La storia del ristorante Da Cristina in Abruzzo, a Rovere

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Mamma Cristina e i figli Francesco e Anna hanno fatto, sinora, uno splendido lavoro. Il loro ristorante è una delle pochissime attività di Rovere, frazione di Rocca di Mezzo, un paesino splendido ma scarsamente abitato – meno di 200 residenti a 1400 metri di altitudine – sull’Appennino abruzzese, in provincia de L’Aquila. Qui la famiglia di Cristina è rimasta mentre in tanti fallivano o andavano via, diventando un ritrovo accogliente e caloroso dove assaggiare una cucina eseguita sempre sulla traccia dell’informalità e della piacevolezza. E una cantina davvero inedita per un piccolo ristorante di paese.

L’apertura di Cristina in un piccolo centro

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

“Da Cristina” ha aperto nel 2006, “quando ero arrivata in un momento in cui mi piaceva l’idea di lavorare per gli altri e volevo rimanere qui per stare con i miei figli”. Già ma a fare cosa? Il luogo non offre tutti questi sbocchi lavorativi, ma c’è posto per un ristorante che presidi il piccolo paese. “Parlai con i miei genitori e mi dissero ‘va bene’. Misi in moto la macchina, trovai il locale e nel giro di un anno aprii”. Dopo meno di tre anni il sisma de L’Aquila arriva anche Rovere (siamo a una trentina di kilometri dal capoluogo abruzzese). “Dopo il terremoto abbiamo dovuto riniziare da capo” spiega Cristina Martini, che ritroviamo in cucina con i suoi piatti. “Noi lavoriamo non tanto con il passaggio, anche perché passaggio per andare dove? Ma per noi fa la differenza la vicinanza con Roma”.

Un ristorante in un paesino dell’Abruzzo

Gli esterni Da Cristina

Molti di quelli che vengono dalle famiglie che hanno lasciato Rovere (esattamente come chi scrive) ritornano e ritrovano Da Cristina la cucina delle nonne, ma anche meglio di quella in una versione più elegante, pulita e costante. Poi c’è chi si è innamorato della zona e ha deciso di affittare una casa per la stagione estiva, che regala giornate memorabili, o quella invernale, quando cadono fiocchi di neve sulle località sciistiche vicine di Ovindoli-Monte Magnola e Campo Felice. Pescara, l’Aquila e Roma diventano i bacini principali di clienti che con la scusa di andare a provare il ristorante scoprono anche l’esistenza del piccolo paese che di sera sembra un presepe.

Tartufi, porcini e carne d’Abruzzo

Ravioli ripieni di pasta fresca con burro e zafferano

Dopo primi anni non semplici, il ristorante di Cristina e di suo figlio Francesco, che si occupa della sala e del vino, e di sua figlia Anna, che lavora al fianco della mamma in cucina ed ha un particolare talento con i dessert, ha ingranato facendosi conoscere per la pasta fresca, la carne alla brace, il tartufo, i porcini, i formaggi e il calore che offre questo indirizzo che conserva una straordinaria semplicità in un territorio anche avido di produzioni (visto il clima rigido e la difficoltà di investire).

La sorprendente cantina di Cristina

Una piccola parte della cantina

Un capitolo a parte lo merita poi la questione vino: Francesco ha trovato in esso un motore per attrarre appassionati del genere e spingerli fino all’Altipiano delle Rocche: “La cantina è nata con mamma quando ha aperto il ristorante e io ero ancora piccolino, avevo 11 anni, mia sorella 8. La parte principale è sempre stata l’Abruzzo. Nel tempo siamo andati a consolidare l’offerta con il resto dell’Italia, la Francia e poi tutto il resto del mondo. Abbiamo fatto un notevole investimento per portare qui delle bottiglie fuori dal comune”. Nella cantina troviamo circa 1000 etichette, così che vini australiani o europei arrivano nel piccolo paese abruzzese. “Infatti il mio sogno è spostare il ristorante in un posto con una grande cantina” dice Francesco, che il vino l’ha sempre studiato ma che ai corsi da sommelier ci è andato costretto dagli altri. Nel tempo è entrato nei circuiti degli appassionati dove ci si possono accaparrare anche bottiglie importanti, lavorando con il passaparola il ristorante ha trovato un suo pubblico che ogni anno si alimenta.

Cosa si mangia da Cristina a Rovere

Un dolce del menu Da Cristina

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

In carta troviamo un numero di proposte stabili, con qualche piatto del giorno e talvolta più elaborato. “Ma siamo rimasti fedeli alla tradizione e ai prodotti del territorio. Come cavoli e patate, la pizza summa, i surgilli – una pasta acqua e farina che ha la forma della coda di un topo – l’agnello, il tartufo, le lenticchie, i formaggi, i porcini”. Porzioni abbondanti ma senza grevità, accoglienza semplice e informale, un buon bicchiere di vino per lasciare fuori dalla porta ogni asprezza.

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