I fattori dietro la ripresa e come coglierne le opportunità « LMF Lamiafinanza

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Vi sono diversi segnali che indicano una possibile ripresa delle attività di fusioni e acquisizioni, creando un ambiente interessante per gli investitori alla ricerca di nuove opportunità. Le strategie di merger arbitrage tentano di trarre profitto dall’attività di M&A utilizzando un approccio strutturato per generare rendimenti. Analogamente ad altre strategie di investimento alternative, le strategie di merger arbitrage possono migliorare la qualità e la coerenza delle performance di portafoglio, rappresentando al contempo un elemento di diversificazione e resilienza in un mercato in evoluzione.

Negli ultimi tre anni (dal 2021 al 2024), l’attività di M&A ha dovuto affrontare delle sfide significative, tra cui la persistente incertezza economica, l’aumento dei tassi di interesse e un quadro normativo più severo, che hanno influito negativamente sulla chiusura degli accordi.

Questi ostacoli hanno frenato l’attività di M&A in Nord America e in Europa, che insieme rappresentano oltre due terzi del flusso di accordi globali.

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Con l’inizio del 2025, riteniamo che vi sarà un miglioramento delle condizioni, a favore della ripresa delle fusioni e acquisizioni:

Il calo dell’inflazione e delle aspettative di crescita crea un ambiente più stabile per gli operatori economici.
I tagli dei tassi di interesse facilitano l’ottenimento di finanziamenti da parte delle aziende per le acquisizioni e aumentano i rendimenti attesi; si prevedono ulteriori riduzioni dei tassi nei prossimi 12 mesi.
Le riserve di liquidità delle aziende e degli investitori hanno raggiunto livelli record e le società di private equity detengono quantità di capitale impiegabile senza precedenti.
Le elezioni negli Stati Uniti, che hanno portato all’elezione di un presidente e di un parlamento repubblicani, rappresentano una svolta verso politiche favorevoli alle imprese, tra cui tagli alle imposte sulle società e una semplificazione normativa. Ad esempio, il Tax Cuts and Jobs Act del 2017 ha ridotto le imposte nazionali a livelli paragonabili a quelli dei paradisi fiscali internazionali e ha introdotto esenzioni per i guadagni rimpatriati.
Si prevede che la nuova amministrazione Trump adotterà un approccio normativo più flessibile, in particolare da parte della Federal Trade Commission (FTC) e del Dipartimento di Giustizia (DOJ), che supervisionano fusioni e acquisizioni. Il presidente Trump ha recentemente nominato Andrew Ferguson e Gail Slater alla guida di queste due agenzie federali, ed entrambi hanno pubblicamente dichiarato la loro chiara opposizione alle politiche dei loro predecessori, con Ferguson che è arrivato al punto di giurare che avrebbe “fermato la guerra di Lina Khan alle fusioni”, inviando un forte segnale di “via libera” alle aziende e agli acquirenti finanziari.

Se da un lato è probabile che l’attività di deal-making interna agli Stati Uniti aumenti, dall’altro gli acquirenti stranieri potrebbero incontrare ostacoli dovuti alle politiche protezionistiche. Ad esempio, se l’amministrazione desse priorità alla riduzione della dipendenza dalla tecnologia straniera, questo potrebbe incentivare le aziende americane ad acquisire startup tecnologiche nazionali per mantenere l’innovazione e la sicurezza. Secondo lo studio legale internazionale Rooney Law, tali politiche potrebbero sostenere il settore tecnologico statunitense.

Dopo le elezioni del 5 novembre, gli annunci di M&A hanno registrato un aumento a due cifre rispetto all’anno precedente e i banchieri di Wall Street hanno segnalato un aumento significativo delle richieste dei clienti. Considerando che i tradizionali processi di due diligence richiedono alcune settimane se non mesi per essere completati, ciò dovrebbe essere di buon auspicio per l’inizio del 2025. Dopo anni di attività stagnante e di accumulo di riserve di liquidità, le aziende sono ora desiderose di concludere affari, anche quelli che in precedenza erano considerati difficili. Un esempio degno di nota è la fusione da 30 miliardi di dollari annunciata di recente tra i giganti della pubblicità Interpublic e Omnicom.

Le strategie legate all’M&A, come quelle di risk arbitrage, mirano a sfruttare le inefficienze nei movimenti di prezzo delle aziende coinvolte in acquisizioni o fusioni. In un periodo in cui azioni e titoli obbligazionari sembrano essere relativamente costosi, i rendimenti di queste strategie presentano basse correlazioni con i mercati, poiché i loro rischi sono idiosincratici. Infatti, quando un’azienda sta per essere acquisita o fusa, il prezzo delle sue azioni non è più determinato dai suoi fondamentali, ma piuttosto dalle notizie sulla transazione in corso. Gli investitori vengono premiati per il rispetto di determinate condizioni legate a ciascuna specifica transazione, come il voto obbligatorio degli azionisti o le approvazioni antitrust. Di conseguenza, i titoli azionari coinvolti in fusioni e acquisizioni tendono a muoversi indipendentemente dal mercato complessivo e l’uno dall’altro. Una strategia merger arbitrage può offrire vari vantaggi, come una bassa esposizione alle tendenze di mercato, dato il tasso di fallimento delle transazioni storicamente basso (5%), il che significa volatilità controllata e rendimenti stabili. Ciò può rendere queste strategie un buon strumento di diversificazione del portafoglio.

 



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