Il cappello di Melania scatena i meme in rete: per il WP sembrava “una vedova di mafia”

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La mise scelta da Melania Trump – e soprattutto il cappello indossato dalla First Lady anche a tavola – nel giorno dell’insediamento del marito ha scatenato ironie e sarcasmi sia in casa che fuori. Se Donald Trump ha scherzato che «con quel cappello stava per prendere il volo», la rete è esplosa a colpi di meme che hanno paragonato il copricapo disegnato dall’americano Eric Javits a quello di Carmen Sandiego, la popolare protagonista dell’omonimo gioco per bambini anni Novanta, o a quello di Hamburglar, un personaggio delle pubblicità di McDonald’s.

Le reazioni al cappello di Melania

C’è poi chi ha visto nell’ispirazione del cappello blu con nastro bianco e larga tesa il logo della catena di pizzeria Pizza Hut, chi ha ripescato il personaggio interpretato nel 1994 da Jim Carrey in The Mask. Paragoni irriverenti sono arrivati anche sui media tradizionali: la fashion editor del Washington Post ha paragonato il look di Melania sulle passerelle della politica di Washington come quello di «una vedova di mafia, o a una rappresentante di alto rango di un misterioso ordine religioso con un pizzico di My Fair Lady».

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Melania impenetrabile, sguardo nascosto dal cappello

Sotto la Rotonda del Capitol, Melania Trump ha avuto oggi la passerella più importante della sua vita. L’ex modella slovena per la seconda volta First Lady degli Usa è stata sotto gli occhi dell’America durante la cerimonia dell’insediamento più polarizzata nei quasi 250 anni della storia Usa, a dispetto dei sorrisi, delle parole gentili e del ‘welcome home‘ di Joe e Jill Biden alla nuova prima coppia della Casa Bianca.

La moda come messaggio politico

Come altre First Lady del passato, Melania ha usato la moda come telegramma di stile e a volte anche di messaggi politici. L’impeccabile redingote a doppio petto blu su camicia avorio disegnata dallo stilista made in Usa Adam Lippes, in testa un cappello a larga tesa di un altro americano, Eric Javits, che le celava lo sguardo, è servita a Mrs Trump per proiettare inviolabilità, quasi come se avesse addosso una corazza. Otto anni fa in un Ralph Lauren azzurro polvere ispirato a Jackie Kennedy, Melania aveva fatto una scelta tradizionale adottando uno stilista amato anche da Hillary Clinton, poi però aveva acquistato all’estero, da Dolce e Gabbana ad Alexander McQueen e più di recente Dior e Valentino (quest’ultimo qualche giorno fa ai funerali di Jimmy Carter).

La relazione con la famiglia e i messaggi attraverso la moda

Sempre parca di sorrisi, Melania ne ha riservato uno all’altro uomo della sua vita, il figlio Barron, salito alla ribalta nell’ultima campagna elettorale come ‘ambasciatore‘ del padre con la Gen Z. Donald, che le aveva porto la guancia, si è dovuto contentare di un bacio in aria senza contatto di pelle.

Messaggi politici e moda al Capitol

Altri messaggi politici mediati dalle lenti della moda sono sfilati al Capitol – il viola bipartisan del cappotto della First Lady uscente Jill Biden, il dem conservatore John Fetterman arrivato in shorts al Capitol nonostante il freddo polare – con l’accompagnamento di canzoni patriottiche: il nuovo tenore d’America Christopher Macchio, scoperto da DJT quando aveva cantato a Mar-a-Lago, ha rubato la scena con due brani alla star del country Carrie Underwood a cui è stato riservato America The Beautiful senza però accompagnamento per via di difficoltà tecniche.

I grandi nomi della tecnologia e i vip al Capitol

I molti titani del techElon Musk di Tesla, Mark Zuckerberg di Meta, Sundar Pichai di Google, Tim Cook di Apple, Sam Altman di OpenAI, Shou Xi Chew del resuscitato TikTok, Jeff Bezos di Amazon e perfino l’ex Google Sergei Brin – hanno fatto ombra ai vip della politica. Lauren Sanchez, la fidanzata di Bezos, è stata accusata di cattivo gusto quando, tolto il cappotto bianco, ha rivelato il reggiseno in bella mostra ma il boss di Amazon era di rigore al Capitol per i nuovi rapporti d’affari con Melania: produrrà un documentario su di lei. E se tra i circa 600 invitati c’era anche un rappresentante degli old media – il 93enne Rupert Murdoch – non poteva mancare Joe Rogan, il podcaster che secondo molti è stato decisivo per la vittoria del neo presidente.



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