Sviluppare stili di vita sostenibili

Promuovere l’educazione alla sostenibilità è un obiettivo prioritario per aiutare i giovani a costruire un futuro pacifico e prospero per tutti. Come viene affrontata questa sfida in Europa e come risponde il nostro Paese alle sollecitazioni della Raccomandazione sull’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile adottata dal Consiglio Europeo?

I dati raccolti in 37 Paesi europei dalla rete Eurydice nelle Scuole primarie e secondarie, di primo e secondo grado, mette in evidenza come la sostenibilità sia affrontata nei diversi sistemi scolastici in prospettiva cross-curricolare. È perciò un tema integrato trasversalmente nei curricoli, ma non è visto come disciplina autonoma.

È quanto avviene anche nella nostra Scuola, benché sia uno dei tre nuclei chiave dell’educazione civica e le Linee guida per questa materia diano indicazioni specifiche per il suo insegnamento.

La sostenibilità nei curricoli

Educazione alla sostenibilità è un concetto molto ampio, nel quale confluiscono dimensioni di diversa natura – economiche, sociali e ambientali – organizzate in settori e declinate in competenze.

Questa mappatura è stato il riferimento per analizzare nello studio Eurydice come queste competenze rientrano nei curricoli nazionali.

Le competenze analizzate sono collocate prevalentemente nell’ambito di alcuni insegnamenti: materie scientifiche, geografia, educazione alla cittadinanza, studi sociali, storia e tecnologia.

Ma ciò che più colpisce è notare come solo in 23 dei 39 sistemi educativi in cui si è svolto lo studio Eurydice la competenza relativa all’alfabetizzazione per il futuro sia presente in modo esplicito.

Il nostro Paese rientra nel numero di quelli che presentano questa mancanza. L’Italia è anche tra i Paesi in cui competenze come l’azione politica e l’azione individuale e collettiva sono scarsamente rappresentate, come accade anche per il pensiero sistemico.

Benché conoscere la sostenibilità sia una richiesta della quale si parla molto l’azione in questo senso sembra essere poco diffusa. È una discrepanza messa in evidenza dalle dichiarazioni degli studenti sull’importanza dei valori di sostenibilità e l’effettiva partecipazione ad azioni concretamente messe in atto a favore dell’ambiente.

Il passaggio dal piano teorico, ovvero conoscere la sostenibilità, a quello pratico, che implica saper agire per la sostenibilità, è quindi un traguardo sul quale investire energie.

Sostenibilità e formazione degli insegnanti

Un altro aspetto molto interessante da notare, che sottolinea come l’attenzione all’educazione alla sostenibilità sia viva, malgrado le criticità riscontrate, riguarda la sensibilità dei decenti verso questi argomenti a fronte di una formazione specifica ricevuta, che risulta non inclusa nei loro percorsi formativi.

Emerge infatti che vi è uno scarto tra il numero di docenti che si ritengono pronti a insegnare temi legati alla sostenibilità e quello degli insegnanti che effettivamente possiedono una formazione specifica per questo, acquisita perlopiù in corsi fatti per propria iniziativa.

La formazione dei docenti in questo ambito è un nodo importate per il ruolo cruciale che hanno nella diffusione di una educazione alla sostenibilità che guidi i giovani all’esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole. Sembra infatti che

La necessità di promuovere la sostenibilità attraverso un approccio formativo integrato e continuativo è un obiettivo formativo presente in tutti i sistemi educativi e l’Italia non fa eccezione.

Recenti sviluppi normativi, come il DM 14/2024, sottolineano lo sforzo di armonizzare gli obiettivi per l’educazione alla sostenibilità con le pratiche educative più efficaci per conseguire un obiettivo di così alto valore per tutti e per ciascuno.

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