La Corte Suprema americana ha confermato il ban di TikTok negli Stati Uniti: e adesso?

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Domani è il 19 gennaio, data in cui la proprietà di TikTok, la cinese ByteDance, dovrà vendere i propri asset negli Stati Uniti oppure accettare il divieto di utilizzo dell’applicazione nel Paese, che conta circa 170 milioni di utenti nel Paese.

Ieri è arrivata la conferma ufficiale da parte della Corte Suprema americana, che ha ritenuto costituzionale la legge firmata la scorsa primavera dal Presidente Joe Biden (e già validata dalla sentenza di una corte di grado inferiore il mese scorso) che sanciva il tutto. La legge avrebbe lo scopo di tutelare gli utenti americani dei social media dall’influenza del governo cinese e di proteggere i loro dati personali. ByteDance, che ha acquistato l’app Musical.ly e l’ha fusa con TikTok nel 2017, ha infatti sede a Pechino, e aveva sollevato dubbi circa la costituzionalità della legge. Le critiche non sono mancate nemmeno dall’interno: secondo alcuni, la decisione dell’amministrazione Biden nei confronti della società straniera rappresenta un attacco alla libertà di parola e al lavoro dei content creator, ma il Dipartimento di Giustizia continua a considerare TikTok un rischio per la sicurezza nazionale.

«Non c’è dubbio che, per più di 170 milioni di americani, TikTok offra una possibilità di espressione particolare ed espansiva, come anche modalità di coinvolgimento e di creazione di una comunità», questo quanto ha scritto la Corte motivando la propria decisione. «Ma il Congresso ha deciso questo ban per ragioni di sicurezza nazionale ben argomentate. Le preoccupazioni riguardano infatti il modo in cui TikTok utilizza i data raccolti e le sue relazioni con un avversario straniero».

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Che cosa succederà dunque domani?

ByteDance potrebbe vendere, ma non sembra intenzionata a farlo. Perché?

Semplicemente perché non vogliono. La società madre cinese di TikTok, ByteDance, ha dichiarato più volte di non essere interessata alla vendita. TikTok è solo una frazione delle attività di ByteDance, e la piattaforma non sta nemmeno guadagnando soldi, nonostante la sua popolarità negli Stati Uniti. ByteDance sembra pronta a terminare del tutto TikTok, piuttosto che separarsi dall’algoritmo dal valore inestimabile su cui si basa. C’è stato un certo interesse, in particolare da parte del miliardario Frank McCourt, ad acquistare la piattaforma senza il suo “ingrediente segreto”, e questa settimana diverse testate hanno riferito che la Cina stava valutando un’eventuale vendita a Musk, ma entrambi gli scenari sembrano fantascientifici, alla vigilia della scadenza fissata.

Trump farà qualcosa?

Trump ha dichiarato di voler mantenere in vita TikTok, menzionando la sua popolarità sulla piattaforma. Ha cercato di far sospendere il divieto dalla Corte Suprema per avere modo di agire mentre sarà in carica, ma non è chiaro cosa potrebbe fare se ne avesse l’opportunità. Il Washington Post ha riportato che pare stia pensando a un ordine esecutivo, ma la sua facoltà di annullare una legge bipartisan con un semplice colpo di penna è quantomeno opinabile. Tra le altre vie percorribili ci sono la mediazione per la vendita dell’app, l’ordine al Dipartimento di Giustizia di non applicare il divieto, o sfruttare il modo in cui la legge consente al presidente di stabilire cosa costituisce una “cessione qualificata” e, come ha spiegato di recente a Rolling Stone US il professore di diritto dell’Università del Minnesota Alan Rozenshtein, dare modo a ByteDance di «sistemare alcuni aspetti legati alle sue quote di partecipazione in TikTok», per poi dichiarare che sono state cedute e che TikTok è di nuovo legale negli Stati Uniti.

Tutte queste opzioni implicano variabili complesse, ma la prevista presenza dell’amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, lunedì sul palco della cerimonia d’inaugurazione di Trump, è un segno che c’è ancora speranza per la piattaforma. Anche perché persino l’Amministrazione Biden sembra sul punto di ricredersi sull’intera faccenda, tra promesse che l’app non scomparirà di punto in bianco e possibilismi sull’estensione del termine del negoziato per una possibile vendita dell’app. 

Sarà ancora possibile usare TikTok negli Stati Uniti dopo il 19 gennaio?

