Elon Musk e le destre europee: il caso AFD

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La scorsa settimana, sul social network X, Elon Musk ha intervistato Alice Weidel, la leader del partito tedesco di destra Afd, il quale viene considerato come il potenziale vincitore delle elezioni anticipate che si terranno in Germania il 23 febbraio. Durante la conversazione Musk non ha esitato a dedicare dei complimenti alla leader ed al suo partito, affermando che essi rappresentano l’unica speranza per la Germania.

Alice Weidel ne ha approfittato per dichiarare che, qualora Afd dovesse vincere le elezioni, ci sarebbe una sostanziale rottura con quanto fatto nei decenni precedenti dalla ex Cancelliera Angela Merkel, rea, secondo il suo punto di vista, di aver optato per il modello green, chiudendo le centrali nucleari, causando così danni all’apparato industriale. Inoltre, Weidel ha precisato che il suo partito è distante da Hitler e dal Nazionalsocialismo, definendo quest’ultimo come un partito comunista; per la politica tedesca, Afd è un partito ideologicamente affine al liberal conservatorismo, non al socialismo.

La risposta di Scholz

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rilasciato delle dichiarazioni in seguito all’intervista, accusando il miliardario statunitense di sostenere i partiti di estrema destra, non solo in Germania, ma in tutto il continente europeo. Il leader tedesco ritiene che Musk sia un pericolo per la democrazia in Europa; l’imprenditore americano ha più volte negli ultimi mesi dedicato degli endorsement a molti partiti europei conservatori, utilizzando il suo account X per mostrare apprezzamenti nei confronti delle politiche adottate da alcuni governi, e idee di diversi esponenti della destra europea. 

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Le istituzioni europee sono preoccupate dal recente sviluppo del protagonismo di Musk negli affari del continente, tanto da selezionare più di cento esperti per eseguire un controllo dell’intervista alla leader, con il fine di verificare la presenza di vantaggi forniti da Musk ad Afd in campagna elettorale. Scholz ha specificato che il problema non consiste nel fatto che un miliardario esponga le sue idee o conversi con esponenti politici, ma dal suo punto di vista la pericolosità risiede nel messaggio che l’individuo sta comunicando.

Le parole di timore espresse da Scholz rappresentano la paura che attanaglia le istituzioni europee; dalla vittoria di Trump in poi, in Europa si è sviluppato un vero e proprio sentimento di terrore nei confronti delle politiche che il nuovo Presidente degli USA potrebbe adottare a livello economico-commerciale e della possibile inaugurazione di un nuovo sistema politico-ideologico basato sulla vicinanza fra Trump e i leader delle destre del Vecchio Continente. 

Musk e le destre europee

Il supporto che Musk ha più volte indirizzato verso i partiti della destra europea difficilmente può essere considerato come un sostegno spontaneo, derivante esclusivamente dalle personali simpatie che il miliardario prova nei confronti dei leader e partiti conservatori del continente europeo. 

In questo frangente storico Musk rappresenta Trump e la sua squadra di governo, e le sue mosse necessitano di essere scisse dalla sua personale visione del mondo, ma vanno inquadrate in quelli che sono gli interessi americani in Europa. Gli ultimi risultati delle elezioni europee hanno visto un’esponenziale crescita dei movimenti politici affini ideologicamente alla destra conservatrice, ed è lecito aspettarsi che questi partiti possano arrivare negli anni della Presidenza di Donald Trump al vertice politico dei loro rispettivi Paesi. 

Analizzando in quest’ottica le dinamiche politiche europee, per l’America in questo momento risulta conveniente avvicinarsi a questi movimenti, per poter preservare la propria influenza in Europa durante gli anni del mandato e garantirsi degli ottimi rapporti con i propri alleati europei. Nonostante le uscite propagandistiche di Trump, in cui critica aspramente gli stati europei e le loro politiche, l’Europa è e sarà sempre un punto fermo per gli Stati Uniti. La strategia statunitense non può prescindere dai suoi principali alleati, e l’operato recente di Musk è una semina capace potenzialmente di far sbocciare nuovamente in futuro i rapporti con i paesi europei, in particolare con la Germania, con la quale le relazioni si sono lievemente incrinate negli ultimi anni. 

Afd: partito antisistema?

Afd viene costantemente presentato come un partito antisistema dalla stampa internazionale, ed è accusato anche dai propri competitor nazionali di voler sovvertire l’ordine democratico dello Stato tedesco. Il partito negli anni ha utilizzato a proprio vantaggio queste accuse, mascherandosi talvolta come un inaffidabile movimento antisistema, altre come un semplice partito conservatore totalmente contrario alle estremità delle ideologie politiche. Un esempio di questa strategia la si può osservare nell’operato svolto dal partito proprio in questa campagna elettorale; Afd ha adottato dei metodi da partito antisistema, inviando trentamila avvisi falsi di espulsione presso le abitazioni di immigrati clandestini, per poi successivamente presentarsi come un partito non pericoloso per la democrazia e estraneo alle idee nazionalsocialiste. 

In realtà Afd di fatto non può essere considerato un partito antisistema, e adotta metodi di questo tipo per ottenere consensi dalla parte del popolo tedesco, che necessita di trovare speranza in realtà politiche alternative alle forze che hanno governato il Paese negli ultimi decenni. Inoltre, risulta complesso definire come antisistema un partito che si relaziona con simpatia ed amicizia ad un esponente della prossima formazione di governo che guiderà la potenza principale del sistema internazionale; difficilmente un partito che si pone l’obiettivo di rivoluzionare il sistema preesistente tende la mano a chi capeggerà per diversi anni il sistema stesso. La volontà di presentarsi come un’alternativa alle forze politiche tradizionali tedesche permette al partito di garantirsi il consenso dei segmenti sociali più scontenti della cittadinanza tedesca.

Conclusioni

Il rapporto amichevole fra Musk e Afd, culminato con un’intervista in piena campagna elettorale, non è una casualità, ma rappresenta la strategia adottata dalla nuova guida americana trumpiana, che si pone l’obiettivo di stringere ottimi rapporti con le destre europee. Quest’ultime hanno raggiunto dei risultati crescenti e positivi nelle recenti elezioni europee e potrebbero ritrovarsi al governo di diversi stati del continente. Il 2025 non sarà un anno chiave solo per l’Europa ma per tutto lo scenario globale, per cui sarà importante continuare ad osservare i rapporti fra Musk e le forze politiche europee per apprendere informazioni rilevanti circa la strategia americana.

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