Banco Bpm tira dritto sull’Opa per Anima. Orcel difende la scelta di scalare Commerz

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Lunedì si è svolto un cda interlocutorio in casa Banco Bpm. Preso atto che il Governo non attiverà la procedura per il golden power relativamente all’Opa su Anima, l’istituto diretto da Giuseppe Castagna attende a questo punto altre due pronunce: sul fronte nazionale, il via libera da parte della Consob, avendo già ricevuto il disco verde dall’Antitrust, mentre sul versante comunitario l’applicazione del “danish compromise”, che le consentirebbe di acquistare la società di gestione del risparmio senza eccessive immobilizzazioni di capitale.

Intanto, secondo quanto è stato possibile apprendere, i membri del board si sarebbero detti tutti concordi nel proseguire nell’Opa, anche se ieri il titolo Anima è salito ulteriormente (+1,21%), chiudendo la seduta a 6,69 euro, ben al di sopra dell’offerta da 6,2 euro avanzata dall’istituto lombardo-veneto. Sicuramente parte del rialzo recente è attribuibile proprio all’offerta d’acquisto, ma sta di fatto che, qualora il prezzo non scendesse al di sotto di quello proposto dal Banco, gli azionisti della società di gestione non avrebbero convenienza a consegnare i propri titoli all’offerente in sede di Opa, essendo più remunerativa la vendita sul mercato. Per proseguire nell’Offerta, a quel punto non resterebbe che rilanciare, alzando il prezzo.

Probabile che questa eventualità venga discussa solo dopo il via libera europeo e a valle della presentazione dei risultati 2024, in calendario il 12 febbraio. A quel punto Castagna avrebbe tutti i dati per poter decidere in merito, all’interno di una cornice che a breve porterà anche a presentare il nuovo piano industriale, considerato che gli obiettivi di quello precedente sono stati raggiunti.

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Gli spazi di manovra, poi, potrebbero essere limitati alla luce dell’Offerta di acquisto e scambio di cui il Banco è stato fatto a sua volta oggetto da parte di UniCredit. La normativa di settore impedisce a un’azienda target di assumere decisioni che potrebbero condizionare in maniera decisiva l’Offerta, ma non è chiaro se un eventuale rilancio dell’Opa su Anima rientrerebbe nella casistica.

Intanto ieri il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, si è detto ottimista anche riguardo alla possibilità di trovare una soluzione che soddisfi tutti gli investitori di Banco Bpm, per poi aggiungere che al momento è prematuro fare previsioni in merito. Si è poi detto fiducioso di poter convincere il governo italiano riguardo all’Offerta, considerato che nelle scorse settimane alcuni esponenti della maggioranza hanno espresso interrogativi sulla “italianità” dell’istituto. Lo ha fatto nel corso di un’intervista concessa a Davos, dove è tra i protagonisti del World Economic Forum. Il banchiere ha difeso la scelta di scalare Commerzbank, ma ha posto dei paletti. «Credo che l’operazione sia eccellente per la Germania, per entrambe le banche perché sono complementari, per gli azionisti, oltre che per i clienti». Quindi si è detto sorpreso dall’opposizione che l’operazione ha incontrato in Germania dopo che inizialmente c’erano state interlocuzioni preventive sia con la banca, che con il governo tedesco. «Ora non capisco bene quale sia esattamente il punto del dibattito», ha precisato.

Il ceo di UniCredit ha aggiunto che al momento la scalata è in una fase di stallo in attesa delle elezioni tedesche. «Spero che dopo le elezioni vi sia la possibilità di avere un’interazione», ha sottolineato. Sempre in merito a questa operazione, Orcel ha detto che la banca italiana potrebbe tirarsi indietro dalla campagna tedesca qualora non vedesse più spazi per creare valore. «Le fusioni e acquisizioni aggiungono valore se vengono effettuate alle giuste condizioni, al momento giusto e nel modo giusto. Altrimenti meglio stare alla larga». Si è comunque detto interessato alla crescita anche per linee esterne. «Se guardiamo a mercati chiave dove rafforzarci e fare la differenza allora guardiamo a Germania, Italia e anche Polonia e il caso ha voluto che si siano aperte delle opportunità in questi mercati». Infine, alla domanda se sia più fiducioso di crescere tramite l’acquisizione di Commerzbank o Banco Bpm, il ceo ha risposto: «Non lo so, vedremo».



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