Mercosur, benefici per l’industria ma gli agricoltori alzano le barricate

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Alessandro Rigamonti

Accordo siglato tra l’unione economica del Sud America e quella europea. Barbacovi (Coldirettti): «Salvaguardare i prodotti locali»

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Un mercato enorme, con un elevato potenziale, ancora poco sfruttato e che può nascondere un grande rischio per l’agricoltura. Tutto questo è il Mercosur, ovvero l’unione economica composta da Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Venezuela. Adesso quest’area geografica è più vicina grazie all’accordo siglato dall’Unione europea che ha l’obiettivo di ridurre tariffe e barriere commerciali, rendendo più facile per le aziende di entrambe le parti esportare beni.

La bilancia commerciale

Un nuovo mercato potenzialmente vantaggioso anche per il Trentino – Alto Adige. Finora la nazione più importanti per i commerci è il Brasile e tutta l’area Mercosur rappresenta solo il 4% delle esportazioni della provincia di Trento. Si parla, secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio, di 51.058.616 euro di export e 54.945.153 euro per l’import nel 2023. Per quanto riguarda i primi tre trimestri del 2024 invece si parla di 101.380.467 euro di import e 33.050.878 euro di export. Si può notare una bilancia commerciale in negativo di circa 70 milioni di euro che però potrebbe invertirsi grazie a questo accordo. «In linea teorica, se andasse tutto in porto e ci fosse questo libero scambio, sicuramente sarebbe un mercato da oltre 700 milioni di consumatori e quindi molto importante — ha detto la presidente di Trentino Export e vicepresidente di Confindustria Trento Barbara Fedrizzi —. Tutta la produzione industriale sicuramente ne avrebbe beneficio perché ci sarebbe un’esportazione senza dazi e un’importazione di materie prime come nichel, acciaio e titanio».
Per quanto riguarda l’Alto Adige invece, secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio, nel 2023 le esportazioni hanno fruttato 45.287.836 euro, mentre le importazioni 31.280.496 euro. Nei primi tre trimestri del 2024 l’export si è attestato a 30.275.813 euro e l’import a 20.263.369 euro. Quindi una bilancia commerciale positiva di circa 10 milioni.




















































Le caratteristiche

Ma se da un lato l’industria sarebbe contenta, dall’altro gli agricoltori sono sul piede di guerra con Bruxelles perché il Mercosur rappresenta grandi Stati agrari che potrebbero mettere in difficoltà la competitività di alcuni membri Ue come Francia, Polonia e Italia. «Siamo molto preoccupati sul Mercosur perché parliamo di una cosa che non va a tutelare per niente quello che è l’agroalimentare italiano e locale — ha detto il presidente di Coldiretti Trentino – Alto Adige Gianluca Barbacovi —. Se non inseriamo all’interno della dell’accordo una sorta di reciprocità, che vuol dire semplicemente che nel momento in cui io importo un prodotto dall’estero questo deve avere le stesse caratteristiche di quelli italiani, è chiaro che si crea una concorrenza sleale». La critica verte intorno alle maggiori restrizioni, sia qualitative che salariali, alle quali deve sottostare la filiera agricola europea rispetto a quella sudamericana. Per adesso i prodotti agricoli e quelli alimentari nei primi 9 mesi del 2024 avevano registrato in Trentino circa 800 mila euro per l’import e circa 6,5 milioni di export. Valori che potrebbe invertirsi con l’accordo del Mercosur. In Alto Adige le cifre sono maggiori e già invertite: l’export è di circa 13,2 milioni e l’import di 16 milioni. «Il centro della nostra battaglia è salvaguardare quelli che sono di prodotti made in Trentino e Made in Italy — ha detto Barbacovi —. Va bene d’accordo, ma con delle clausole». Ma il Mercosur potrebbe essere anche un mercato di sfogo se i dazi al 20% annunciati dal nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump diventeranno realtà. «Il nostro secondo mercato di riferimento sono gli Stati Uniti, i quali assorbono il 12%. Questa cifra percentuale è fortemente condizionata dalla chiusura degli attuali mercati», ha spiegato Fedrizzi.

Però non è detto che questo accordo si concretizzerà. Il via libera è stato dato dalla Commissione europea, ma deve ancora passare al vaglio dei singoli Stati e non è detto che venga approvato, soprattutto dai membri con un comparto agricolo forte.
Alessandro Rigamonti

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20 gennaio 2025

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