Giustizia per l’eco guardiano di Sea Shepherd: Paul Watson è libero

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Paul Watson, fondatore dell’organizzazione no profit Sea Shepherd, è stato rilasciato il 17 dicembre 2024, dopo 5 mesi di detenzione a Nuuk, in Groenlandia, per il danneggiamento di una baleniera giapponese. Il rilascio dell’attivista segna una grande vittoria per la lotta in difesa degli oceani.


La nascita di Sea Shepherd

Paul Watson è un attivista noto per la conservazione della fauna marina. Nato in Canada nel 1950, è stato uno dei fondatori di Greenpeace, famosa ONG (organizzazione non governativa) che da anni si batte per la difesa del clima.

Poiché il metodo di intervento di questa organizzazione era privo di una strategia “diretta”, Watson nel 1977 decide di separarsene e di fondare Sea Shepherd, un ente no profit che si distingue dagli altri per il suo approccio militante nei confronti delle baleniere.

Al contrario di Greenpeace, infatti, le tattiche di Sea Shepherd includono l’interposizione fisica tra i bracconieri e le prede e il danneggiamento delle rispettive imbarcazioni, appoggiando dunque una politica volta al sabotaggio.

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Gli interventi di questa organizzazione hanno lo scopo di salvaguardare la fauna marina, e comprendono, oltre agli scontri diretti e alle operazioni di boicottaggio, delle vere e proprie operazioni di documentazione per denunciare le attività di bracconaggio, una tipologia di pesca criminale che non rispetta le norme vigenti. 

Il problema del bracconaggio: di cosa si tratta? 

Per comprendere a pieno lo scopo e le motivazioni degli interventi di Sea Shepherd occorre conoscere il nemico contro cui l’organizzazione combatte: il bracconaggio, ossia un’attività criminale che consiste nella caccia e nella pesca svolte in maniera illegale. Migliaia di animali, anche a rischio di estinzione, ogni anno vengono prelevati dal loro ambiente e uccisi brutalmente per poi essere venduti

La caccia di per sé non è illegale se si dispone di licenza, ma le regole per praticarla sono piuttosto severe. Cacciare nelle aree protette è ovviamente vietato, proprio come l’utilizzo di tecniche illegali, quali tagliole, trappole e armi improvvisate (e dunque non previste e amministrate dalla legge). 

Il bracconaggio è trattato anche all’interno dell’Agenda 2030, che nel Goal 15.7 si propone di “agire per porre fine al bracconaggio e al traffico delle specie protette di flora e fauna e combattere il commercio illegale di specie selvatiche”.

L’arresto dell’eco guardiano

Per cercare di combattere la problematica del bracconaggio, il 21 luglio 2024 Paul Watson è stato arrestato. Su di lui pendeva un mandato d’arresto internazionale emesso dal Giappone.

Nel 2012, infatti, il capitano fu accusato di aver danneggiato una baleniera nipponica nelle acque dell’Antartide e di aver ferito un membro dell’equipaggio. Il Giappone incaricò l’Interpol (Organizzazione nazionale della polizia criminale) di assumere le informazioni su Watson e sulle sue attività attraverso una blue notice, ovvero un avviso internazionale per facilitare la cooperazione tra le forze di polizia di Paesi diversi, e di considerarlo un criminale con il rilascio di una red notice (simile alla blue notice, ma viene emessa per cercare assistenza nella cattura) .

Dopo una serie di ricerche, il fondatore di Sea Shepherd fu localizzato a Nuuk, la città capitale della Groenlandia e, successivamente, arrestato. Prima del suo recente rilascio, il capitano ha rischiato di essere estradato in Giappone, con la condanna a 15 anni di carcere.

Tuttavia, la corte danese non ha accolto tale richiesta poiché il Ministero della Giustizia ha spiegato che non esiste un trattato di estradizione tra Danimarca e Giappone. La procedura non è dunque automatica, perciò il Paese ha potuto scegliere, e in questo caso declinare, la richiesta ricevuta dalla nazione asiatica. 

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Il rilascio di Paul Watson: una vittoria effimera?

Il 17 dicembre 2024, dopo 5 mesi di detenzione, Paul Watson è stato finalmente rilasciato. La Danimarca ha visto le sue azioni come un impegno nell’attivismo ambientale piuttosto che come un atto di criminalità, e di conseguenza ha ritenuto opportuno liberarlo. Tuttavia, l’iter giudiziario non è ancora terminato. Infatti, è possibile che un altro Paese decida di seguire le orme del Giappone.

Dopo il suo rilascio, Watson ha annunciato l’intenzione di tornare a vivere con la propria famiglia in Francia, continuando però a impegnarsi nella protezione degli oceani. Intanto Sea Shepherd prosegue con le sue campagne globali, la lotta contro il bracconaggio per la salvaguardia della fauna marina. 

Il caso di Watson non è solo un caso legale, ma rappresenta una tensione che si sta lentamente intensificando tra l’attivismo e una popolazione che ancora non si rende conto dell’importanza della biodiversità. In queste circostanze quindi, non si dovrebbe parlare di criminalità: le azioni di Watson vogliono promuovere un cambiamento sociale attraverso azioni ed interventi militanti.

Il capitano di Sea Shepherd non è però l’unico ad essere intervenuto a favore del pianeta attraverso queste modalità: nel 2022 infatti, è nato Just Stop Oil, un gruppo di attivismo ambientalista che ha lo scopo di convincere il governo britannico a concentrarsi sul problema del cambiamento climatico. Le procedure di questa associazione, analogamente a quelle di Watson, consistono in un’azione diretta (ma non violenta), che comprende la resistenza civile e il vandalismo.

In entrambi i casi, però, l’obiettivo è quello di agire contro un governo e contro una società che sembrano non riuscire a vedere il disastro ambientale che si staglia proprio davanti ai loro occhi. Al giorno d’oggi l’attivismo sembra una delle poche soluzioni: Paul Watson è quindi tutto fuorché un criminale.

Carlotta Bertinelli

(In copertina, Paul Watson da Tribune de Genève)

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