Troppo spesso nella pallacanestro si cercano i grandi cambiamenti, le intuizioni rivoluzionarie, eppure «Il basket migliore è il basket semplice» parola di Dusko Ivanovic, che dal suo arrivo alla Virtus Bologna ha cambiato identità alla squadra felsinea.
Poche parole ma decise
Coach dall’esperienza incalcolabile il montenegrino, che spesso ha preso squadre in difficoltà e ne ha risollevato le sorti con i suoi modi duri ma sinceri. A parlare è il campo, in conferenza stampa infatti l’ex Baskonia si limita ad analizzare in breve i match della sua squadra e non cerca mai alibi. Anche ieri sera, dopo la vittoria con Cremona, il coach ha evidenziato la buona attitudine della sua squadra mettendo però l’accento su alcuni errori che non ha gradito (la superficialità delle otto palle perse nei primi 20′).
Altro aspetto da evidenziare riguarda la non ricerca di scuse, ovviamente vincere aiuta a non doverne cercare, ma con gli infortuni, le gare ravvicinate e un mercato che non ha ancora regalato aggiunte Ivanovic non vuol comunque sentir parlare di stanchezza.
Una mentalità riportata in campo
Dusko è ora l’anima di questa squadra, il suo essere deciso e privo di inutili fronzoli, viene rispecchiato dai giocatori in campo. Parte tutto dalla difesa, dove ci si aiuta in continuazione e il lato debole tanto infilato nei mesi passati è ora al sicuro grazie a piccoli accorgimenti tattici. E’ innegabile poi come da parte di tutti ci sia più applicazione. In vantaggio di venti punti o sotto di dieci le indicazioni rimangono sempre le stesse. Questo si vede anche in Eurolega, dove la classifica porterebbe a scendere in campo ormai rassegnati e invece la squadra lotta come se ancora potesse farcela (improbabile) a raggiungere le prime 10.
Questo spirito ha portato i bianconeri a raccogliere 5 vittorie e 3 sconfitte in EL e di queste tre due sono arrivate ad Atene ed una a Kaunas, dove le V Nere hanno pagato caro un primo quarto deficitario. La Segafredo Arena è tornata ad essere un vantaggio effettivo con le vittorie su Barcellona, Asvel e Baskonia e il colpo a Monaco di Baviera ha rappresentato la ciliegina sulla torta di questo primo mese e mezzo tra le mani di Dusko.
Concretezza in LBA
C’è voluta qualche partita per riuscire a costruire l’identità italiana a questa squadra, che nelle prime due gare di campionato con Ivanovic è caduta contro Trieste e Trento. Poi quattro vittorie di fila: tre di queste sono arrivate in casa e contro le ultime in classifica ma il successo di Reggio Emilia rappresenta un punto importante nel percorso di crescita.
Percorso di crescita del quale sta usufruendo su tutti Alessandro Pajola. L’Anconetano ha ricevuto definitivamente le chiavi della squadra e sta rispondendo con prestazioni di assoluto livello. L’identità difensiva della squadra gli da propulsione per una maggiore confidenza anche in attacco, dove gli assist fioccano uno dietro l’altro.
Le incognite
L’unica incognita al momento è rappresentata dalle rotazioni. Queste, va detto, sono certamente influenzate dalle problematiche legate agli infortuni, ma risultano forse ancora troppo ristrette. Una caratteristica che appartiene al tecnico di formazione Jugolsava, che ha sempre voluto tenere ad alto ritmo un numero non troppo ampio di giocatori. In casa Virtus però, le carte d’identità rendono difficoltoso questo approccio.
Ivanovic sta provando ad inserire Tucker, ma le risposte stentano ad arrivare. Il 59 però ha i suoi 5′ garantiti dal quintetto, quasi più un risparmiare chi gli sta davanti che altro, lo statunitense rischia in questo modo di finire anche la fiducia residua in se stesso. Un aiuto, più per la squadra e meno per il giocatore, potrebbe arrivare però dal mercato.
In Eurolega in realtà i minutaggi vedono una gestione che alle volte raggiunge anche i 10 giocatori effettivi, mentre in LBA, dove si potrebbe e dovrebbe risparmiare qualche energia nei leader questo non arriva. La volontà di mantenere sempre alto il livello porta Ivanovic a punire con la panchina gli errori di alcuni e giocatori come Akele e Tucker ma anche lo stesso Diouf giocano troppo spesso pochi minuti di gara. Per Il 35 quella adottata da Ivanovic potrebbe essere anche una tutela dovuta all’essere l’unico centro di ruolo attualmente a disposizione. Chissà poi che anche Visconti non possa dare qualche minuto in più di fiato a giocatori come Cordinier e Morgan in campionato.
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