“Abbiamo ricevuto il Dirigente Regionale dei Vigili del fuoco, Ing. Agatino Carrolo, che ringrazio per la sensibilità e l’attenzione mostrata verso la nostra comunità – commenta il Sindaco Danilo Lo Giudice –
Ha voluto personalmente visionare la situazione per comprendere nel dettaglio quanto avvenuto e lo ringrazio personalmente per la visita tempestiva Abbiamo condiviso la necessità di interventi immediati per evitare ulteriori collassamenti che possono peggiorare ulteriormente la situazione e ci auguriamo che sia realmente così“.
DANNI STIMATI PER 2-3 MILIONI DI EURO
I danni stimati dall’Ufficio Tecnico Comunale di Santa Teresa di Riva ammontano a una cifra tra i 2 e i 3 milioni di euro. Troppo per le sole casse comunali. E così il Sindaco Danilo Lo Giudice ha rivolto un appello a Regione Siciliana e Protezione Civile: “I danni sono enormi e la cosa peggiore sarà non poterli affrontare da soli, ma la necessità impellente che chi sta sopra di noi (Regione Siciliana, Protezione Civile, ecc) si mostri sensibile di fronte a questa calamità che ha sostanzialmente distrutto un bel tratto di lungomare. Sono una persona da sempre molto paziente e anche positiva, ma non nascondo che questa volta la ferita inferta è davvero pesante e di certo i tempi per ripristinare le cose non solo non saranno brevi ma sono totalmente incerti considerato che stimiamo danni per oltre 2/3 milioni di euro. In questi momenti per carità è lecito ascoltare tutti ma credo sia doveroso, prima di lanciare pensieri a ruota libera, cercare di essere cauti, ognuno con le competenze che ha e che gli appartengono, senza la necessità per forza di primeggiare in una gara a chi la spara più grossa“.
INTERVIENE L’OSSERVATORIO EROSIONE SPIAGGE
“SANTA TERESA DI RIVA: CALAMITA’ NATURALE O CALAMITA’ ARTIFICIALE? – si legge sulla pagina Facebook dell’osservatorio – Come copione, il giorno dopo una mareggiata si fanno i conti dei danni, e come sempre si imputa alla violenza delle onde il crollo di strade lungomare realizzate distruggendo le dune od occupando pezzi di spiaggia. Lo stesso copione prevede che questi eventi si definiscano “calamità naturali”. Ma è davvero così oppure si tratta del risultato di comportamenti sbagliati e di veri e propri azzardi sfidando le leggi naturali? La mareggiata è stata violenta, ma da che mondo è mondo le mareggiate ci sono sempre state. Se oggi si contano i danni è perché qualcosa è cambiato sulle coste: è l’uomo che si è avvicinato pericolosamente al mare invadendone lo spazio naturale e alterando i delicati equilibri di formazione delle spiagge. Ci pare questo il caso del lungomare di Santa Teresa di Riva, la cui spiaggia è classificata a rischio elevato R4 ed pericolosità P3 nel Piano per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) – Carta della pericolosità e del rischio. Ebbene, nonostante questa “allerta”, in questi anni si è consentito l’ampliamento del lungomare occupando la residua spiaggia e non solo. Il litorale di Santa Teresa di Riva, come tutte le spiagge dei comuni della fascia costiera della nostra provincia, è da tempo interessato dall’erosione del quale ben si conoscono le cause. Ma nulla è stato fatto per eliminarle: ci riferiamo alle piazzette sporgenti che occupano la spiaggia e fanno da barriere riflettenti contro le quali le onde vanno a sbattere provocando danni e trascinando via quella sabbia, quei sedimenti che sono la base per la formazione delle spiagge”.
Infine, prosegue la nota diramata su Facebook: “Dobbiamo accettare il fatto che l’azione distruttiva delle onde appartiene alla dinamica naturale, e che i suoi effetti non si possono definire “calamità naturale” perché si tratta, invece, di una grave ed irresponsabile sottovalutazione di un rischio evidente e riconosciuto.
Su quasi tutta la costa della nostra provincia si è costruita una barriera rigida che impedisce l’espansione delle onde, e quando si determinano queste condizioni il mare si prende comunque il suo. E’ l’uomo che deve adattarsi a questa realtà, con intelligenza e con rispetto per gli elementi naturali”.
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