nove. L’olandese e l’argentino confezionano l’azione dell’1-0 di Mbangula, mentre quella del 2-0 nasce da una bella verticalizzazione di Thuram.

Conceicao, alla fine, dice che il suo Milan avrebbe dovuto avere più fame. Ma il calcio non è solo lotta. Servirebbero più idee, più gioco, un piano tattico preciso. La Supercoppa è lontana. E la squadra è ancora gravemente malata. Anche i singoli non funzionano: il sempre presente Fofana ha precise responsabilità sul secondo gol ed era successo anche contro il Cagliari, Reijnders è fuori partita e Abraham non convince. Il Milan ha assoluta necessità di un attaccante. Nello stadio della Juve ha due opportunità, entrambe nel primo tempo, ma le spreca per mancanza di cinismo: Leao si fa stregare da Di Gregorio e l’incornata di Theo sbatte su Gatti. Il tempo stringe e all’orizzonte (il 2 febbraio) c’è il derby.

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18 gennaio 2025 ( modifica il 18 gennaio 2025 | 21:19)

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