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C’è un’importante novità in questi giorni grazie al decreto attuativo firmato dalla Presidenza del Consiglio con riferimento agli artt. 183-185 della legge n.213 del 30 dicembre 2023. La legge di Bilancio per il 2024 previde l’esclusione dal calcolo ISEE di titoli di stato, Buoni fruttiferi postali e libretti postali fino al valore di 50.000 euro. Ma i piccoli investitori italiani ebbero una sorpresa amara un anno fa, quando rinnovando l’ISEE scoprirono che la norma, seppure approvata, non fosse ancora in vigore per l’assenza dei decreti attuativi.
Agevolazione poco prima del BTp Più
E’ servito un anno per giungere alla firma, arrivata proprio in questi giorni e in tempo (non a caso) per ingolosire le famiglie in vista del collocamento del primo BTp Più a febbraio. Il calcolo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) serve alle famiglie per accedere a numerosi servizi e prestazioni assistenziali, tra cui la giungla dei bonus elargiti dallo stato. Esso sintetizza la condizione economica e patrimoniale del nucleo richiedente. Tiene conto dei redditi dei componenti, dei loro patrimoni mobiliari e immobiliari, nonché del loro numero. Per intenderci, a parità di reddito e patrimonio, una famiglia di 5 componenti risulta avvantaggiata rispetto a una famiglia di 3 componenti.
La norma votata oltre un anno fa dal Parlamento italiana esclude i titoli di stato dal calcolo dell’ISEE fino alla soglia dei 50.000 euro. E’ stata molto contestata dalle parti sociali. In pratica, una famiglia con disponibilità finanziarie neanche troppo basse riuscirebbe a “scavalcare” in graduatoria un’altra dalle condizioni patrimoniali peggiori, in virtù dell’esenzione di cui sopra. D’altra parte il governo ha puntato a incentivare coloro che finanziano lo stato. I famosi “Bot people”, come venivano chiamati negli anni ’80 e ’90, risultano premiati per il semplice fatto di credere nell’Italia e di rendere possibile con il loro investimento l’erogazione di servizi pubblici e prestazioni varie al cittadino.
Critici e favorevoli all’esenzione
Esiste un fondo di verità in entrambe le tesi. I critici hanno ragione a lamentare che il calcolo dell’ISEE con esclusione dei titoli di stato fino a 50.000 euro crei una iniquità di fondo tra cittadini e ai danni di coloro che meno hanno. E c’è una disparità di trattamento anche ai danni di chi investe in altri asset, come le obbligazioni private o le azioni di società quotate. Anch’essi partecipano alla crescita del sistema Italia, nel caso in cui tali investimenti avessero ad oggetto realtà nazionali, ma non per questo ottengono alcun premio. Eppure l’economia si regge sul settore privato, non sul debito pubblico.
Ma anche il governo ha le sue ragioni. Grazie all’alta domanda di titoli di stato da parte delle famiglie, in questi anni di tassi alti siamo stati capaci di comprimere lo spread. Non ci avrebbe scommesso quasi nessuno. Ciò ci ha consentito di risparmiare parecchi miliardi di euro, che nei fatti avvantaggiano tutti noi cittadini e contribuenti. Paghiamo meno tasse e riceviamo più servizi di quanto sarebbe avvenuto in un contesto di rendimenti più alti.
Adesso che l’esclusione dei titoli di stato dal calcolo dell’ISEE è un dato di fatto, c’è un dubbio che serpeggia tra molti risparmiatori: la soglia dei 50.000 euro a quale valore fa riferimento? Andando a leggere il testo della norma, scopriamo che non esiste alcun aggettivo capace di farci capire se si tratti di valore nominale o di mercato. La differenza può essere anche notevole. Immaginate di acquistare il BTp 2072, che attualmente quota sul mercato a circa 63 centesimi. Riusciamo a inserire il bond in portafoglio a sconto di oltre un terzo rispetto al suo valore di rimborso alla scadenza. Supponendo di investire 50.000 euro, nei fatti la spesa sarebbe effettivamente di soli 31.700 euro.
Calcolo ISEE, quale valore di riferimento
Il limite a cui dovremmo fare riferimento ai fini del calcolo ISEE è quello dei 50.000 euro nominali o del prezzo di mercato? In altre parole, potrei acquistare BTp 2072 fino a circa 78.800 euro nominali, tenuto conto che li pagherei per 50.000 euro? La risposta la dà la circolare dell’INPS, che ai Centri di assistenza fiscale chiarisce che il riferimento deve avvenire per il valore nominale dei titoli di stato. Le oscillazioni di prezzo successivamente all’acquisto non incideranno, quindi, sul diritto o meno all’esenzione. Se così non fosse, non ci sarebbe alcuna certezza di anno in anno circa il mantenimento dell’esenzione stessa.
Considerate che i titoli di stato si possono acquistare anche sopra la pari, cosa che accade più di frequente in un contesto di bassi tassi per le vecchie emissioni. In questo caso, il nostro investimento può eccedere (e anche di molto) i 50.000 euro nominali, fermo restando che avremo diritto all’esclusione dal calcolo ISEE. Ad esempio, il BTp 2067 arrivò a quotare a 134. Se tornasse a quei prezzi, potremmo mantenere l’esenzione anche spendendo fino a 67.000 euro in questo titolo.
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