È iniziato il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

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Domenica mattina alle 11:15 (le 10:15 in Italia) è iniziato il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, il primo in oltre 15 mesi di guerra. L’ha comunicato l’ufficio del primo ministro israeliano ed è stato confermato dal Qatar, uno dei principali mediatori dell’accordo.

Molti palestinesi hanno iniziato a spostarsi verso il nord della Striscia per tornare alle case che hanno dovuto abbandonare per sfuggire ai continui bombardamenti israeliani e che ora potrebbero trovare distrutte. A Deir al Balah, nella parte centrale della Striscia, molti stanno festeggiando suonando i clacson delle auto e ballando.

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Il cessate il fuoco sarebbe dovuto cominciare alle 8:30 (le 7:30 ora italiana), ma è stato posticipato perché a quell’ora Hamas non aveva ancora comunicato formalmente a Israele i nomi dei primi tre ostaggi che dovrebbero essere rilasciati oggi. Intanto nelle prime ore di domenica Israele ha continuato a bombardare la Striscia, e secondo la protezione civile palestinese almeno 19 persone sono state uccise prima dell’inizio del cessate il fuoco.

Palestinesi sfollati si spostano da Khan Yunis a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, il 19 gennaio 2025 (AP Photo/Jehad Alshrafi)

Verso le 10:30 (9:30 ora italiana) Hamas ha infine comunicato formalmente a Israele i nomi degli ostaggi che saranno liberati domenica, e li ha poi diffusi con un messaggio su Telegram: sono Doron Steinbrecher, Emily Damari e Romi Gonen, tre donne rispettivamente di 31, 28 e 24 anni. Il rilascio dovrebbe avvenire dopo le 16 ora locale (le 15 in Italia), ma l’orario è ancora incerto. Israele libererà a sua volta 90 prigionieri palestinesi, i cui nomi non sono stati ancora diffusi.

Hamas ha motivato il ritardo nella consegna dei nomi citando imprecisate «ragioni tecniche». Non è chiaro in cosa consistessero, ma è possibile che abbiano a che fare con la frammentazione della leadership del gruppo, che è divisa tra persone che operano fuori e dentro la Striscia e sono spesso difficili da raggiungere.

L’accordo per sospendere i combattimenti era stato approvato in via definitiva da Hamas e dal governo israeliano il 17 gennaio, dopo mesi di difficili negoziazioni mediate da altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Qatar. È diviso in tre fasi, ma per ora sono stati concordati i dettagli solo della prima, che dovrebbe durare 42 giorni. In questo periodo dovrebbero essere sospesi i combattimenti nella Striscia, Hamas dovrebbe liberare 33 ostaggi israeliani (non è chiaro se vivi oppure se saranno restituiti anche dei corpi) e Israele dovrebbe rilasciare centinaia di detenuti palestinesi.

Palestinesi sfollati si spostano da Khan Yunis a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo l'inizio del cessate il fuoco

Palestinesi sfollati si spostano da Khan Yunis a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo l’inizio del cessate il fuoco (AP Photo/Jehad Alshrafi)

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Secondo l’accordo le truppe israeliane dovrebbero iniziare a spostarsi gradualmente verso est, ossia verso il confine con Israele. A partire dal settimo giorno i civili palestinesi dovrebbero cominciare a tornare verso il nord della Striscia, cosa che per mesi Israele ha sistematicamente impedito con violente operazioni militari (molti hanno comunque già iniziato a spostarsi).

Sempre durante la prima fase dovrebbe aumentare notevolmente la consegna di aiuti umanitari nella Striscia: dovrebbe essere permesso l’ingresso di centinaia di camion al giorno, molti più dei 40 o 50 al giorno attualmente accettati da Israele. L’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai palestinesi, ha fatto sapere di avere 4mila camion carichi di cibo e beni essenziali pronti a entrare nella Striscia.

Palestinesi si spostano tra gli edifici distrutti dai bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, dopo l'inizio del cessate il fuoco

Palestinesi si spostano tra gli edifici distrutti dai bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, dopo l’inizio del cessate il fuoco (AP Photo/Jehad Alshrafi)

I negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco dovrebbero cominciare 16 giorni dopo l’inizio della prima. Sabato sera il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha diffuso un videomessaggio di circa 10 minuti in cui dice che i combattimenti potrebbero riprendere se i negoziati si riveleranno infruttuosi: «Se dovremo tornare a combattere, lo faremo in modi nuovi e con grande forza».



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