La Commissione conferma in una nota l’avvio il 30 gennaio del “dialogo strategico”, una serie di incontri per risolvere la crisi del settore e accendere le vendite di veicoli a batteria nel Continente: nel 2024 non hanno superato il 13,6% del totale
La retorica fissa appuntamenti, la pratica punta ai risultati. Potrebbero presentarsi entrambe il 30 gennaio al primo incontro del tavolo “dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica”, nella sostanza una serie di riunioni dirette dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e aperte ai costruttori, alle aziende che si occupano di componentistica, ai sindacati e naturalmente la politica, cioè i rappresentanti dei Paesi che hanno fabbriche, operai e interessi nel settore. Pensa finalmente una nota della stessa commissione a fissare l’inizio dei lavori di quella che si preannuncia l’iniziativa a suo modo più sorprendente presa Bruxelles negli ultimi anni. Accanto al rispetto nella forma per le decisioni già prese sul blocco alla vendita di vetture a motore termico dal 2035, oltre alla riduzione forzata delle emissioni di CO2 con multe per i costruttori automobilistici già a partire dal 1° gennaio scorso, la sostanza racconta di una enorme pressione sulle istituzioni comunitarie. Secondo i dati preliminari comunicati dall’Acea, l’Associazione dei costruttori europei di auto, nel 2024 i veicoli elettrici hanno registrato un calo del 5,9% nelle vendite a livello europeo, scendendo alla preoccupante quota di mercato del 13,6% sul totale. A qualsiasi grande iniziativa sulla transizione energetica sembra dunque mancare la spinta essenziale. Dopo anni, dal 30 gennaio a Bruxelles si tornerà a ragionare di percorribili compromessi.
Sul serio e in silenzio
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Nella nota, la Commissione tiene a precisare che gli incontri del “Dialogo strategico” produrranno “una serie di raccomandazioni che aiuteranno a costruire una strategia olistica dell’Ue per il settore” , sulla base delle quali il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, elaborerà un piano d’azione per il settore automotive. Nelle pieghe della retorica troviamo però le vere due indicazioni importanti. La prima è che “Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti nel processo e regolarmente informati e consultati sul dialogo”. La seconda è che il Dialogo strategico si occuperà anche di “Semplificare e modernizzare il quadro normativo“. Unendo i puntini, la Commissione ha preparato in concreto la strada a possibili modifiche nell’applicazione di leggi e vincoli, ma anche all’introduzione di una forma di sostegno all’acquisto che non ha precedenti nella storia comunitaria.
Trattativa serrata
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Tutto fa presupporre che le riunioni saranno molto meno diplomatiche del previsto. Primo argomento all’ordine del giorno, disinnescare gli effetti della normativa Cafe. L’emergenza è già scattata dal 1° gennaio 2025, data dalla quale i costruttori possono vedersi imporre una multa di 95 euro per ogni grammo oltre i 95 previsti come limite massimo, da moltiplicarsi per la somma complessiva delle vetture vendute nell’anno. Secondo gli analisti finanziari della banca Barclays, le Case auto rischiano di pagare complessivamente oltre 10 miliardi di euro in multe per il solo 2025. Sul tavolo “Dialogo strategico” finirà direttamente l’articolo 122 comma 1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che permette di sospendere una norma comunitaria in caso di una crisi rilevante. In cambio, la Commissione chiederebbe di mantenere fermo il programma Fit for 55, che segna il blocco alla vendita di vetture con motore a combustione nei Paesi della UE a partire dal 1° gennaio 2035. Ma anche su questo Ursula von der Leyen, secondo fonti autorevoli, sarà costretta a trattare. Il mancato decollo della domanda di auto elettriche in Europa non autorizza infatti ad immaginare un percorso che possa fare a meno di vetture a motore termico entro meno di 10 anni. A patto che Bruxelles non intervenga direttamente a titolo finanziario. In una lettera indirizzata ai leader dell’Unione, Ola Källenius, Ceo di Mercedes e nuovo presidente dell’Acea, ha chiarito in modo netto cosa sia necessario: “Abbiamo imparato che, se gli incentivi sono imprevedibili, portano incertezza nel mercato e il consumatore non sa cosa aspettarsi o fare, mentre in questo momento della trasformazione sono importanti. Per ora gli incentivi indiretti e diretti sono utili e serve un percorso armonioso per i 27 Paesi”. Su questo si ragionerà al “Dialogo strategico”, su come mantenere promesse ingombranti e vincolanti, uscendone poi con una agevolazione all’acquisto valida per tutti.
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