Caldo infernale in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, ma a febbraio Neve tremenda dalla Siberia

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Il clima continua a stupire con scenari estremi e contraddittori. Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, solitamente simboli di gelo e nebbia durante i famosi “Giorni della Merla”, potrebbero quest’anno trovarsi a vivere una situazione climatica completamente ribaltata: un vero e proprio “inferno caldo”. Le temperature nei giorni più freddi dell’anno rischiano di superare i 15°C, con punte che potrebbero sfiorare i 20°C, valori del tutto fuori scala per il mese di gennaio. Tuttavia, l’inverno potrebbe riservare un colpo di scena clamoroso: con l’arrivo di febbraio, l’irruzione di aria gelida dalla Siberia potrebbe riportare un gelo tremendo, accompagnato da nevicate diffuse che colpirebbero duramente anche le pianure del Nord Italia.




Giorni della Merla: caldo primaverile al Nord

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Secondo gli ultimi modelli meteorologici, i Giorni della Merla, tradizionalmente noti per essere il periodo più freddo dell’anno, potrebbero trasformarsi in un evento senza precedenti. Un potente anticiclone subtropicale si è infatti stabilito sull’Europa meridionale, portando aria calda di origine nordafricana verso il nostro Paese. Questa configurazione atmosferica, già anomala per gennaio, rischia di raggiungere il suo apice proprio negli ultimi giorni del mese, quando l’alta pressione continuerà a dominare incontrastata.


In Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, le temperature saranno ben lontane dalle medie stagionali. Torino e Milano potrebbero registrare massime intorno ai 15-17°C, mentre città come Verona e Bologna potrebbero sfiorare i 18-20°C nelle ore centrali della giornata. In alcune aree collinari e pedemontane, come le Langhe o il Garda, si potrebbero addirittura superare i 20°C, un valore che, per la fine di gennaio, è a dir poco straordinario.


Le cause: vortice polare e correnti subtropicali


La causa di questa situazione è da ricercare nella chiusura del vortice polare, che sta mantenendo il freddo confinato alle alte latitudini. Attualmente, il vortice polare si presenta estremamente compatto, alimentato da correnti zonali molto forti che impediscono alle masse d’aria gelida di scendere verso l’Europa. Questa configurazione ha favorito l’espansione di un’ampia area di alta pressione sul Mediterraneo, che sta garantendo stabilità atmosferica e temperature anomale.

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Le correnti subtropicali, spinte dall’anticiclone africano, stanno trasportando aria calda verso il Nord Italia, creando condizioni che ricordano più la primavera che l’inverno. La combinazione di cieli sereni, aria mite e assenza di perturbazioni sta contribuendo a rendere questo gennaio uno dei più caldi degli ultimi decenni, con effetti evidenti sull’ambiente e sulle attività umane.


Gli effetti di un gennaio caldo


Questo caldo anomalo non è privo di conseguenze. La mancanza di freddo e neve sta mettendo a rischio l’equilibrio naturale e le attività economiche legate all’inverno. In montagna, l’assenza di nevicate significative sta compromettendo la stagione sciistica, con un impatto diretto sul turismo e sull’economia locale. Le Alpi e gli Appennini stanno registrando un deficit nevoso che potrebbe diventare critico se le condizioni attuali dovessero persistere.


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Anche l’agricoltura potrebbe subire danni. Le temperature elevate stanno anticipando i cicli vegetativi di alcune colture, aumentando il rischio di danni irreparabili in caso di gelate improvvise. Gli agricoltori stanno già osservando segnali preoccupanti, con fioriture fuori stagione che potrebbero essere compromesse dal ritorno del freddo.


Febbraio: il gelo siberiano in arrivo


Ma attenzione, perché lo scenario potrebbe cambiare drasticamente con l’arrivo di febbraio. Gli ultimi aggiornamenti dei modelli indicano un possibile indebolimento del vortice polare, che potrebbe aprire la strada a irruzioni di aria gelida di origine siberiana. Questo fenomeno, conosciuto come Buran, potrebbe portare un crollo termico di oltre 30°C rispetto ai valori attuali, trasformando l’inverno da “primaverile” a estremamente rigido.


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Il gelo siberiano non si limiterebbe a portare temperature sotto lo zero, ma potrebbe accompagnarsi a nevicate abbondanti su tutta la Pianura Padana. Torino, Milano, Verona e Bologna, che a gennaio stanno vivendo giornate quasi calde, potrebbero trovarsi di fronte a bufere di neve e accumuli significativi. Le temperature, attualmente ben al di sopra della media, potrebbero crollare fino a raggiungere i -10°C in pianura, mentre le aree collinari e montane registrerebbero valori ancora più bassi.


Neve tremenda: fiocchi su tutta la Pianura Padana


Le nevicate previste con l’arrivo del Buran potrebbero colpire duramente tutto il Nord Italia, portando accumuli significativi anche nelle aree urbane. Milano e Torino potrebbero vedere fiocchi copiosi, con strade e tetti che si tingono di bianco in poche ore. Anche Verona e Bologna rischiano nevicate abbondanti, con possibili disagi per la viabilità e le attività quotidiane.


Questa situazione rappresenterebbe un cambio radicale rispetto al caldo di gennaio, riportando l’inverno autentico su tutta la Penisola. Il contrasto tra aria mite e gelida potrebbe inoltre generare condizioni meteorologiche estreme, con bufere di neve e venti forti che renderebbero difficile affrontare l’emergenza climatica.

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L’inverno dei contrasti: una sfida per il futuro


Questo inverno 2025 si sta rivelando un esempio lampante di come il cambiamento climatico stia portando a estremizzazioni sempre più evidenti. Passare da un gennaio primaverile a un febbraio gelido con nevicate da record è un segnale chiaro dell’instabilità atmosferica che caratterizza il nostro tempo. Questi eventi estremi non solo rappresentano una sfida per i meteorologi, ma hanno anche conseguenze dirette sulla società e sull’ambiente.


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In conclusione, i prossimi giorni saranno cruciali per capire come evolverà questa stagione invernale anomala. Se il caldo infernale dei Giorni della Merla sembra ormai una certezza, il gelo siberiano di febbraio potrebbe riportare l’inverno con tutta la sua forza. Torino, Milano, Verona e Bologna si trovano al centro di uno dei contrasti climatici più estremi degli ultimi anni, tra caldo record e neve tremenda.


Restate sintonizzati per seguire gli aggiornamenti meteo e prepararvi al meglio a un inverno che, tra alti e bassi, sta scrivendo una pagina indimenticabile della nostra storia climatica.


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