La data della prima udienza del processo che vede coinvolta Daniela Santanchè sul caso Visibilia è fissata al 20 marzo 2025. La ministra del Turismo è stata rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio con la sua società editoriale, dopo un’indagine che si era concentrata su alcune presunte irregolarità registrate tra il 2016 e il 2022. L’esponente del Governo Meloni, che rischia una pena da 3 a 8 anni in caso di condanna, si è detta serena: ci sarebbe maggiore preoccupazione per le implicazioni sul fronte politico piuttosto che su quello giudiziario.
La data del processo a Daniela Santanchè
“Me lo aspettavo” ma sono “tranquilla, tranquillissima – ha dichiarato Santanchè al Corriere della Sera, dopo la notizia della sua imputazione -. Non sono agitata, continuo a lavorare, a fare le cose che devo fare. Stiamo parlando del niente”.
La ministra ha quindi ribadito che Visibilia editore (ceduta alla società svizzera Wip Finance) “non è fallita, è sul mercato e qualunque imprenditore interpellato direbbe che questa roba non esiste”.
Santanchè durante l’evento organizzato da Acea nell’ambito dell’assemblea nazionale Anci, a Torino
Oltre a lei, altre 15 persone sono state rinviate a giudizio e saranno costrette ad affrontare un processo. Tra queste c’è anche Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, il compagno della politica.
L’indagine per concorso in bancarotta con Ki Group srl
Nel frattempo, resta aperta anche l’indagine nei confronti di Santanchè per il presunto concorso in bancarotta legato all’azienda Ki Group srl.
L’imprenditrice ha infatti ricoperto il ruolo di legale rappresentante di Ki Group, soggetto che controllava altre aziende di prodotti biologici e di cosmesi naturale, fra il 2019 e il 2021.
La magistratura ha accertato per la società – la prima delle società del gruppo bio a finire in liquidazione giudiziale – un passivo di oltre 8,6 milioni di euro. Tra gli amministratori c’è stato anche l’ex compagno della donna, Giovanni Canio Mazzaro. L’ultima società è stata Bioera, dichiarata “fallita” il 4 dicembre 2024.
Su questo fronte, “il governo si è compattato, sono usciti in mia difesa Salvini, Tajani, tutta la Lega, Forza Italia, Noi moderati e persino Renzi, che di solito ce ne fa di tutti i colori”, ha tenuto a sottolineare Santanchè parlando alla stampa.
La reazione delle opposizioni
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, diversi rappresentanti delle opposizioni hanno attaccato la ministra, chiedendone le dimissioni a gran voce.
Tra questi, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Noi abbiamo già presentato una mozione e chiediamo le dimissioni immediate per il rispetto dell’onore e del decoro delle istituzioni di governo. Ci meravigliamo vedendo Meloni, che in passato ha sempre chiesto le dimissioni di ogni ministro per ogni stormir di foglia, tentennare per la tutela di interessi di partito”.
Anche la segretaria del Pd Elly Schlein ha attaccato premier: “Lei, che quando era all’opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo?”
L’ipotesi di una sostituzione
Secondo un’indiscrezione riportata da Repubblica, un nome per il post-Santché sarebbe già sul tavolo.
Trattasi di Gianluca Caramanna, deputato vicino al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e consigliere di Santanché. Caramanna è considerato “l’uomo del turismo” all’interno di FdI e da molti è già visto come una sorta di ministro ombra.
L’unica certezza, al momento, è che all’orizzonte non è previsto un vero e proprio rimpasto e che il ministero resterà a FdI.
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