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Proteggere con l’anonimato i lavoratori aggrediti che denunciano per evitare ritorsioni; supporto pieno e copertura delle spese legali da parte delle aziende; aumento della videosorveglianza; formazione specifica per i ruoli più esposti; maggior coordinamento con le istituzioni, “che devono assumersi l’onere di fronteggiare questa vera e propria emergenza, perché non si può andare al lavoro con il timore di essere aggrediti e picchiati”.
Sono alcuni punti e richieste emersi dal convegno della Cisl Firenze-Prato di stamani all’ospedale di Careggi – ‘Stop aggressioni ai lavoratori: fra inciviltà , indifferenza e mancate denunce’ – incentrato sul preoccupante fenomeno delle aggressioni conto i lavoratori nei settori di sanità , trasporti, servizi e commercio.
Aggressioni in sanitÃ
“Le aggressioni, fisiche e verbali, sono sempre più frequenti. Quelle conosciute sono solo una minima parte, le più eclatanti e violente, perché si ha paura di ritorsioni a denunciare”, la considerazione di fondo che emerge dal sindacato. I numeri diffusi dalla Cisl del resto parlano chiaro: in Toscana le aggressioni a personale sanitario, ad esempio, sono passate dalle 752 del 2020 (primo anno del Covi) alle 817 del 2021, alle 1.258 del 2022, alle 1.112 nel 2023 e alle 1.216 nei soli primi nove mesi del 2024, arco di tempo nel quale è già stato ampiamente superato dunque il numero totale di aggressioni verificatosi nell’anno precedente.
“La Cisl non ha mai cavalcato la facile onda della paura e vogliamo parlare di sicurezza in ottica costruttiva, capire e trovare insieme strumenti per rendere più sicura la quotidianità di chi lavora. Oggi è difficile trovare un lavoro e vivere di lavoro, visti i costi sempre più alti della quotidianità , ma lavorare non può essere anche pericoloso”, commenta Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato.
“Ho paura che venga sotto casa”
“Prima mi ha strangolata, poi ha cercato di darmi fuoco. Ho riportato danni fisici permanenti alla cervicale e altri danni non quantificabili”. È la drammatica testimonianza di Stefania, operatrice socio-sanitaria dell’Asl Toscana centro, che in passato è stata vittima di un’aggressione al lavoro per mano di un paziente psichiatrico.
“L’azienda – prosegue la donna – sta facendo molto. Fa bene, perché entriamo in un vortice della paura dal quale non si esce. Paura di denunciare, di rientrare a lavoro. Paura delle persone, ma a me piace questo lavoro. Chiediamo solo un po’ di pace, perché essere trattati male o minacciati tutti i giorni non fa bene. L’azienda fornisce tutti i moduli per fare la segnalazione dopo un’aggressione, ma farlo è complicato. Spiegare alle mie figlie l’importanza della denuncia non è stato facile, perché la paura che poi l’aggressore, con tutti i tuoi dati, possa venire sotto casa persiste. Io l’ho fatta, ma capisco perché alcuni non la facciano”.
Nei trasporti
Le aggressioni sono all’ordine del giorno anche nel settore dei trasporti, che si tratti di treni o autobus del trasporto pubblico locale. Nel 2023 Autolinee Toscane ha contato 34 aggressioni che hanno comportato infortuni sul lavoro ai propri dipendenti. Nel 2024 in tutta la Toscana le violenze a bordo dei bus sono scese a 30, come riferito da Gianni Bechelli, presidente di At.
