di Oliviero Casale, Componente CtS Terzo Settore di Conflavoro
L’economia sociale rappresenta oggi uno dei principali motori di innovazione e sviluppo sostenibile in Europa. In un contesto segnato da sfide economiche, sociali e ambientali sempre più complesse, questo settore dimostra una straordinaria capacità di adattarsi, innovare e creare valore. Non si tratta solo di resistere agli shock, ma di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita collettiva.
L’economia sociale e l’antifragilitÃ
Superando il tradizionale concetto di resilienza, che si limita alla capacità di assorbire e adattarsi agli shock, l’economia sociale abbraccia una visione di antifragilità : la capacità di prosperare proprio grazie alle sfide e alle crisi affrontate. Questo approccio rientra pienamente nella cornice concettuale di un paradigma 5.0, che mette al centro la sostenibilità , l’inclusione e l’innovazione come strumenti di progresso sociale ed economico.
In Italia, le imprese sociali incarnano questa filosofia. Esse rappresentano pilastri fondamentali nella costruzione di una società più equa e inclusiva, rispondendo ai bisogni emergenti delle comunità locali e promuovendo il benessere collettivo.
Tuttavia, per concretizzare appieno questo potenziale, è essenziale uno sforzo condiviso volto a sviluppare modelli organizzativi che mettano al centro la sostenibilità economica, l’innovazione, l’impatto sociale e, soprattutto, il bene comune.
Le imprese sociali in Europa: il Rapporto EISMEA
Un recente rapporto, commissionato dalla European Innovation Council and SMEs Executive Agency (EISMEA) e completato nell’agosto 2024,​ analizza l’impatto socio-economico dell’economia sociale nell’Unione Europea, offrendo spunti significativi anche per il contesto italiano. Il documento (leggilo qui), elaborato da EURICSE, CIRIEC International e Spatial Foresight, sottolinea l’importanza strategica del settore come motore di sostenibilità , innovazione e coesione sociale.
Secondo il rapporto, nei 27 Stati membri dell’UE l’economia sociale comprende oltre 4,3 milioni di organizzazioni attive, che impiegano più di 11,5 milioni di persone, pari al 6,3% della popolazione occupata. Con un fatturato complessivo di 912,9 miliardi di euro (dati 2021), il settore gioca un ruolo cruciale in ambiti strategici come la salute, l’agroalimentare, le energie rinnovabili e le industrie culturali e creative.
Questi numeri testimoniano il valore strategico dell’economia sociale non solo come volano di sviluppo economico, ma anche come promotore di coesione sociale e benessere collettivo.
Per migliorare il capitolo Sfide e Opportunità con riferimento al documento EISMEA, possiamo ampliare l’analisi considerando non solo l’importanza dei dati, ma anche altre priorità emerse dal rapporto, come il rafforzamento delle capacità istituzionali, l’innovazione sociale e il ruolo delle imprese sociali come agenti di cambiamento. Ecco una proposta di revisione:
Sfide e opportunità : dati, innovazione e capacità per il futuro
Nonostante il significativo contributo dell’economia sociale, il settore affronta diverse sfide che richiedono interventi mirati e multidimensionali. La mancanza di dati statistici completi e uniformi tra i vari Stati membri dell’Unione Europea rappresenta una delle criticità principali.
Secondo il rapporto EISMEA, è fondamentale sviluppare una metodologia condivisa per raccogliere e analizzare informazioni in modo sistematico. Questo passaggio è cruciale per monitorare i progressi e supportare politiche basate su evidenze solide.
Tuttavia, le soluzioni non possono limitarsi alla sola raccolta e analisi dei dati. Il rapporto sottolinea anche la necessità di:
- rafforzare le capacità istituzionali e operative delle organizzazioni del Terzo Settore, fornendo formazione mirata, strumenti innovativi e risorse adeguate per affrontare le sfide emergenti;
- promuovere l’innovazione sociale, che permette alle imprese sociali di sviluppare modelli inclusivi e sostenibili, capaci di rispondere in modo efficace ai bisogni delle comunità locali. Ciò include l’uso delle tecnologie digitali per migliorare l’accessibilità dei servizi e sperimentare nuove modalità di welfare;
- sostenere la transizione ecologica e digitale, integrando questi aspetti nelle strategie delle imprese sociali per rafforzarne la resilienza e il contributo allo sviluppo sostenibile.
Inoltre, emerge l’importanza di costruire reti di collaborazione tra gli attori dell’economia sociale, le istituzioni pubbliche e il settore privato, favorendo la condivisione di buone pratiche e il coordinamento tra le iniziative a livello locale, nazionale ed europeo. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile affrontare le complessità del presente e valorizzare il ruolo delle imprese sociali come catalizzatori di cambiamento positivo.
Il contributo dell’economia cociale in Italia
In Italia, il settore dell’economia sociale rappresenta una risorsa fondamentale per affrontare sfide come la povertà , l’esclusione sociale e la coesione territoriale. Le imprese sociali svolgono un ruolo cruciale nel ridurre le disuguaglianze, migliorare i servizi locali e creare opportunità di sviluppo per le comunità più vulnerabili.
La recente riforma del Terzo Settore, introdotta con il Decreto Legislativo 117/2017 e i suoi decreti attuativi, rappresenta uno strumento rilevante per regolamentare e supportare il settore. Tuttavia, è essenziale che questa normativa, insieme alle sue applicazioni, venga costantemente monitorata e migliorata per rispondere in modo efficace alle esigenze specifiche del Terzo Settore.
Secondo Conflavoro è fondamentale che gli sviluppi normativi valorizzino le peculiarità del settore, evitando che un’applicazione rigida o poco attenta possa danneggiare la sua capacità di operare a beneficio delle comunità .
Inoltre, strumenti come il Next Generation EU e quindi il PNRR e il Piano Transizione 5.0 italiano offrono opportunità straordinarie per sostenere progetti innovativi, promuovere la transizione ecologica e digitale e rafforzare il ruolo delle imprese sociali come attori centrali nel cambiamento economico e sociale.
L’impegno di di Conflavoro nel Terzo Settore
Le imprese sociali rappresentano una risorsa strategica per l’Italia e per l’Europa, un modello unico capace di combinare crescita economica e benessere collettivo. L’economia sociale dimostra che è possibile trasformare le sfide in opportunità , costruendo una società più equa e sostenibile.
Conflavoro è dunque impegnata attivamente a seguire gli sviluppi normativi relativi al Codice del Terzo Settore e ai decreti attuativi, lavorando affinché questi possano essere migliorati e adattati alle peculiarità del settore, evitando danni o ostacoli alle imprese sociali. Attraverso il dialogo con le istituzioni, Conflavoro punta a promuovere politiche che valorizzino il ruolo strategico dell’economia sociale e del Terzo Settore in un quadro di sostenibilità e innovazione.
In particolare, l’organizzazione sottolinea l’importanza di mettere a sistema tutte le iniziative normative, fiscali e i piani di incentivi, sia a livello nazionale che europeo. Strumenti come il Next Generation EU, il Piano Transizione 5.0 e la legislazione sul Terzo Settore, se integrati con un approccio strategico, possono offrire le basi per un ecosistema favorevole all’innovazione e al benessere collettivo.
Collaborando attivamente con le organizzazioni del settore, Conflavoro lavora per costruire sinergie tra imprese, istituzioni e attori locali, garantendo che risorse e opportunità vengano sfruttate al massimo del loro potenziale.
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