Digital Protection su Eurostoxx50 ed EuroStoxx Banks IT0005622607

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Si chiuderà lunedì 10 febbraio la fase di collocamento di una nuova serie di certificati Digital Protection targati Banco Bpm e destinati alla quotazione su Cert-X. Lo strumento sarà emesso il 14 febbraio a un prezzo unitario di 1.000 euro, che comprenderà una quota di commissioni di collocamento pari allo 0,90%, che potrà salire fino a una media dell’1,20% per ammontari superiori a 5 milioni di euro, e una quota di cosiddetti “altri oneri” pari all’1,14%: questi elementi andranno a incidere sul valore di mercato dello strumento, che a parità di altre condizioni sarà quindi inferiore al prezzo di emissione.

Struttura e funzionamento. Questo prodotto è riconducibile alla categoria dei cosiddetti “certificati a capitale protetto”, che offrono cioè una protezione del capitale incondizionata, quindi svincolata da qualunque condizione accessoria legata all’andamento del sottostante, cioè dell’asset su cui è costruita la struttura del prodotto, che nell’occasione è rappresentato da un paniere “Worst of” composto dagli indici EuroStoxx50 ed EuroStoxx Banks. A seconda di come si muoveranno i due panieri nei prossimi anni, il certificato potrà offrire un rendimento di tipo cedolare. I rischi sono decisamente inferiori rispetto a quelli di un eventuale investimento diretto nei due sottostanti, per effetto proprio della protezione incondizionata del capitale, ma anche il rendimento potenziale sarà proporzionalmente inferiore.
Il certificato viene offerto con una scadenza di quattro anni e tre mesi (14 maggio 2029), senza alcuna opzione autocallable: non è quindi prevista alcuna finestra di esercizio anticipato automatico, che possa ridurre la durata dell’investimento. La quotazione su Cert-X garantirà comunque la possibilità di liquidare il prodotto in qualunque momento, alle condizioni espresse di volta in volta dal mercato. La struttura è piuttosto semplice e prevede il pagamento condizionato di una serie di cedole condizionate, che potranno essere di fatto corrisposte con cadenza annuale, anche se in realtà la prima sarà pagata già al termine del primo trimestre (14 maggio 2025), mentre quelle successive potranno essere pagate il 14 maggio 2027, il 15 maggio 2028 e il 14 maggio 2029. Tutti gli importi periodici saranno effettivamente corrisposti se nelle relative date di valutazione i due sottostanti rispetteranno la condizione di pagamento prevista, cioè si attesteranno entrambi a un livello almeno pari al 50% del rispettivo valore iniziale, che a sua volta sarà definito in base alla chiusura del prossimo 14 febbraio. Nelle occasioni in cui nessuno dei due indici avrà perso più del 50% dal suo valore inziale, il premio sarà corrisposto, mentre in caso contrario l’importo non sarà pagato, né potrà essere recuperato successivamente. L’ammontare del premio annuale è pari all’8% lordo per quanto riguarda la prima data di pagamento (14 maggio 2025), mentre si attesterà all’1,40% lordo nelle date successive. A scadenza il rimborso del capitale iniziale sarà infine garantito da una protezione del valore nominale pari al 100%, in virtù della quale il prezzo di liquidazione non potrà mai risultare inferiore a 1.000 euro indipendentemente dallo scenario di mercato. Anche in presenza di un forte ribasso di uno o entrambi gli indici, il certificato non imporrà quindi alcuna perdita.

Rischio/rendimento. Questo certificato ha una logica intermedia tra il contesto obbligazionario e quello azionario, considerando che il rendimento è di tipo cedolare, ma vincolato a una logica di matrice azionaria, mentre la protezione del capitale iniziale rimanda alla logica dei bond, tanto più se si considera che anche tutti i certificati sono esposti al rischio di credito dell’emittente, allo stesso livello di un’obbligazione senior non subordinata. Tornando al potenziale di guadagno, la condizione di pagamento è piuttosto generosa, soprattutto se si considera che l’importo più elevato potrà essere pagato già dopo tre mesi, nei quali il rischio di un ribasso così ampio dei listini è pressoché nullo. Certo, il rendimento associato agli anni successivi non è invece così corposo e potrebbe esporre il prezzo dello strumento a temporanee escursioni in territorio negativo, ferma restando la garanzia del valore nominale a scadenza. (riproduzione riservata)

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