“I fenomeni di aggressione diretta sui nostri mezzi sono leggermente diminuiti, ma ancora non si può dire che sia una tendenza. Parliamo di poche unità , ci vorranno anni per capirlo”, spiega “La situazione resta molto difficile perché la quantità di inciviltà e di aggressività a bordo è notevolmente aumentata dopo il Covid”. Su questo, secondo Bechelli possono aver inciso “anche le operazioni che abbiamo messo in campo nel post Covid per recuperare l’evasione sul pagamento del biglietto. Contro la sensazione di impunità che si aveva sui bus abbiamo fatto un lavoro enorme installando 15mila telecamere a bordo dei nostri 2.800 mezzi in tutta la regione”. Le telecamere riprendono ovviamente anche quello che accade all’esterno, nelle vicinanze dei bus. Su questo aspetto l’azienda ha fatto sapere che sono già state un migliaio le richieste di estrazioni video da parte delle forze dell’ordine, di cui circa trecento per indagini esterne all’azienda.
Oltre a questo, continua Bechelli, “abbiamo fornito i bus del ‘panic button’. In caso di necessità ogni conduttore può schiacciare un bottone che consente alla nostra vigilanza di capire il tipo di situazione così da allertare le forze dell’ordine. Tutti i nuovi mezzi, i 500 già acquistati e i 700 che arriveranno da qui a un anno e mezzo, sono inoltre forniti della cabina di protezione del pilota”.
Tramvia: si licenzia dopo aggressione
Quanto ai treni, nel 2024 sono state denunciate 33 aggressioni (18 solo su Firenze). Sulla tramvia di Firenze negli scorsi dodici mesi sono state denunciate dagli autisti tre aggressioni: tra queste, uno dei lavoratori aggrediti ha deciso di licenziarsi.
Registrate anche due aggressioni ai danni di addetti alla raccolta rifiuti di Alia. “Casi sempre più frequenti si registrano anche nel commercio e nei servizi: in particolare nelle aree di servizio autostradali, all’interno degli ospedali, nella vigilanza, nel servizio di guardianìa e portierato”, denuncia ancora il sindacato.
Restando in tema di trasporti, Il segretario di Fit-Cisl regionale, Antonino Rocca, rivolge un appello alla prefetta di Firenze Francesca Ferrandino. “Da tempo – dice – chiediamo un incontro. I lavoratori, quando denunciano, hanno paura di essere rintracciati e subire ulteriori conseguenze. Per questo chiediamo che le aziende mettano in sicurezza i lavoratori anche nel momento delle denunce: bisogna poterle fare con il codice matricola e non con i dati personali, che potrebbero essere forniti dalle aziende alle prefetture. Insomma, chi denuncia non deve essere rintracciabile dagli aggressori”.
La Cisl Funzione pubblica Toscana ha fatto sapere stamani di aver messo a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori un numero telefonico (379-2581199, Lun-Ven 10-16) per dare ascolto a chi ha subito una violenza verbale e fisica, offrendo gratuitamente un aiuto anche in ambito legale. Oltre a questo “prima di tutto dobbiamo creare una cultura del rispetto, non solo nei luoghi di lavoro, ma nella società intera”, sottolinea il segretario della Fisascat provinciale Gianni Elmi Andretti.
Funaro: “Mettere in campo tutte le azioni possibili”
“È dovere delle istituzioni mettere in campo tutte le azioni possibili per prevenire, contrastare e reprimere il fenomeno delle aggressioni sul lavoro. Abbiamo sentito la voce degli operatori sanitari che hanno chiesto attenzione. Bisogna lavorare con tutte le realtà , la parte sanitaria, le forze dell’ordine, l’amministrazione comunale, i sindacati, per mettere in campo azioni di prevenzione e, in caso di effettive aggressioni, la giusta repressione”, le parole della sindaca Sara Funaro, intervenuta all’incontro di stamani, al pari del questore Fausto Lamparelli.
“Una problematica – ha detto quest’ultimo – estremamente importante. Dobbiamo tutti applicarci per contrastarlo, anche perché la formazione spesso può fare la differenza. E – aggiunge – dobbiamo sempre cercare di dare una risposta al lavoratore: svolge una funzione di grandissima importanza e la merita”.
Firenze: autista minacciato con un coltello / VIDEO
Sanità , in tre anni aggressioni cresciute del 30%
Sotto, la sindaca Sara Funaro con il questore Fasuto Lamparelli al convegno della Cisl
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