dopo 40 anni in vendita il negozio di musica, un “cult” di Roma sud

Al civico 79 di viale Caduti per la Resistenza è stato messo in vendita un locale commerciale. Servono settantacinquemila euro, trattabili, per acquistare 70 metri quadrati con bagno. Chi lo compra acquista da Mauro Viola, il proprietario, un pezzo di storia. Perché lo spazio che è stato messo in vendita è quello di EffettoSuono. Un negozio in cui un paio di generazioni hanno trovato strumenti musicali, spartiti, cd, vinili, amplificatori. Un punto di riferimento per il quartiere di Spinaceto e per il quadrante sud di Roma.

Mauro, partiamo dalla fine. Perché ha deciso di vendere?

Lo scorso luglio ho abbassato la saracinesca su indicazione del mio commercialista. Mi ha detto che, pur capendo il mio sogno, pur conoscendo il desiderio di restare legato a questo settore, le spese stavano superando le entrate. E se avessi continuato ancora così, mi sarei fatto troppo male.

Per quanto tempo lei è stato il titolare di EffettoSuono?

Siamo arrivati nel 1982. Parlo al plurale perché eravamo due soci, due ex compagni di scuola, che coltivavano la passione per la musica. Io suonavo la chitarra ed ho pensato che mi sarebbe piaciuto far parte del settore, anche solo per vendere strumenti e spartiti. Ho lasciato il mio lavoro, all’epoca ero impiegato alla Texaco, una società petrolifera americana. Ho incassato la liquidazione e con il mio socio, che proveniva dalla Valtur, abbiamo iniziato la nostra avventura.

Com’è arrivato a Spinaceto? Nel 1982 il quartiere era davvero giovane….

È così ed è stata anche una fortuna, il fatto che fosse giovane. Infatti all’inizio non sapevamo a chi dare i resti, sembravano tutti appassionati di musica. Per quanto riguarda il come ci sono arrivato, all’epoca avevo un parente che vendeva i locali in questo nuovo quartiere, all’interno delle gallerie commerciali Garda. Fu così che, accendendo un mutuo, con il mio socio acquistammo lo spazio che poi divenne EffettoSuono.

Quarant’anni sono tanti per qualsiasi attività, ma nel caso di chi opera nel settore musicale sembrano un’enormità…

È cambiato molto, soprattutto per effetto dell’e-commerce e, su tutti, per il ruolo che ha esercitato Amazon. Il fenomeno lo abbiamo pagato soprattutto negli ultimi 15 anni. Così prima ho liquidato il mio socio e poi ho dovuto rinunciare, una decina d’anni fa, anche al commesso. Sono rimasto da solo, con la speranza di abbassare le spese. Fino a quando il commercialista mi ha messo difronte ad una realtà che non volevo accettare. 

Com’è cambiata la sua attività in questi anni?

A parte Amazon ci sono state altre cose che ci hanno causato perdite economiche. Avevamo grossi clienti, nei villaggi vacanze, cui fornivano amplificazioni e cd. E c’era anche la SIAE che si affidava a noi, spesso, per acquistare CD. Fornivamo strumentazione e amplificazione anche al Vaticano. Col tempo questi clienti sono venuti meno. È successo mentre subivamo la concorrenza delle vendite digitali.

E questo ha comportato cambiamenti?

Sicuramente sì. I Cd non si vendevano più e quindi ho puntato sempre più sugli strumenti musicali e su alcuni servizi, come l’accordatura, il settaggio, le lezioni di musica. Alla fine vendevo anche contratti telefonici.

Chi ha conosciuto EffettoSuono lo ricorda come un punto di riferimento nel campo musicale e non solo a Spinaceto

Ci piace pensare che sia stato così. Da noi potevi venire a provare uno strumento, un amplificatore; avevi l’opportunità di scegliere un CD che prima potevi ascoltare. Avevamo una cabina stile inglese, con le cuffie, dove si potevano ascoltare le tracce audio. Eravamo un riferimento anche per le scuole di musica e gli artisti che vivevano nel territorio. Abbiamo anche organizzato qualche evento.

Dove lo avete organizzato?

Proprio all’interno della Galleria Garda Uno. Abbiamo organizzato tre edizioni di Spinaceto Rock. Alla prima, era il 2010, partecipò come ospite una band all’epoca emergente ma ancora sconosciuta al grande pubblico: Thegiornalisti. Le successive due edizioni le abbiamo tenute proprio difronte alla vetrina di EffettoSuono.

Che cosa ha provato all’idea di dover chiudere?

Mi è dispiaciuto tantissimo. Qualcuno si era proposto di fare una raccolta fondi e di organizzare un evento per rilanciare l’attività. Però non mi sembrava giusto, perché comunque presto o tardi mi sarei trovato nella stessa situazione. Ogni tanto ci passo ancora alla Galleria Garda Uno, per vedere se è arrivata la posta. Entro e do un’occhiata al negozio, praticamente vuoto. Sono in pensione ormai ma, fosse dipeso da me, avrei continuato fino all’ultimo dei miei giorni.

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