Stellantis superata da Renault. Bruxelles verso taglio multe CO2. Intanto Trump minaccia nuovi dazi

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Il mercato automobilistico europeo ha vissuto un importante cambiamento a dicembre con Renault che ha superato Stellantis nelle vendite, segnando un sorpasso storico per la prima volta dal 2021, anno della nascita del gruppo italo-francese. Secondo i dati pubblicati dall’Acea (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili), la casa guidata da Luca De Meo ha immatricolato 130.097 auto, contro le 126.091 di Stellantis, conquistando una quota di mercato del 11,9%, appena sopra l’11,6% del colosso presieduto da John Elkann.

Nel complesso comunque notizie provenienti dal mercato delle quattro ruote sono positive. L’anno scorso è cresciuto dello 0,9%, con le ibride a farla da padrone con aumenti a doppia cifra. Significativo +33,1% per le ibride elettriche (HEV) e un +4,9% per le ibride che hanno bisogno della spina (plug-in). Viceversa le auto a batteria hanno registrato un calo del 10,2%,. Stellantis, pur mantenendo il secondo posto nel ranking annuale con 1,97 milioni di auto vendute, ha visto una contrazione delle vendite del 7,3% rispetto al 2023,e a causa delle difficoltà di alcuni marchi storici come Fiat e Jeep.

Questi dati arrivano in un momento cruciale per l’industria automobilistica europea, che si trova a fronteggiare non solo la concorrenza crescente ma anche le rigide normative ambientali dell’Unione Europea. Il sorpasso di Renault su Stellantis sottolinea la crescente attenzione verso le tecnologie verdi, in particolare l’elettrificazione, con il gruppo francese che ha registrato un incremento delle vendite del 16,6% a dicembre, in gran parte grazie ai suoi modelli ibridi ed elettrici.

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Mentre le case automobilistiche europee si preparano ad affrontare la sfida della transizione ecologica, la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un dialogo strategico con il settore automobilistico, che prenderà il via il 30 gennaio. Questo incontro, che coinvolgerà produttori, fornitori, partner sociali e altre parti interessate, dovrà identificare soluzioni concrete per sostenere la competitività del settore. La presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato che il settore automobilistico, che impiega oltre 13 milioni di persone e contribuisce per circa il 7% al PIL dell’UE, rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia europea.

Uno dei temi centrali del dialogo riguarderà le multe imposte alle case automobilistiche per il superamento dei limiti di CO2. Le sanzioni sono diventate un argomento di discussione sempre più urgente, in un contesto in cui la transizione verso l’elettrico sta procedendo più lentamente del previsto. Non è un caso che Italia e Repubblica Ceca abbiano già avanzato proposte per una revisione cercando di conciliare gli obiettivi ambientali con le difficoltà delle case automobilistiche nell’adattarsi ai nuovi standard.

Il 26 febbraio, la Commissione Europea presenterà il Clean Industrial Deal, un pacchetto di misure destinato a sostenere la trasformazione del settore automobilistico, cercando di ridurre l’impatto delle sanzioni e di trovare soluzioni che non penalizzino eccessivamente le imprese. .

Sullo sfondo le minacce di Trump di mettere dazi sulle importazioni di auto fabbricate in Messico. Ecco gli stabilimenti a rischio.

1. Audi Lo stabilimento San Jose Chiapa, in Messico, produce la Q5, impiegando poco più di 5.000 persone. Ha costruito quasi 176.000 auto nel 2023. Nella prima metà del 2024, sono state esportate negli Stati Uniti quasi 40.000 auto.

2. BMW Lo stabilimento di San Luis Potosi, in Messico, produce la Serie 3, la Serie 2 Coupé e la M2, quasi tutta la produzione è destinata agli Stati Uniti. Dal 2027, produrrà la linea di modelli Neue Klasse, completamente elettrica.

3. Byd Il produttore cinese di veicoli elettrici Byd è alla ricerca di sedi per costruire uno stabilimento in Messico, ma ha ripetutamente affermato che la fabbrica servirà il mercato interno e non produrrà auto da vendere negli Stati Uniti.

4. Honda invia l’80% della produzione messicana al mercato statunitense e il Chief Operating Officer Shinji Aoyama ha avvertito a novembre che mediterà di spostare la produzione se gli Stati Uniti imporranno dazi permanenti sui veicoli importati dal Paese.

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