«Così rilanciamo gli immobili a Napoli»

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


È lunga la lista dei beni comunali in via di valorizzazione. E conta edifici importanti o abbandonati da tempo, tra cui l’ex hotel Tiberio, il Garittone, il deposito Anm di Posillipo, Palazzo Moscati a Cisterna dell’Olio, il Molo San Vincenzo e il complesso di San Domenico. Naturalmente, c’è ancora tanto da fare per recuperare l’immenso – e spesso bistrattato – patrimonio immobiliare pubblico napoletano, e non tutti i lavori di rigenerazione saranno completati entro la fine dell’anno appena iniziato, ma più di qualcosa si muove.

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L’elenco degli edifici rigenerati o da rigenerare, fornito dagli uffici dell’assessorato al Patrimonio di Pier Paolo Baretta, è composto da oltre 60 siti, su oltre la metà dei quali sono iniziati i lavori. Gli immobili sono divisi tra edilizia istituzionale, sportiva, scolastica, monumentale e pubblica. Poi c’è il fondo Invimit, cui è assegnato il rilancio di location storiche e infrastrutture note come il Garittone, la Galleria Principe e di 13 caserme sparse sul territorio partenopeo. Passando alle risorse, che ammontano complessivamente a circa mezzo miliardo di euro, le fonti di finanziamento sono sostanzialmente tre: il Pnrr, Invimit e il piano straordinario messo in piedi da Palazzo San Giacomo.

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Partiamo dalla lista degli edifici, così da avere un’idea complessiva della mole di opere da realizzare o in fase di realizzazione. Per l’edilizia scolastica, i cui lavori sono tutti in corso e riguardano 5 siti: l’Ic Russo, il De Amicis (sito di pregio architettonico), il Piantedosi, il Troisi e il Salvo D’Acquisto. Cinque anche le location in via di valorizzazione dell’edilizia sportiva, sono in corso i recuperi della piscina Galante a Scampia e dello stadio Caduti di Brema a Barra. In prospettiva, invece, il restyling riguarderà la piscina Bulgarelli, quella di corso Secondigliano e il Palastadera. Sono 11 gli edifici istituzionali interessati dai lavori. In corso, ci sono le operazioni all’ex Forno comunale di via Casanova, in via Cleopatra 31 (dove sorgerà un polo dell’inclusione), in via Brigata Bologna 12, alla Città dei Bambini di Ponticelli. Discorso diverso va fatto per il Polifunzionale di Piscinola e per quello di Soccavo, dove sono da iniziare le operazioni per l’efficientamento energetico, così come al 330 di via Diocleziano (dove il restyling è finito). Nell’ex hotel Tiberio, invece, saranno allestiti un auditorium e gli uffici della Municipalità 4. Previsti interventi di restauro generale a Palazzo San Giacomo, poi lavori all’Archivio Centrale comunale di piazza Giovanni XXIII e in piazza de Iorio (dove i cantieri si sono aperti la scorsa settimana). Insomma, considerando l’edilizia scolastica, sportiva e istituzionale, i lavori sono iniziati in 14 siti su 21.

I monumenti

Un paragrafo a parte lo merita l’edilizia monumentale. Va sottolineato che il loro utilizzo e i tempi di consegna, in tali casi, sono “dinamici”: i lavori, in pratica, procedono a step, in concomitanza con le riaperture parziali dei siti. Come succede, per esempio, con l’Albergo dei Poveri. I lavori a Palazzo Moscati, in via Cisterna dell’Olio, verranno completati entro fine ’25, e lì sorgerà un museo. Riqualificazione e museo previsti anche all’ex Ospedale della Pace. Complessivamente, l’elenco degli immobili monumentali conta 17 location. I già citati Albergo dei Poveri, Palazzo Moscati ed ex Ospedale della Pace. Poi il Molo San Vincenzo (che dovrebbe diventare polo di commercio e movida, come immaginato dalla giunta Manfredi pochi mesi dopo il suo insediamento), il complesso di San Domenico Maggiore (dove i lavori inizieranno nei prossimi mesi: diventerà una Casa della Lettura partenopea). Poi Galleria Principe, Galleria Umberto, Castelnuovo, il Pan, il Cimitero delle Fontanelle, il Mercato Ittico, il Mendicicomio di via dei Cristallini, il Cinema Maestoso di Barra, i teatri Mercadante e San Ferdinando, l’Archivio Storico di Pontecorvo, la chiesa Santa Maria del Carmelo di San Giovanni a Teduccio. Lavori anche alla degradata Torre Cervati di via Manzoni e all’arco di Port’Alba, di cui si attende prima possibile una data di cantierizzazione.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Un ruolo importante nella valorizzazione degli edifici partenopei lo sta giocando il fondo Invimit, cui è passata la proprietà di immobili come Galleria Principe, Garittone e l’ex deposito Anm di Posillipo. Lo scopo della società è la valorizzazione dei luoghi. Va detto che – come ha confermato a più riprese l’assessorato comunale al Bilancio e al Patrimonio – il Comune conserva il 70% del cda del fondo. Il Garittone diventerà un parcheggio, la Galleria Principe a lavori finiti sarà un’area commerciale. Le 13 caserme saranno rigenerate e rifunzionalizzate.





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