L’effetto immediato dell’entrata in vigore del divieto sarà la rimozione di TikTok dagli app store di Apple e Google, così gli americani non potranno più scaricarla o aggiornarla. Inoltre, non si potrà più accedere a TikTok via browser, perché gli Internet provider, proprio come Apple e Google, in base alla nuova legge rischierebbero multe salate per aver facilitato l’accesso a TikTok o ai suoi aggiornamenti. Però si potrebbe guardare TikTok con un browser utilizzando una VPN che nasconde la posizione.

Anche se non sarà illegale avere TikTok nel proprio telefono o tablet, pare proprio che chi l’ha installato sui propri dispositivi prima del ban non avrà più la possibilità di accedere. Stando ad alcune fonti, l’azienda sta pianificando l’oscuramento per gli utenti statunitensi, proprio come ha già fatto per quelli indiani quando, nel 2020, il Paese ha vietato l’applicazione. Molto probabilmente, tentando di aprire TikTok si vedrà un messaggio che dice che il servizio non è disponibile e indirizza l’utente a consultare informazioni sul divieto. Secondo quanto riferito, gli utenti avranno anche la possibilità di scaricare i propri dati personali. Se a un certo punto il divieto verrà revocato, TikTok dovrebbe essere in grado di ripristinare l’accesso in modo rapido e semplice.

Ma perché TikTok è così popolare?

Secondo l’azienda, negli Stati Uniti ci sono quasi 170 milioni di utenti attivi di TikTok. Ma un’app non aggrega una user base così fidelizzata se non dà ai consumatori un ottimo motivo per aprire la piattaforma e poi rimanervi il più a lungo possibile. Lo scroll infinito di TikTok è un canto delle sirene per l’utente medio, che lo incoraggia a continuare a scorrere il dito per averne sempre di più. La pagina “per te” dell’app non ha mai fine e l’obiettivo di ByteDance da molto tempo è proporre agli utenti di TikTok un video dopo l’altro, tutti che soddisfino i loro interessi specifici, mantenendoli così impegnati. È uno dei motivi per cui, se TikTok verrà venduto senza il suo algoritmo, le chance che l’app funzioni in modo efficace saranno molto basse.

L’altro aspetto del successo di TikTok è il suo editor di video in-app. Anzi, probabilmente sarà proprio questo a decretare quale sarà il successore dell’app. La piattaforma di TikTok ha democraticizzato i social media e le piattaforme video rendendo semplice l’editing. I creator potevano prendere i video dai loro iPhone e montarli senza avere alcuna conoscenza specifica di editing. Pensate ai video che fanno tendenza su Facebook, Instagram e persino X (l’ex Twitter): hanno tutti un watermark di TikTok in basso. Perché? Perché i creator usano ancora l’app per fare editing. E se TikTok dovesse scomparire, la piattaforma che rende più semplice la pubblicazione dei video, probabilmente, sarà quella che registrerà il maggior incremento di utenti.

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Cosa potrebbe comportare, per l’industria musicale, il ban di TikTok?

Negli ultimi cinque anni, TikTok è stato lo strumento di marketing più importante per l’industria musicale: molti dei più grandi successi contemporanei sono stati lanciati da trend virali e le canzoni sono state inserite in centinaia di migliaia di video. TikTok ha cambiato il modo in cui le case discografiche scoprono talenti e promuovono nuove canzoni, dando anche agli artisti indipendenti una piattaforma per condividere la propria musica. La scomparsa di TikTok sarà un problema soprattutto per gli artisti senza un contratto o emergenti, che si affidano all’app per promuovere il proprio lavoro o costruirsi una fanbase.

Tuttavia, questa non è la prima volta che il mondo della musica si prepara alla chiusura di TikTok. Anche se l’app è ancora il luogo in cui nascono molti nuovi successi, nel corso degli ultimi anni alcuni dirigenti hanno affermato che, con la saturazione di contenuti raggiunta da TikTok, rispetto agli inizi ottenere un successo virale può dipendere da un colpo di fortuna esattamente come su qualsiasi altra piattaforma. Alcuni artisti ed etichette hanno dichiarato di aver provato a diversificare le strategie per non dipendere così tanto da un’unica piattaforma, anche se concorrenti come Reels o YouTube Shorts non si sono ancora dimostrati in grado di far conoscere le canzoni allo stesso ritmo di TikTok. Ma quando l’app sparirà, probabilmente prenderà il suo posto una nuova piattaforma per video short form.

«Non è soltanto qualcosa che si limita a dare un momento di fama virale, può essere un ottimo trampolino di lancio per una carriera: non so cosa succederà, ma spero che, se non ci sarà più, qualcuno si faccia avanti e si prenda questa fetta di mercato», ha detto il manager Chris Anokute a Rolling Stone US nel 2023, quando già c’era aria di ban.

Da Rolling Stone US





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