Pastorello in mostra in Sardegna a Cagliari e Oristano

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L’intera iconografia pittorica di Pastorello (Sassari, 1967) si snoda tra la Galleria Comunale di Cagliari con Tutto il peso del mondo – con 20 tra le opere più significative dell’artista – e il Foro Boario di Oristano con Kolossoi. Pastorello nell’isola dei giganti. Quest’ultima comprendente 60 lavori provenienti da collezioni private a cui si aggiungono alcuni inediti, realizzata in collaborazione con la Fondazione di Mont’e Prama e quella di Oristano. Due mostre senza alcun legame al di fuori dell’obiettivo comune di storicizzare un eccellente artista attivo sul territorio nazionale da quarant’anni.

Il linguaggio di Pastorello in mostra in Sardegna

“Non sono mai uguale a me stesso e continuo a ripetermi. Sono l’errore e il fraintendimento ad agire più dell’istinto o della ragione. Quando lavoro non sono me stesso ma uno strumento di quello che faccio. Raggiungo, in alcuni momenti di grazia, quello stadio in cui vedo quello che sta per accadere: la forma che si compirà; è tutto molto magico, e credo più nella forma che nel talento. Io so fare solo quello che so fare”. Lo stato di grazia per Pastorello, al secolo Giovanni Manunta (Sassari, 1967), è una dimensione sospesa e metafisica tra cielo e terra, tra reale e intangibile. É quella condizione che si colloca in perfetta armonia tra figurazione e astrazione scaturita dall’esigenza di superare la schizofrenia che separa i due linguaggi. Pittura su tavola del XIII secolo, Classicismo rinascimentale, Suprematismo, Surrealismo e Realismo Magico strutturano il ricco immaginario allegorico dell’artista.
L’urgenza di attingere ai maestri del passato ben si articola a suggestioni d’impronta Neo Pop, stratificazioni della cultura di massa che confluiscono in una straordinaria sintesi formale di forte impatto cromatico e visivo. “Tutto il mio lavoro è influenzato dalla tecnica che utilizzo, che mi sono inventato cercando una sintesi tra la forma tubolare di alcune tag, la pittura cinese e la pittura su tavola italiana. Dipingo quello che devo dipingere, non decido quasi niente”.

La mostra di Pastorello alla Galleria Comunale a Cagliari

Sono 20 le opere selezionate dalla curatrice Alessandra Menesini rappresentative dell’evoluzione espressiva dell’artista nell’arco dell’ultimo ventennio. Tutto il peso del mondo è un urlo disperato sgorgato dall’io più profondo, è l’inquietudine dell’uomo moderno nei confronti di una società allo sbando ma soprattutto incarna la richiesta di un urgente intervento per contrastare il degrado di ecosistemi e risorse naturali. Un viaggio negli abissi più oscuri dell’umanità nonostante l’esibizione di ingannevoli cromatismi brillanti e vibranti. Artista tra i più abili e interessanti del panorama contemporaneo sardo, Pastorello in questo frangente mostra una spiritualità sofferta che ritroviamo nelle piccole tele su fondo oro intrise di mistica sacralità maleviciana. Tra un approccio neo concettuale e suggestioni intimiste e visionarie, l’artista si serve della pittura per capire il mondo e affrontare la vita.

Paesaggi e ritratti nella mostra a Cagliari

L’intera mostra si estende tra paesaggi e ritratti. Paesaggi dove la materia si disgrega e si riduce a un turbinio di molecole iridescenti prima di bloccarsi e galleggiare silenziosamente. E ritratti di cui rimane solo una parvenza umana. Creature ibride, alienanti, non a caso la curatrice dichiara: “Non c‘è niente di naturale nella natura di Pastorello, che ha scelto questo pseudonimo bucolico – in fondo dolce – per distaccarsi da un continuo ragionare. Sulla pittura, innanzitutto. Ogni quadro, dichiara, è una porzione di universo, che lui rappresenta spezzato e inquieto, contraddittorio e in battaglia. Tumultuoso e molto vicino all’Apocalisse, nel senso etimologico di rivelazione”.

La mostra di Pastorello al Foro Boario di Oristano

Contemporaneamente alla mostra cagliaritana, è in corso la più ampia esposizione dell’artista al Foro Boario di Oristano curata da Ivo Serafino Fenu60 dipinti di cui diversi inediti e una installazione monumentale che è la summa dell’opera di Pastorello. Le statue colossali di Mont’e Prama sono, in questa occasione, il pretesto per immergersi nell’universo visionario dell’artista scandito da selve intricate e animali selvaggi che si contrappongono a raffinati ritratti eterei baroccamente incorniciati. Scrive il curatore: “Lartista narra una dimensione metastorica e metafisica di unIsola abitata da colossi, da fiere degne di popolare linferno dantesco, da alberi ancestrali in foreste senza tempo, pre e posthuman, eterne nel loro intrico pittorico, ammalianti e inestricabili. Mondi perennemente in fieri, dominati da personaggi seduttivi e fatali, creature ibride impastate di storia e di miti: una trappola visiva perfetta da parte di chi ha fatto della pittura la propria ragion dessere”.

Roberta Vanali

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