«Craxi, una pagina importante della nostra storia. Ora il coraggio della verità»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


Presidente Casini, Mattarella descrive Craxi come un gigante in politica estera e una figura controversa in Italia. È così, secondo lei?

«Diciamo anzitutto una cosa. Dall’ambigua ma visti i tempi comprensibile offerta dei funerali di Stato, respinta giustamente dalla figlia Stefania, si arriva, dopo un percorso tortuoso, al messaggio di Mattarella in queste ore. È un percorso caratterizzato da tanti momenti di omaggio e riflessione sulla figura di Craxi. Io andai nel 2003 da presidente della Camera al cimitero di Hammamet. Il presidente Napolitano a più riprese ha detto cose importanti. E così ora La Russa e Tajani, ma ci sono stati tra i loro predecessori altri momenti di ricordo. È chiaro che il percorso è travagliato, perché le condanne giudiziarie a Craxi erano in via definitiva. Non è che le autorità dello Stato potessero far finta di niente. E pur tuttavia, il tempo ha provveduto a contestualizzare tutto».

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

E con il tempo che immagine di Craxi è emersa?

«È uscita un’immagine del leader socialista come un gigante in politica estera e un rinnovatore nelle scelte istituzionali».

Si riferisce alla Grande Riforma che egli lanciò il 28 settembre 1979 in un editoriale sull’Avanti?

«Sì, ma mi riferisco anche al referendum sulla scala mobile. E diciamo che i due contendenti di allora, Craxi e De Mita, capirono entrambi che le istituzioni così com’erano organizzate non riuscivano più a reggere e identificarono – ma questo fa parte del gioco della politica – strade diverse per rinnovarle».

Però Craxi è morto, abbandonato da tutti, fuori dall’Italia. Non poteva avere qualche riconoscimento in più da vivo?

«Certamente, sì. La crudeltà dell’epilogo che gli è toccato è sotto gli occhi di tutti. Così come l’inadeguatezza delle strutture sanitarie a cui era stato affidato. Non facciamo una classifica dei calvari, ma vorrei sommessamente ricordare l’odissea giudiziaria di Andreotti, addirittura accusato di essere il mandante di omicidi; la condanna di Forlani, da lui accettata veramente con spirito cristiano; e guardando oltre l’Italia la condanna subita da Helmut Kohl, che è stata la figura simbolo dell’Europa contemporanea, per finanziamenti illeciti».

Sta dicendo che non c’è solo Craxi ad aver pagato duramente?

Microcredito

per le aziende

 

«Sto dicendo che c’è stato un periodo in cui il giustizialismo ha prevalso sulla ricerca della verità. Bisogna riconoscere che la pratica del finanziamento illecito era ampiamente diffusa in tutta l’Europa. Se si vuole ricostruire la storia, non si può pensare che essa sia stata una fiaba. Purtroppo, ci sono pagine oscure che abbiamo vissuto e che vanno collocate nella giusta dimensione».

Lei è proprio un innocentista?

«Io non ho mai pensato che i protagonisti della Prima Repubblica fossero dei santi ma non sono stati i demoni che venivano dipinti. Questo vale anche per chi ha ricevuto dall’Unione Sovietica i finanziamenti illeciti. Quella era la realtà della contrapposizione ideologica e di un mondo diviso da un muro. Ciò non significa che non ci siano stati casi di arricchimento personale illecito. Ma chi ha visto la casa di Hammamet e il livello di vita di Craxi negli anni tunisini capisce immediatamente che lui non fu tra quelli che si arricchirono personalmente».

Se si rivaluta la figura di Craxi non si deve anche rivedere, molto criticamente, l’operazione Mani Pulite e tutto ciò che ne è derivato?

«Occorre rivedere con spirito di verità e senza faziosità l’azione giudiziaria di quel periodo ma vanno anche criticati i comportamenti dei partiti sul finire della Prima Repubblica. Perché al di là del finanziamento illecito, una degenerazione complessiva dei costumi c’era stata».

Quindi non aveva torto Berlinguer a insistere sulla questione morale?

«Come Craxi, Berlinguer ha avuto meriti straordinari. Ne cito due. Il primo: impegnare il Pci in una lotta dura contro il terrorismo, mentre certi intellettuali dicevano né con lo Stato né con le Brigate Rosse. Il secondo: la rottura con l’Unione Sovietica. Di Berlinguer non condivido affatto l’idea che la sinistra potesse ergersi a maestra di superiorità morale».

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Ha qualche ricordo personale che la lega a Craxi?

«Una volta Forlani mi mandò da lui in Parlamento per chiedergli una certa cosa, si parlava di televisione e io mi occupavo di stampa e propaganda nella Dc, e Craxi davanti a tutti mi investì con una raffica di offese irriferibili. Però poi – davanti alla mia stupefatta risposta: “Se questa è la sua opinione, è inutile discutere” – mi prese sotto braccio e mi portò in Transatlantico a passeggiare parlandomi con un’amabilità che ricordo come una delle mie più belle esperienze politiche. La cosa buffa è che i colleghi giornalisti, alcuni dei quali oggi sono diventati mostri sacri dell’informazione, si chiedevano che cosa mai di tanto importante avesse da dire Craxi per mezz’ora a me che non ero il segretario della Dc. Per giorni tutti mi chiedevano: ma che cosa vi siete detti? Craxi era fatto così. E questa è la ragione per cui sono amico di Stefania e di Bobo da tanti anni. E non mi offendo se la mia amica senatrice inveisce, perché ne conosco i cromosomi familiari e le voglio bene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contabilità

Buste paga

 

Source link