Dividendi, nel 2025 nuovo record per l’Europa: attesi 459 miliardi di euro

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Secondo l’AllianzGI Dividend Study, nel 2026 i dividendi saliranno ancora a 496 miliardi. Per l’Italia previsto un incremento a 32 miliardi quest’anno. I maggiori aumenti nell’healthcare e IT, ma il settore finanziario rimane in testa

Le distribuzioni di dividendi in Europa segneranno un nuovo massimo quest’anno, raggiungendo quota 459 miliardi di euro. È la view dell’Allianz Global Investors Dividend Study 2025, che stima per i prossimi dodici mesi una crescita del 4% rispetto ai 440 miliardi registrati lo scorso anno, oltre a un incremento del dividend yield. Le prospettive appaiono rosee anche per il 2026, quando le società dell’indice azionario Msci Europe dovrebbero staccare cedole per complessivi 496 miliardi (+13% nel confronto con il 2024). In Italia, in particolare, nel 2025 le distribuzioni sono viste aumentare a 32 miliardi circa, dai 30 miliardi dell’anno appena terminato. E potrebbero raggiungere quota 34 miliardi nel 2026.

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I maggiori aumenti nell’healthcare e IT. Settore finanziario in testa

“Prosegue il trend di crescita ininterrotta dalla pandemia di coronavirus. E questo trend si sta intensificando: anche l’incremento annuo dei dividendi distribuiti è previsto in crescita”, sottolinea Grant Cheng, portfolio manager dividends presso AllianzGI. A livello settoriale, secondo l’esperto saranno l’information technology e l’healthcare i comparti per i quali si prevedono i maggiori aumenti per gli azionisti nei prossimi dodici mesi, mentre nel settore energetico dovrebbe registrarsi un calo. In testa resterà comunque il settore finanziario che, nonostante un previsto rallentamento della crescita delle retribuzioni, nel 2025 continuerà a garantire le cedole più corpose.

Dividend yield in aumento

Anche il dividend yield, cioè il rapporto tra dividendo unitario distribuito e prezzo corrente dell’azione, seguirà il trend di aumento delle cedole in termini assoluti. Per le società dell’Msci Europe alla fine del 2024 si attestava al 3,3% e quest’anno potrebbe salire al 3,5%. Lo scorso anno le società italiane incluse nell’indice azionario europeo hanno messo a segno un dividend yield del 4,9%, che è previsto crescere al 5,2% nel 2025. In testa alla classifica del Vecchio Continente c’è però l’Austria, con un rapporto allo scorso dicembre pari al 6,2% che dovrebbe essere confermato anche al termine dei prossimi dodici mesi.

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Effetto stabilizzante sul portafoglio complessivo

Lo studio evidenzia anche come i dividendi contribuiscano in modo significativo al rendimento totale di un portafoglio azionario. Negli ultimi quarant’anni, quasi il 39% del rendimento totale annualizzato degli investimenti con riferimento all’indice Msci Europe è stato infatti determinato dal contributo delle cedole. Per l’Msci North America e l’Msci Pacific ai dividendi è invece attribuibile rispettivamente poco meno del 22% e poco più del 41% della performance complessiva.

Crescita costante negli ultimi vent’anni

“Analizzando gli ultimi vent’anni dell’indice ancora più ampio, Stoxx Europe 600, lo studio mostra chiaramente che la stragrande maggioranza delle società ha evidenziato la tendenza ad aumentare i dividendi anno su anno”, spiega Hans-Jörg Naumer, global head of capital markets & thematic research e autore dello studio. Precisando che solo una percentuale significativamente inferiore di società ha ridotto le proprie distribuzioni, con l’eccezione di anni particolari come il 2009, successivo allo scoppio della crisi globale dei mercati finanziari, e il 2020, l’anno della pandemia. “In passato anche l’ammontare totale dei dividendi è aumentato di anno in anno”, sottolinea.

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Per questo, secondo Naumer, le cedole svolgono anche un ruolo importante come fonte di reddito aggiuntivo derivante dagli investimenti finanziari. “In un tempo in cui le persone vivono più a lungo, soprattutto nei Paesi sviluppati, il sistema pensionistico pubblico è sotto pressione per i cambiamenti demografici e ci sono sempre meno persone che lavorano, il reddito da lavoro dovrebbe essere integrato dal reddito da capitale”, osserva. Grazie quindi alla loro crescita costante e alla loro significativa contribuzione al rendimento azionario complessivo, “i dividendi possono rappresentare una fonte valida per generare un reddito aggiuntivo, che ad esempio può essere utilizzato per l’istruzione dei figli, le vacanze o per integrare la pensione”, fa notare. Ricordando che, in aggiunta alle cedole, gli investitori possono potenzialmente beneficiare anche dei guadagni derivanti dai rialzi delle quotazioni azionarie.

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