Rifiuti: tariffe sotto la lente, si guarda al modello Forlì: “Siano premiati i virtuosi”

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Modena, 18 gennaio 2025 – In tema di rifiuti il paradiso non esiste, anzi è un purgatorio (e a volte un inferno) continuo. Ma quanto a buone pratiche pare che la Romagna abbia da insegnare. Non solo a Ravenna, dove le scelte sui limiti di conferimento fanno litigare assai meno che a Modena, ma anche nel bacino di Forlì, in cui opera Alea ambiente. Il territorio comprende tredici Comuni, passati al porta a porta nel 2019, con l’utilizzo prevalente di bidoni carrellati da 120 litri. “In sei mesi – spiega il direttore della società Gianluca Tapparini – la raccolta differenziata è salita dal 51 all’83 per cento. Ogni utenza ha contenitori individuali e paga con tariffa corrispettiva, in base a quanto produce. Il numero minimo di conferimenti varia secondo il nucleo familiare: uno in più rispetto ai componenti. Per una famiglia di due persone sono previsti tre svuotamenti da 120 litri all’anno, uno ogni tre mesi. Oppure uno al mese, se si usano i bidoncini da 30 litri”.

Il direttore di Alea spiega il modella Forlì in un evento di Legambiente

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Il punto di forza è stata la velocità di avvio del sistema. “Ci sono degli abbandoni, ma la maggioranza dei cittadini rispetta i parametri – aggiunge Tapparini – e le tariffe sono tra le più basse in regione. La responsabilità diretta crea un effetto positivo: meno rifiuti, meno smaltimenti e una riduzione dell’indifferenziato che va all’inceneritore (di proprietà Hera, ndr). Siamo scesi da 250 a 40 chili per abitante”.

Ma i più virtuosi nei conferimenti sono premiati? “Iniziamo a dare incentivi: per ora simbolici, qualche euro. Un segnale di attenzione, senza stimolare gli abbandoni”. Poi c’è la questione dei condomini: tema scottante a Modena. “Tutti hanno in casa i bidoncini da 30 litri per carta, plastica, organico e indifferenziata. Dove c’è spazio forniamo anche il carrellabile da 120 litri. Se la zona è poco accessibile si passa ai bidoni condominiali per le tre frazioni di rifiuti differenziati. E ci sono la campane stradali per il vetro”.

Il direttore di Alea ha spiegato il modello l’altra sera all’Officina Windsor Park, in un evento di Legambiente. Ed è stato apprezzato, in particolare dal consigliere di quartiere Vittorio Ballestrazzi. “Alea può venire a Modena?“, ha chiesto sul filo dell’ironia. “Ne avremmo un gran bisogno”. Pronta (e serafica) la risposta di Giulio Renato, direttore centrale servizi ambientali e flotte di Hera: “Nel 2037 scade la gara, se Alea partecipa e vince potrà venire”.

Al momento delle domande il clima si è scaldato. “Mai visto la città così sporca tra Sacca e Crocetta”, ha sbottato una signora. “E anche al parco Amendola”, ha incalzato un’altra. Poi, via via, è emerso una questione precisa e solo in apparenza marginale: gli utenti, preoccupati, cercano risposte sul tema pannolini, pannoloni e smaltimento delle deiezioni di gatti e cani. Qui è intervenuto l’arbitro, ovvero Paolo Carini, responsabile del servizio gestione rifiuti urbani di Atersir, l’agenzia di regolazione regionale. “Si stanno definendo le tariffe 2026. Non c’è la possibilità di riduzioni o sconti per i vari tipi di pannolini e il contenuto delle lettiere, che finiscono nell’indifferenziata. La legge non lo consente, ognuno paga per ciò che produce. Detto questo, esistono prodotti biodegradabili compatibili con la raccolta dell’organico”. C’è da aggiungere che la tariffa puntuale per i rifiuti indifferenziati sarà operativa nel 2026. Quest’anno non vengono applicati i costi aggiuntivi per gli svuotamenti extra. L’obiettivo è dare ai cittadini il tempo di abituarsi al nuovo sistema. Verrà certamente studiata qualche forma di agevolazione nel numero dei conferimenti per le famiglie con bambini, anziani e animali domestici.

“Riteniamo di essere adeguati”, ha concluso il manager di Hera. “Non perfetti, sarebbe impossibile, ma perfettibili. Ci confrontiamo spesso con Atersir e Comune per migliorare”. Quanto ai sistemi di raccolta, “non ce n’è uno migliore a prescindere. Il porta a porta genera una qualità più elevata, a cui ci si può avvicinare anche con il sistema stradale. Spetta al sindaco e all’amministrazione decidere il livello da raggiungere. E il gestore, accertato che le regole dell’agenzia di controllo sono rispettate, esegue”. Tutto sarà più chiaro quando Atersir comunicherà al Comune, considerati i costi della trasformazione del sistema, se è necessaria una variante al contratto. Lo stesso Carini, intervistato ieri, lo ritiene probabile. Intanto il responsabile scientifico nazionale di Legambiente Andrea Minutolo, che l’altra sera ha tirato le somme del confronto pubblico, commenta: “Qui si partecipa e si discute, un fatto positivo. La complessità è il connotato della raccolta rifiuti: spesso c’è un gap da colmare tra i numeri e la percezione dei cittadini. Ci si può dividere su tempi e modi, ma la direzione verso cui vogliamo andare è chiara e ha quattro passaggi necessari: raccolta differenziata, porta a porta, tariffazione puntuale e impiantistica sul territorio”.



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