Santanchè isolata da FdI e mezza scaricata da Meloni. Voci di dimissioni

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Daniela Santanchè (foto LaPresse)

Dopo il rinvio a giudizio

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Simone Canettieri


La ministra rinviata a giudizio in merito al caso Visibilia. Solo Fratelli d’Italia non la difende. E lei: “Resto fino a quando Giorgia lo vorrà”. L’incastro con Donald Trump


La chiamano “scia”. E’ la batteria di dichiarazioni che Fratelli d’Italia fa partire quando deve difendersi e quindi contrattaccare. Il bottone della “scia” lo spinge Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario con delega ufficiosa alla comunicazione (e alla propaganda) del governo e dunque di FdI. Daniela Santanchè, ministra del Turismo, alle 12.32 viene rinviata a giudizio dal gup di Milano per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato. Quello che si aprirà a Milano il prossimo 20 marzo è il primo processo che la titolare del Turismo dovrà affrontare in qualità di imprenditrice. Bene, ieri sera prima che chiudesse questo giornale, Lega, Forza Italia e Noi moderati avevano difeso la “Santa”. Da Fratelli d’Italia nessuna nota ufficiale né tantomeno una scia di dichiarazioni. La Santa traballa. E molto: open to dimissioni?

 

A complicare la scelta di Giorgia Meloni c’è un incastro di agende: lunedì è il giorno di Donald Trump alla Casa Bianca, la premier si pone anche il problema di andare in America con una ministra dimissionaria. La scelta, con annessa marcatura a uomo di Matteo Salvini, non è stata ancora presa, continuano a ripetere da Palazzo Chigi, protagonisti di questo mistero buffo. Nonostante il Washington Post scriva il contrario.  

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Le opposizioni chiedono il passo indietro della ministra, pronte anche a presentarle formalmente in Senato, come fa sapere il M5S di Giuseppe Conte. Fratelli d’Italia annaspa. Non riesce  a prendere una posizione. Occorre illuminare i tre protagonisti di questa vicenda: Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, ovvio. La responsabile del Turismo viene raggiunta dalla notizia del rinvio a giudizio mentre si trova a Cortina. Agli amici dice: “Faccio il ministro fino a quando Giorgia lo vorrà”. La premier in conferenza stampa non l’aveva blindata davanti a questa evenienza. Anche perché oltre al processo per falso in bilancio c’è ancora una richiesta di rinvio a giudizio per truffa ai danni dello stato per l’utilizzo della cassa covid, una diavoleria che l’imprenditrice Santanchè avrebbe utilizzato ai tempi del Coronavirus. 

 

Il presidente del Senato – sponsor, amico e legale in passato della ministra anche soprannominata Pitonessa su questo giornale proprio dall’attuale ministro Alessandro Giuli – è stato parte in causa nel proporla nella squadra di governo due anni e passa fa e adesso si trova tra l’incudine (Santanchè) e il martello (Meloni). La Russa gestisce la situazione dalla Tunisia dove si trova per una visita istituzionale. Per tutta la giornata dopo le parole di difesa di Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, il silenzio di Fratelli d’Italia diventa un fatto fosforescente. Un ministro contattato dal Foglio previa la concessione dell’anonimato dice: “Fossi in lei mi sarei già dimesso”. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia, concede questa dichiarazione. Non proprio uno scudo legale e politico: “Le eccezioni sui  bilanci societari sono sempre particolarmente complesse. Qui oltretutto pare di capire si tratti di una mancata svalutazione degli ammortamenti di una società. Difficile fare una valutazione squisitamente politica”.  

 

Ecco, l’aria è questa. Santanchè dice di non aver avuto contatti con Palazzo Chigi, tuttavia il silenzio che l’avvolge a Cortina è inusuale. C’è chi sostiene, sempre dentro Fratelli d’Italia, il contrario: che ovviamente Meloni l’abbia sentita  per gestire in maniera ordinata la faccenda. Passando anche per l’ipotesi, non più peregrina, di un passo indietro. “Il vedremo” di Meloni pronunciato in conferenza stampa a proposito di un rinvio a giudizio di una ministra a lei molto vicina diventa un fresco ricordo che tutti in queste ore evocano. La “Santa” scambia messaggi cordiali con Salvini e Tajani che l’hanno difesa davanti all’automatismo che reclamano le opposizioni. Ma sono dettagli. Come sempre c’è anche un altro protagonista che osserva la vicenda in vigile  silenzio: è il Quirinale. Finora quando ci sono stati avvicendamenti nella squadra di governo – Sangiuliano con Giuli e Fitto con Foti – tutto è stato molto rapido. Dimissioni, tac, giuramento, tac. Questione di 24 massimo 72 ore. Meloni in questo caso dovrebbe annunciare a Sergio Mattarella anche di avere in testa e già pronto il sostituto. Toto-Transatlantico fa il nome di Gianluca Caramanna, deputato romano vicinissimo alla sorelle d’Italia, e attuale consigliere politico del ministero del Turismo. Ieri sera si trovava a El Salvador, dopo una visita al governo del Costarica. Davanti al fuoco delle opposizioni – eccetto Italia Viva – la premier mastica amaro all’idea di dargliela vinta. E poi c’è la visita alla Casa Bianca che balla. Tutto è precario. A partire da Daniela Santanchè che vive il peggiore dei venerdì 17.





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