Biologi in allerta per colpa delle nuove tariffe in Puglia che mettono a rischio la professione

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Marco Giaimis, presidente dell’Associazione Biologi e Futuri Biologi e consigliere regionale dell’Ordine dei Biologi per Puglia e Basilicata, ha espresso forti preoccupazioni sul futuro della categoria in un contesto contrassegnato da significative modifiche al Nomenclatore Tariffario. Il tema è emerso in una lettera inviata dal presidente regionale dell’Ordine, Maurizio Durini, attraverso la quale si denota un allarme per le nuove disposizioni che regolano le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, entrate in vigore il 30 dicembre 2024.

Il nuovo Nomenclatore e le criticità organizzative

Con il decreto del 25 novembre 2024, il Ministero della Salute ha aggiornato il Nomenclatore delle prestazioni di assistenza, generando immediatamente discussioni e preoccupazioni tra i professionisti del settore. Le criticità emerse riguardano principalmente le difficoltà organizzative e le complicazioni legate all’applicazione delle nuove tariffe. Tali modifiche hanno sollevato timori circa la sostenibilità economica dei laboratori di analisi, poiché le tariffe previste per molte prestazioni risultano inadeguate. Questo porta i laboratori a dover erogare servizi a costi inferiori rispetto alle spese di produzione, una situazione insostenibile che potrebbe comportare una drastica riduzione delle attività.

Impatto economico sui laboratori di analisi

L’analisi della nuova normativa rivela che diversi laboratori di analisi convenzionati potrebbero trovarsi costretti a ridurre la loro operatività o addirittura a chiudere. L’Ordine dei Biologi ha messo in luce che attualmente ci sono ben 58 prestazioni, tra le più comuni e necessarie, per cui i rimborsi previsti sono inferiori ai costi reali di produzione. Questa problematica non solo compromette la sostenibilità economica dei laboratori, ma rischia anche di avere ricadute significative sugli utenti, costretti a rivolgersi alle strutture pubbliche. Le conseguenze si tradurrebbero in un aumento delle liste d’attesa e in una minor accessibilità ai servizi di diagnosi.

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La risposta delle organizzazioni sindacali

Le principali organizzazioni sindacali del settore hanno già sollecitato un intervento della Regione Puglia per affrontare questa crisi. Le richieste includono la possibilità di integrare le tariffe più basse attraverso fondi regionali, modello già adottato in altre regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna. Tuttavia, Giaimis sottolinea come la mancanza di azioni concrete potrà avere effetti devastanti sul settore, già in difficoltà per una serie di altri fattori.

Rischi per l’occupazione e il futuro dei biologi

Uno degli aspetti più gravi sollevati nella lettera riguarda la tenuta occupazionale dei biologi e dei professionisti affini. Se non si adotteranno misure correttive nel breve periodo, gli esperti prevedono una perdita significativa di posti di lavoro. Questa eventualità colpirebbe in modo particolare biologi, patologi clinici, microbiologi e genetisti, figure essenziali per il servizio sanitario della regione. Giaimis evidenzia l’importanza di questi professionisti, non solo per le loro competenze, ma anche per la loro dedizione e capacità di affrontare le difficoltà, come dimostrato durante la pandemia.

La storicità della professione

La figura del biologo laboratorista ha una lunga e rispettabile storia, servendo il Sistema Sanitario Nazionale da oltre cinquant’anni. La categoria è apprezzata non solo per le competenze tecniche, ma anche per il senso di solidarietà dimostrato negli anni critici. La perdita di questa professionalità rappresenterebbe una carenza grave per il sistema sanitario, che fatica già a garantire servizi efficaci e tempestivi ai cittadini. Le richieste di intervento mirano a preservare un settore in crisi, ma anche a garantire una continuità nel supporto ai cittadini.

Le autorità sono ora chiamate a rispondere tempestivamente per garantire un futuro sostenibile agli operatori del settore, consentendo loro di continuare a svolgere la professione, sia come dipendenti che come imprenditori nel contesto del Sistema Sanitario Nazionale. La speranza è che si possa evitare una crisi che potrebbe avere ripercussioni durature sulla salute pubblica e sull’occupazione nel settore della salute.



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