Aumenta l’adozione dell’Intelligenza Artificiale da parte delle aziende manifatturiere portando significativi vantaggi in termini di efficienza, flessibilità, competitività e contribuendo ad ottimizzare la supply chain.
L’industria manufatturiera, vero motore dell’economia globale, ha rapidamente conquistato la leadership nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA), come mostra una recente indagine condotta da Amazon Web Services (AWS) che ha coinvolto 1.000 aziende olandesi ma rappresentative di una realtà europea verosimilmente più ampia.
I risultati evidenziano che il 44% delle aziende ha già introdotto nei suoi processi l’IA; percentuale che nel commercio al dettaglio e nell’assistenza sanitaria, diventa rispettivamente del 43% e del 36%. Particolare ancor più significativo sette su dieci pianificano di espanderne l’implementazione nel prossimo anno.
L’Intelligenza Artificiale, quindi, con le sue capacità di apprendimento automatico e di analisi dei dati, sta assumendo un ruolo da protagonista nei processi produttivi e logistici, rendendoli più efficienti, flessibili e reattivi alle esigenze del mercato.
L’elevato tasso di adozione apre le porte ad applicazioni in diverse aree, come la personalizzazione dei prodotti e l’ottimizzazione della supply chain, in forza di un’esigenza, ormai generalizzata, di riduzione dei costi e di miglioramento dell’efficienza.
I vantaggi dell’IA
L’indagine realizzata da Amazon sottolinea che Il 42% delle aziende ha identificato l’aumento dell’efficienza come il principale driver per l’adozione dell’IA, seguito dal risparmio sui costi (38%) e che tali vantaggi compensano gli investimenti necessari per un sempre maggiore suo utilizzo.
Nel campo di applicazione dell’IA ricade anche l’ottimizzazione della supply chain e la possibilità di rispondere rapidamente ai nuovi sviluppi, riducendo il lavoro manuale e migliorando la qualità dei processi produttivi.
La ricerca mostra il particolare interesse delle aziende nei confronti dell’impiego dell’IA nella supply chain che offre numerosi vantaggi, tra cui l’ottimizzazione della pianificazione della produzione grazie agli algoritmi di machine learning che consentono di prevedere con maggiore precisione la domanda futura con l’obiettivo di adattare la produzione in tempo reale e di evitare eccedenze o carenze di magazzino.
È quindi possibile migliorare la gestione delle scorte sfruttando la capacità dell’IA di analizzare i dati storici e ottimizzare in tempo reale i livelli di inventario, riducendo i costi di stoccaggio e prevenendo le rotture di stock.
Un ulteriore vantaggio, molto apprezzato dalle aziende, è rappresentato dalla possibilità di condurre attraverso l’IA l’analisi dei dati sensoriali per prevedere guasti ai macchinari e di programmare interventi di manutenzione preventiva, riducendo i tempi di fermo e aumentando l’affidabilità dei processi produttivi.
L’IA può essere utilizzata anche per realizzare una tracciabilità end-to-end in modo da seguire il percorso dei prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento, garantendo la massima trasparenza e facilitando la gestione di eventuali reclami o richiami.
Non per ultimo, l’IA consente di analizzare le preferenze dei clienti e di configurare prodotti su misura, aumentando la soddisfazione del cliente e creando nuove opportunità di business.
Adozione dell’IA: confronto Italia, Olanda e resto del mondo
L’Italia, pur essendo un Paese con una forte tradizione manifatturiera, è ancora in una fase iniziale di adozione dell’IA nel settore industriale. Tuttavia, si stanno registrando segnali positivi: sempre più aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, stanno investendo in progetti di digitalizzazione e stanno sperimentando le potenzialità dell’IA.
Gli ultimi dati disponibili a livello globale, spesso travisati per l’andamento italiano, risalgono all’indagine della società di consulenza McKinsey “The state of AI in early 2024: Gen AI adoption spikes and starts to generate value”, che registra il 72% degli intervistati in un campione di 1400 rappresentativi di aziende mondiali di tutti i settori aver adottato o stare adottando l’IA.
L’ultimo rapporto Istat su imprese e tecnologia vede, sì, un’ascesa dal 5% all’8,2% nel 2024 che riguarda le aziende dello Stivale con almeno dieci dipendenti che hanno adottato l’IA, un numero ben più esiguo rispetto al 45% delle aziende olandesi (la media Ue si attesta sul 13,5%). In effetti, le società italiane stanno rapidamente scoprendo i vantaggi dell’IA, in particolare per quanto riguarda l’ottimizzazione della supply chain e la personalizzazione dei prodotti.
Questa velocità è fotografata dal salto rispetto allo stesso tasso di adozione, allora al 56%, della precedente ‘McKinsey Global Survey sull’AI’ pubblicata a fine 2021 e dallo stesso rapporto Istat, che vede un +71% nel 2024 rispetto all’anno precedente in quanto al numero di aziende che hanno adottato un tipo di IA, ossia generativa o applicata alla movimentazione di macchine. Alla stessa maniera, circa metà del campione afferma adesso di aver implementato l’IA in almeno in due funzioni aziendali, cosa che fino al 2023 risultava decisamente lontana.
Nonostante il riconoscimento dei numerosi vantaggi, l’introduzione dell’IA nell’industria manifatturiera italiana presenta alcuni ostacoli soprattutto nella mancanza di competenze specifiche dovute alla carenza di professionisti in grado di operare in ambito di data science e machine learning.
È poi noto che l’implementazione di soluzioni di IA richiede investimenti significativi in termini di hardware, software e formazione del personale che la struttura di molte imprese italiane fatica a sopportare.
Esiste infine un problema di sicurezza dei dati in quanto la gestione di grandi quantità di informazioni sensibili richiede l’adozione di misure di sicurezza adeguate a prevenire attacchi informatici con ulteriori vincoli di costo e necessità di figure professionali specializzate.
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