Rivolta per il blackout a Cerreto, cittadini indagati per interruzione di pubblico servizio

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“La vicenda del blackout che ha interessato Cerreto tra il 21 e il 22 novembre 2024 è nota, sia nei presupposti che nell’epilogo, e ampiamente documentata, visto che si è svolta alla presenza di carabinieri, vigili urbani e televisione. La necessità di ritornarci sopra è conseguente alle azioni poste in essere da E-Distribuzione nei giorni successivi ai fatti, azioni che sembra opportuno ripercorrere perché abbiano la giusta risonanza mediatica”. Inizia così la nota del comitato paesano di Cerreto, che torna sulla vicenda dello scorso novembre.

“Il 24 novembre 2024, la società di distribuzione fa pubblicare sui giornali un comunicato nel quale si afferma che gli operatori sarebbero giunti a Cerreto non per riparare il danno elettrico ma solo per verificarne l’entità, con l’intenzione poi di ripartire verso il luogo di attivazione del gruppo elettrogeno, anche perché solo dopo questo preliminare intervento sarebbe stato possibile ritornare in paese e attivare la luce. Si tratta di una premessa totalmente priva di attendibilità, in quanto sconfessata dalle dichiarazioni degli stessi operatori, da tutti udite, e, soprattutto, dall’incontrovertibile fatto che il danno è stato riparato senza bisogno che quest’ultimi si allontanassero da Cerreto. La presa posizione di E-Distribuzione, in prima battuta, è stata ricevuta da Pierluigi Barsanti, presidente del Comitato del Folclore e della tradizione cerretina e da Cristina Benedetti, consigliere dello stesso comitato paesano, come una stizzita reazione dettata da logiche aziendali, se non fosse che, con il passare dei giorni, è apparso sempre più chiaro che si trattava del primo passo di una strategia tesa a ingannare noi e tutti i cerretini”.

https://www.luccaindiretta.it/cronaca/2024/11/24/blackout-e-distribuzione-inammissibile-che-i-tecnici-siano-costretti-a-interventi-contro-la-propria-volonta/435629/

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“Dopo la pubblicazione dell’articolo, infatti, E-Distribuzione si è fatta viva con i sottoscritti, affermando che aveva proceduto a denunciarci per il reato di interruzione di pubblico servizio e che, peraltro, era pronta a ritirare la denuncia se il comitato cittadino avesse pubblicato un comunicato nel quale chiedeva ‘scusa’ per i fatti del 22 novembre. Siamo rimasti ovviamente scossi da questo atteggiamento aggressivo e intimidatorio e, lì per lì, impauriti, abbiamo pensato di cedere a tali richieste fino a quando ci siamo resi conto, nel corso dei vari contatti, che, in realtà, E-Distribuzione voleva una vera e propria confessione del reato ventilato. Questo potenziale accordo non si è ovviamente concluso, perché a qualunque minaccia si resiste quando la contropartita è a dichiarare il falso: noi, come gli altri cittadini presenti, sappiamo bene che non abbiamo tenuto condotte illegali. Tuttavia, l’aspetto che di questo modo di agire ci ha più inquietato è l’avere scoperto, in epoca recente, che il reato di interruzione di pubblico servizio è perseguibile d’ufficio e dunque non è come la querela, nel senso che non può essere ritirato”.

“Si tratta di un atteggiamento ingannevole sul quale non intendiamo soprassedere – proseguono -. Nella certezza di rappresentare la volontà di tutti i cerretini, abbiamo deciso di dare mandato a un legale per verificare i profili di illiceità nelle condotte della società di distribuzione nella finalità di avere un ristoro per i patimenti ingiustamente subiti. Com’era prevedibile che sarebbe successo a seguito della preannunciata denuncia, pochi giorni fa ci è stato comunicato che siamo iscritti nel registro degli indagati della Procura di Lucca per il reato previsto dall’articolo 340 codice penale che, per l’appunto, è l’interruzione di pubblico servizio. Sulle prime siamo rimasti scossi, ma poi abbiamo pensato che il contesto giudiziario rappresenterà la migliore occasione per chiarire chi ha sbagliato, noi o E-Distribuzione. A ripercorrere la vicenda, infatti, non è irragionevole ipotizzare che dietro il tanto impegno di un colosso dell’energia a insistere su una questione in fin dei conti bagatellare si nascondano delle necessità inconfessabili. A ben vedere, l’intervento presso Cerreto era espressione proprio di un servizio pubblico e l’averlo portato a termine rappresentava dunque un dovere. Se è così, il tentativo del dirigente di E-Distribuzione di impedire l’intervento, benché gli operatori fossero già in paese per riparare il danno, si configura, con tutta evidenza, come un’interruzione di un servizio pubblico”.

“Se ci si pone in questa prospettiva, ecco che allora assume tutta un’altra portata il tentativo di E-Distribuzione di accampare una improbabile ragione tecnica che imponeva l’allontanamento degli operatori, perché sarebbe pericoloso se venisse alla luce che, magari, quel nuovo ordine di servizio era in realtà dovuto a favorire, in termini di tempistica, un paese limitrofo con gli stessi problemi di luce che aveva Cerreto, ma che a differenza di noi aveva un’amministrazione comunale più capace ad alzare la voce – concludono -. Chi è autore di un reato, se reato c’è stato? Lo scoprirà l’autorità giudiziaria, davanti alla quale ci presenteremo con la serenità degli innocenti e nella certezza di essere sostenuti da tutti voi“.



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